UFO news 1973
rassegna delle piu' importanti notizie UFO

Si ringraziano tutti coloro che ci hanno dato la loro collaborazione inviando notizie e informazioni. Quanti desiderano contribuire alla realizzazione di UFO news con le proprie segnalazioni possono scrivere a: info@merlino.org

Ufo, che ossessione

L'allarme-Ufo è ormai routine per il cronista. Quasi ogni sera (a credere alle telefonate affannose: "Venite, correte, precipitatevi. Eccone uno, due, uno stormo, il cielo è pieno di dischi volanti"), quasi ogni sera c'è da credersi alle soglie del grande colpo che porterà alla fama l'oscuro giornalista. Il disco luminoso che plana e scende su un prato del Valentino, omini verdi festanti che salutano facendo bip-bip come vuole la buona letteratura di fantascienza. Purtroppo, ancora nessun marziano o venusiano, solo foto che secondo gli esperti anche un dilettante potrebbe ottenere con semplici accorgimenti. Una sigaretta mossa su uno sfondo nero, un obbiettivo fatto ruotare mentre è puntato su una stella, magari (stando sempre agli esperti) un astro ripreso con un forte teleobiettivo. Comunque, poiché l'argomento ha i suoi cultori, pubblichiamo un immagine che ci viene dalla solita Val di Susa. E' stata scattata alle 21,15 di giovedì sei dicembre da Condove con un teleobiettivo da 135 mm. L'oggetto sarebbe stato in movimento, di colore giallo opaco. Moltissimi giurano, nella zona, di avere visto chiaramente la "cosa" danzare per il cielo sereno. Ieri sera, l'allarme-Ufo è dilagato a Torino a partire dalle 18,30. Il centralino del giornale intasato di affannose telefonate; tutti a gridare che il "disco" era sulla città e andava, manco a dirlo, verso la Valle di Susa, salotto degli extra-terrestri. Particolarmente numerose le testimonianze delle case Atm di via Venaria. Giunti sul posto, fotografo e cronista non hanno più trovato nulla.
In via Roma, a una certa ora tutti erano col naso in su, ciascuno cercava di convincere il vicino che il "disco" era nella fetta di cielo sulla strada.
Il professor Fracastoro, direttore dell'osservatorio di Pino, dice che con ogni probabilità la "cosa" era il pianeta Venere, luminosissimo ieri sera nel cielo terso. Della stessa opinione quelli della torre di controllo di Caselle, da giorni bersagliati da raffiche di telefonate. Alle 22, è suonato un metaforico " cessato allarme ". In cronaca, a Caselle, a Pino è potuto riprendere il lavoro.

(Stampa Sera del 10 dicembre 1973)


CACCIA IN CIELO AGLI UFO - Stanotte sono intervenuti aerei dell'aviazione militare

DALL'INVIATO
Susa, 5 dicembre. - Sembra l'inizio della guerra fra due mondi in un film di fantascienza: due reattori sbucano alle ultime luci del tramonto dietro lo Chaberton, procedono a velocità ridotta in un volo di ricognizione. All'improvviso uno dei due si stacca dall'altro, ha un impennata verso l'alto, poi un mezzo " giro della morte " e giù in picchiata verso il bosco. Cosa ha visto il pilota? Dalle pendici del Rocciamelone assistiamo alla scena con il binocolo. Un bagliore improvviso rossastro, una luce intensissima: un attimo dopo, su in alto, si accende una striscia di fuoco, come il getto di un razzo, e un punto luminosissimo bianco, perfettamente circolare, più simile ad un piccolo satellite che ad un disco volante (ad altissima quota, in direzione opposta a quella dalla quale sono comparsi i caccia), sparisce all'orizzonte, dietro le montagne.
Per ore e ore, stanotte, la gente in Val di Susa, a Torino, a Caselle è rimasta con il naso all'insù a spiare inutilmente gli oggetti misteriosi. Per occhi non abituati (a volte anche per quelli abituati) a scrutare il cielo gli inganni sono molteplici. Ne sanno qualcosa piloti ed osservatori militari. Ne sono stati segnalati tre verso Moncalieri, tre su caselle, due in Val di Susa, uno su Aosta, uno su Pinerolo: c'erano insomma più dischi che stelle.
Il " radar " non ha individuato oggetti misteriosi se non quando verso le 17,30 è stato chiesto l'intervento dei caccia. Secondo la procedura ormai nota il radar di Caselle ha contattato l'oggetto misterioso ed ha chiesto a linate, Capo Mele e Mortasa se lo vedevano.
Contemporaneamente veniva avvertito il comando aereo di Milano. Si sono incrociate nello spazio le chiamate radio che invitavano l'eventuale pilota clandestino a qualificarsi e dare in codice posizione, nazionalità e sigle del velivolo. Silenzio. Allora sono stati fatti alzare i caccia che hanno incrociato a lungo in Valle di Susa.
Molte persone, centinaia, avrebbero notato l'"oggetto" mentre si dirigeva da Caselle verso il Musinè. Il centralino telefonico di Caselle è impazzito e per un'ora circa è stato impossibile mettersi in comunicazione con l'aeroporto. Quando la situazione si è normalizzata, la centralinista ha affermato con voce affranta: " Se non finisce questa storia, dovremo metterci in sciopero ".
I caccia hanno avvistato l'Ufo, ma non sono riusciti ad intercettarlo. Evidentemente la velocità di 4 mach (5000 km) dei dischi (registrata dai tecnici aeronautici) non permette inseguimenti. L'Ufo si " accomiata " dagli inseguitori quando vuole. Scompare letteralmente alla vista. Come la prima puntata di un film di fantascienza. Ma poi che cosa potrà accadere? Finora i misteriosi oggetti non hanno rivelato intenzioni moleste. Si limitano ad osservarci dall'alto. Forse hanno tentato qualche atterraggio. Nel campo delle supposizioni restano valide quelle di sempre, oggetti telecomandati di qualche potenza mondiale o astronavi di altri abitanti dell'universo. Un intercettamento, un inseguimento troppo ravvicinato, la necessità di liberarsi degli inseguitori, quali reazioni potrebbero avere? Già se ne parlava l'altro giorno commentando l'impresa di Riccardo Marano che su un Piper ha seguito un Ufo fino a Voghera: " Ha avuto un bel coraggio a star dietro a quella cosa senza sapere di che si trattasse. Si possono correre rischi anche gravi. Chissà con quali mezzi di difesa è equipaggiato un Ufo? ".

Ritrovo
In Val di Susa c'è il punto di ritrovo degli oggetti misteriosi. Tutti d'accordo. Sembra il salotto del circolo degli Ufo. C'è chi - tra i più preparati in " ufologia " - sostiene che il fenomeno è dovuto al fatto che il Musinè è una montagna radioattiva e può servire di riferimento agli oggetti misteriosi. Non passa notte che in due o tre punti della valle non si notino dischi volanti, in movimento o addirittura posati in bilico sulle pendici del Rocciamelone. Alla frazione Urbiano di Mompantero gli abitanti segnalano tre spiazzi erbosi dove l'erba schiacciata e bruciacchiata alla base dei pali di una vigna testimonierebbero altrettanti atterraggi. Precisano che uno sarebbe avvenuto alcuni giorni fa, il 1° novembre ("era di giovedì, prima sera di "Rischiatutto"", precisano) e che poco dopo è stato segnalato un incendio sulle pendici del Rocciamelone. Contemporaneamente ed in altre occasioni sono stati registrati forti abbassamenti di tensione nella corrente elettrica e disturbi alle ricezioni televisive, segnalazioni che si accumulano anche a Torino ed in altre zone del Piemonte. Le testimonianze non si contano più. Ma riportiamo questa di Carmen Perino perché ha aspetti insoliti: come parlano gli ufo? O meglio, quali rumori emettono i loro misteriosi motori?
" Quando ho visto il disco la prima volta - racconta la Perino, 19 anni, studentessa - mi sono spaventata e sono tornata indietro, a casa di una mia amica. Poco dopo siamo andate sul balcone ed era di nuovo comparso. E' rimasto lì un momento, poi è sparito. La mia amica ha detto di averlo visto altre volte. Si accendeva di colpo e poi scompariva. Sono andata a casa e l'ho rivisto. Si è spostato su quella montagna, un po' sopra Piangelassa, un po' sopra il lampione della Losa, sopra Chiomonte. Quella sera che si è posato vicino al ripetitore della Tv e lo abbiamo sentito…".

Il rumore
- Sentito cosa? - " Il rumore dell'Ufo… All'inizio è come quello di un caccia. Forte, un sibilo assordante, è come si sente quando atterra un aereo. Erano le 11. Il rumore continuava e mi sono fatta coraggio. Ho detto: "Deve essere un aereo". Poi ho pensato: "Impiega troppo ad attraversare il cielo per essere un apparecchio". Ho ascoltato meglio. Non era il rumore di un aereo, era un suono come "Vvvvv-ssss, vvvvv-ssss". Lo sentivo proprio sopra casa mia. Poi è scomparso di colpo. Dieci minuti dopo l'ho risentito e mi sono affacciata. Era sopra la casa. Ieri sera mio padre l'ha osservato con il binocolo. Dice che ha la stessa forma dell'oggetto fotografato da Contin, quelle che avete pubblicato ".
- E sul Rocciamelone, verso la cima, lo vedete spesso? - " Si, spesso ". E così andiamo per vedere l'incendio del giovedì del "Rischiatutto" e l'erba schiacciata. Ci accompagna per un tratto un giovane montanaro, grassoccio, la pipa in bocca, l'aria rubiconda. Ma alla prime curve dice che la salita è troppo lunga, spezza le gambe; insomma si capisce che la storia di quei dischi non gli piace molto.
L'erba è effettivamente schiacciata, come da un forte getto d'aria dall'alto. Ma chi ci giurerebbe? C'è anche qualche palo di vigna bruciacchiato. Ma lo fanno a volte gli stessi contadini per non far marcire il legno. Saliamo ancora, c'è neve, la macchina si arrampica con difficoltà. Oltrepassiamo il Truc, verso la vetta. Ad un paio di chilometri, nonostante i massi nel bagagliaio, l'auto slitta due o tre volte e infine si ferma.
Continuiamo a piedi. Tota, l'autista, ci chiama. Su un breve tratto di sentiero ci sono impronte ed orme strane. La prima idea è che qualcuno abbia camminato con le racchette da neve. Ma bisogna escluderlo. Come anche è escluso siano orme di animale. Non ci sono orsi in quella zona e gli orsi comunque non hanno dieci dita come le impronte che - caso strano - compaiono all'improvviso vicino ad uno spiazzo erboso (neve sgelata da una fonte di calore?) e finiscono altrettanto improvvisamente. Le fotografiamo, più per scherzo che per altro. Ma c'è almeno una punta di curiosità che è superiore al timore di passare per matti: che avesse ragione il pacato montanaro a non voler salire?
Scritto da Mario Bariona.

(Stampa Sera del 5 dicembre 1973)


Globi di luce e plasma che riflettono le onde dei radar - Un'ipotesi: sono "fulmini globulari"

Fra le ipotesi avanzate per spiegare la natura di quei "dischi volant" luminosi che sono stati visti nel cielo del Piemonte, una non abbiamo trovato, ed è quella che a noi sembra più attendibile: che si tratti di fulmini globulari. Sono, questi, delle meteore che molti hanno visto, che alcuni meteorologi sono propensi a discredere come favolosi, ma che sono stati fotografati e hanno trovato spiegazioni scientifiche, tra l'altro dal noto fisico sovietico P.L. Kapitza.
Osservatori imparziali hanno testimoniato che globi di luce, di vario colore sono stati visti rimaner sospesi nell'aria o vagare erraticamente in essa, talvolta infilarsi nei camini, scivolare lungo recinti e fili del telefono. Alcuni sono pulsanti, altri sono formati da collane di palle minori e si presentano allora di forma elongata. L'aria temporalesca sembra presentare condizioni favorevoli al loro formarsi; ma si producono anche a cielo sereno.
La natura del fenomeno è tutt'altro che chiarita. Tuttavia, se questa meteora è apparentata al fulmine lineare, bene si spiega che si renda visibile su uno schermo radar, perché materia del fulmine è aria ionizzata, plasma, cioè sostanza conduttrice di elettricità che perciò riflette le onde radar.
Per tentare una spiegazione del fenomeno (che non sapremmo formulare di nostra invenzione), ci atteniamo suppergiù all'ipotesi di Kapitza: in un'aria perturbata dal temporale, le scariche atmosferiche producono onde elettromagnetiche che, per essere riflesse dallo zig-zag del fulmine stesso (fin che dura), nonché dal terreno, possono interferire fra loro e creare onde elettromagnetiche stazionarie nei cui "ventri", l'energia può essere tanto alta da ionizzarvi l'aria, cioè portare questa allo stato di plasma. I fulmini globulari a collana potrebbero sorgere dalla formazione di più sfere in ventri adiacenti. I moti capricciosi della meteora (e cioè del disco volante) si potrebbero spiegare con la mobilità con cui nei fenomeni elettromagnetici sopra descritti si spostano i nodi e i ventri delle onde, che stazionarie in senso assoluto non sono.
Un'osservazione vorremmo aggiungere per conto nostro. Dischi volanti luminosi e fulmini globulari si hanno anche a cielo sereno, in assenza di temporali. Questi "fulmini a ciel sereno" potrebbero trovare una spiegazione in onde elettromagnetiche, prodotte non dai fulmini lineari ma di fattura umana, usate per le telecomunicazioni che, interferendo con quella parte di esse che viene riflessa dal terreno, produce quelle onde stazionarie che, secondo Kapitza, sarebbero alla base del fenomeno. Quest'ipotesi spiegherebbe la ricomparsa della meteora negli stessi luoghi.
Didimo.

(La Stampa del 5 dicembre 1973)


Le misteriose apparizioni viste e fotografate in Valle Susa
Cosa dicono i testimoni: una sfera di luce bianca, rossa, blu pulsava come un cuore - Una donna ha udito uno strano rumore: "Sembrava un aereo disperso che volesse atterrare" - Ha aperto la finestra: una visione arcana - Ma c'è anche chi lavora di fantasia: un'orma lunga 40 cm, con 10 dita

(Dal nostro inviato speciale) - Susa, 4 dicembre.
Tre caccia a reazione hanno incrociato a lungo, oggi, sullo Chaberton. Le bianche scie di condensazione, rigavano il cielo. Durante le loro evoluzioni sono giunti sino a Bardonecchia. Verso le 17, gli aerei se ne sono andati. " Davano la caccia ai dischi volanti ", è stato il commento in Val Susa. Sono in pochi ormai a non credere alla presenza degli oggetti volanti non identificati, luminosi, a forma di sigaro o di sfera, di colore bianco, rosso e viola. Le testimonianze si accavallano: chi è stato zitto fino a ieri adesso si è fatto coraggio e parla.
" Non volevo mi tacciassero di visionaria - racconta la signora Giuseppina Littera - per questo ho taciuto; ma quando ho saputo che altri confermavano questi fenomeni, ho deciso di parlare ". La signora Littera abita a Urbiano, una frazione di Mompantero, presso Susa. Suo marito è un ex carabiniere, ora fa la guardia giurata. Hanno tre figli: Paola, di 18 anni; Simona, di 16; e Claudio, di 4. Forse il suo è uno dei primi avvistamenti di "oggetti volanti" in valle.
Una quindicina di giorni orsono, di sera, la signora Littera stava guardando Rischiatutto. E' mancata per 30 secondi la luce. Quando è tornata, la signora si è recata in bagno. " Ho udito un rumore strano - racconta - come quello di un aereo che girasse sulla zona e non sapesse dove atterrare. Sembrava che i motori non funzionassero bene. Mi sono detta: speriamo che non precipiti qui; pensavo ai miei bambini. Ho aperto la finestra dopo aver tirato su la tapparella: c'era un vento forte, caldo; verso Arquà, ai piedi del Rocciamelone, il cielo aveva colori blu, violetto, rosso, arancione. Ho chiamato Paola ".
I colori si sono disposti in due semicerchi, in mezzo si è formata una luce bianchissima. Anche Simona è venuta a vedere, poi se n'è andata a letto perché l'indomani doveva alzarsi presto.
Ed ecco l'arcano: " Tra le cime degli alberi, a 400 metri di distanza circa da noi - spiega la Littera - è apparsa una luce argentea con bagliori metallici: prima una, poi due; nello stesso istante si è formata una "u", la cui base è diventata rossissima come una brace; la "u" si è capovolta ed è diventata rotonda, con colori blu, viola, bianchi ". Mentre parla, la signora tradisce ancor oggi un leggero tremito alle mani; mostra un vassoio d'argento per indicare il colore che più le è rimasto impresso nella memoria. " Per tre volte - prosegue il racconto - quella luce ha avuto una pulsazione, come un cuore che pompasse ".
A questo punto, la signora Littera si è recata al piano superiore e ha chiamato il ragionier Emilio Poletto, che stava giocando a carte con due amici: Fiorangelo Forno e Roberto Rosso, assessore alle finanze di Grugliasco. " Avete visto fuori - ha detto la Littera - che cosa sta succedendo? ". I tre, stupiti, sono andati alla finestra ma non hanno visto nulla. "Capisce perché ho preferito tacere fino ad ora ", spiega la signora Lettera. C'è però la testimonianza di Paola, rimasta nel bagno a seguire l'evolversi dello strano fenomeno: " Ho visto la "u" staccarsi da terra e andare dietro la Luna, da dove è partito un raggio luminosissimo". Questo volo sino al nostro satellite naturale rende strabiliante oltremodo il racconto. Tutti escludono che Giuseppina Littera possa ever avuto un'allucinazione; quanto ha visto sarebbe stato confermato dalla famiglia Cacciabue, che abita poco distante.
Ma perché è mancata la luce? Chi sostiene la presenza di "dischi volanti" in Val di Susa, fa l'ipotesi che essi ricavino energia dai fili dell'alta tensione. A Venaus, presso Susa, c'è una centrale elettrica dell'Enel. Chiediamo spiegazioni ai tecnici sull'interruzione di energia. " Si è trattato d'un errore manuale - spiegano - è stato fatto scattare per sbaglio un interruttore. Una manovra che non andava fatta e alla quale si è posto subito rimedio ".
A Venaus c'è un'altra testimonianza: la signora Nina Fumagalli (il marito lavora alla centrale Enel) ha visto il globo di fuoco fotografato dallo studente Contin. " Ero in auto con mio figlio e mia figlia - spiega la signora - sulla salita del Moncenisio; tornavamo a casa, quando ho visto una sfera di fuoco attraversare la valle, poi scendere di colpo verso terra. Ho raccontato il fatto a mio marito e basta. Avevo timore di passare per una visionaria ".
Parlano in molti adesso, forse troppi perché tra tante testimonianze valide ve ne sono parecchie false. " Ogni sera alle 17 il disco volante esce dalle montagne di Pian Gelassa e vola verso Bardonecchia ", sostengono molti. Questa sera, alle 17 circa, da Pian Gelassa (per chi era in Val di Susa) è spuntato un satellite artificiale, un pallone sonda o il pianeta Giove, tre volte più luminoso di Venere. Qualcuno forse è stato tratto in inganno. " I vigili del fuoco sono corsi a spegnere l'incendio d'un prato, dove era sceso un disco volante ", ma il prato è uno spiazzo dove l'erba è stata calpestata dai bambini, i più divertiti dalla caccia agli oggetti misteriosi. " Vi sono orme mostruose sulle pendici del Rocciamelone, tra il Trucco e Ca' d'Asti, sono di un piede lungo quaranta centimetri con dieci dita, il tallone marcato ", queste impronte sarebbero state fotografate. Vedremo. Nella zona c'è neve e ghiaccio, oggi era impossibile salirvi.
Scritto da Piero Cerati.

(La Stampa del 5 dicembre 1973)


I "dischi volanti" avvistati in Piemonte - "Ufo", al limite del credibile
Si accavallano le testimonianze di chi ha visto globi, che vibrano ed emettono fasci cangianti - Nel capoluogo piemontese le "apparizioni" si contano a centinaia - Tutte le descrizioni coincidono - Si tratta di satelliti, palloni sonda, astronavi extraterrestri o, più semplicemente di fulmini globulari? - Analizzati a Firenze e in Brasile alcuni reperti di "dischi volanti" precipitati - "Lo stagno più duro trovato sulla terra"

A Torino
Ancora Ufo. Ancora globi, sigari, dischi, palle lucenti. E fumi, scie, masse gelatinose che scivolano nel cielo di Torino. Silenziosi o con un lontano ruggire di motori, pulsano, vibrano, emettono fasci cangianti. Stando alle centinaia di telefonate che hanno bloccato ieri il nostro centralino la città è accerchiata da decine di Unidentified Flying Objects. Ieri una notizia incontrollata parlava addirittura di un atterraggio: un Ufo sarebbe sceso nei pressi di Bardonecchia e poi, dopo alcuni minuti, risalito in cielo. " C'è una traccia sull'erba, un cerchio carbonizzato ". Sono corsi in molti, con ansia e timore: nulla se non un prato " bruciato " dal gelo.
Ma Torino è in subbuglio. " Una stella mobile, la vedo dalla finestra. Anzi non è una stella: è qualcosa che ruota, luminoso color oro. Adesso è diventato rosso sangue, ora si attenua. Gira, gira, scompare ". " Sono un radioamatore, in gioventù ho volato e non soffro di allucinazioni. Qui da corso Allamano, sulla verticale di Orbassano, c'è un globo lucente. Ha le dimensioni di una stella di seconda grandezza, pulsa. In 2 minuti ha attraversato tutto il cielo".
E ancora " apparizioni " a decine, a centinaia. Villastellone, La Barca, Rivalta, Robassomero, Caselle, tutti i paesi della Val di Susa. Le descrizioni coincidono: luce cangiante ora vivida ora tenue. C'è chi riferisce tecnicamente: "Forma ellittica, una velocità di circa 4 mach ".
E chi balbetta apprensivo: " Una "cosa" che batte come un cuore ". Donne sorprese dalla " visione " mentre guardavano dalla finestra, uomini che hanno bloccato l'auto per " vedere meglio quel corpo strano ".
Fin qui i profani, quelli che il " fenomeno Ufo " ha preso alla sprovvista con le repentine ed inattese " visite " di questi giorni. E gli esperti, i tecnici? Le voci ufficiali tacciono. Tentano di sminuire la portata del fenomeno o di riportarlo alle sue giuste dimensioni. Smentiscono categoricamente l'arrivo di un ufficiale della Nato.
Avrebbe dovuto interrogare i piloti ed i radaristi di Caselle, vagliare il loro racconto, confrontare le versioni. Secondo alcuni esperti di aeronautica, gli americani sarebbero in possesso di un dossier in cui sono catalogate le orbite di tutti i 2500 corpi estranei che ruotano attorno alla Terra: satelliti artificiali, rottami ed ultimi stadi di missili. Ma al di là delle smentite ufficiali c'è chi assicura che il tecnico della Nato è giunto realmente: " Esiste un fonogramma "top secret" che lo prova ".
Ieri abbiamo vagliato tutte le segnalazioni sugli Ufo "torinesi" in compagnia di uno dei maggiori esperti italiani nel discusso campo dei fenomeni spaziali, Gianni V. Settimo, fondatore nel 1949 del primo centro studi che si sia occupato di Unidentified Flying Obiects: " La fantasia su questo argomento è andata molto al di là della ricerca scentofica. Però c'è una analisi statistica che può chiarire il problema e condurlo a dimensioni accettabili per tutti: un comunicato ufficiale dell'United States Air Force. Dopo 18 anni di studi i tecnici hanno dichiarato: "Su un totale di 8908 denunce, 663 oggetti non possono in alcun modo ricollegarsi ad aeromobili noti o a fenomeni comunque spiegabili".
Dobbiamo inserire fra questi casi anche quelli di questi giorni? O pensare che i piloti che hanno visto l'Ufo, quello che l'ha inseguito, il radar che lo ha captato siano tutti vittime di allucinazioni? E coinvolte in una psicosi collettiva le centinaia di persone che ci hanno telefonato? Gianni V. Settimo ha ascoltato con particolare interesse il racconto di un posteggiatore Aci di Caselle, Franco Azzardo, 35 anni: " L'altra sera ero sul piazzale dell'aeroporto ed ho alzato gli occhi al cielo. Ecco un globo giallastro: vicino, grande, solo. Una "palla da rugby" inchiodata nel buio sopra la Ciriè-Lanzo". Erano le 13,15. Azzardo è corso alla torre di controllo, ha avvisato il maresciallo di turno. I tecnici hanno assicurato di averlo visto. Poi si è dileguato spegnendosi poco alla volta. Il radar non ha captato nulla: era sparito.
Ieri la città si è riempita di fotografi dilettanti. Occhi al cielo, obbiettivo aperto, hanno frugato l'universo stellato, alla ricerca di un punto mobile, d'una luce più viva, di un corpo pulsante. E ad ogni avvistamento, ad ogni foto, una nuova telefonata d'allarme: " Verso Susa ", " Sopra il Musinè ", " Tre globi sfarfallano sul monte dei Cappuccini ", " Il castello di Rivoli ha una corona di Ufo ".
Un " allarme Ufo " tra fantasia e realtà. Torino che vive le sue notti fra apparizioni sconosciute. C'è chi, in questo delirio di segnalazioni, giustifica il suo scetticismo camuffando ragionamenti da S.Tommaso sotto il paludamento d'una logica cartesiana. Chi, dubitando, afferma: " Non è vero ma ci credo ". E chi infine ricorda: " I globi luminosi sono come le sirene d'antica memoria. Forse solo lo specchio di nostre vecchie incertezze e di nuove paure ".
Renato Rizzo.


Tre episodi

(Nostro servizio particolare) - Roma, 4 dicembre.
Gli avvistamenti di oggetti luminosi sconosciuti, in volo sul Piemonte, ripropongono ancora gli interrogativi di sempre. Esistono o non esistono? Sono macchine reali o allucinazioni? Sono armi segrete delle grandi potenze o macchine rivoluzionarie provenienti da altri mondi? Rispondere a questi interrogativi non è facile, e non saremo certo noi a farlo per imporre poi le nostre conclusioni ai lettori. Infondo tutti desiderano essere informati, ma nello stesso tempo ognuno di noi invoca la massima libertà per tirare da solo le proprie conclusioni, di qualunque genere esse siano. Ma poiché il credere o il non credere è solo l'atto conclusivo di un'analisi che deve abbracciare il maggior numero possibile di fatti, ci limitiamo a ricordare al lettore tre eventi, così come sono stati riferiti dalla stampa dell'epoca. E lasciamo a chi legge il piacere di concludere nel modo che più gli aggrada.
Il primo è accaduto a Firenze. Il 27 ottobre 1954, durante una partita di calcio allo stadio comunale, arbitro e giocatori rimasero contagiati dalla curiosità che aveva già spinto gli spettatori a disinteressarsi della partita e a guardare le evoluzioni di un gruppo di dischi volanti. L'incontro fu sospeso per una decina di minuti, cioè fino a quando la misteriosa formazione si allontanò verso Fiesole, scomparendo poi alla vista. " Tutta Firenze con il naso in su per osservare i dischi ", era stato il titolo con cui il giorno dopo un quotidiano cittadino diede notizia dell'avvistamento.
Durante il sorvolo della città i dischi avevano però lasciato cadere strane ragnatele lucenti, che erano andate a posarsi un po' dappertutto. Alfredo Jacopozzi, laureando in ingegneria, raccolse un po' di questa sostanza, la depose in un tubo di vetro sterilizzato, e la portò al professor Giovanni Canneri, direttore dell'istituto di chimica analitica dell'Università di Firenze. Con l'assistenza del professor Danilo Cozzi, lo studioso fece prima un esame microscopico e successivamente un esame spettrografico. Fotografato e analizzato, lo spettro rivelò il suo segreto. " Il residuo fusibile mostra contenere boro, silicio, calcio e magnesio - dichiarò poi il prof. Canneri. - In linea puramente ipotetica la sostanza esaminata nella scala microchimica potrebbe essere un vetro borosilicico ".
Qualcuno obiettò che il richiamo ad una pura ipotesi dimostrava che la sostanza non era un vetro borosilicico. In secondo luogo sembrò verosimile immaginare che il prof. Canneri non si fosse mai trovato di fronte ad una sostanza di quel genere, altrimenti non avrebbe avuto difficoltà ad individuarla in tutta la gamma dei suoi particolari. Di che cosa si trattava, allora? Anche se non fosse caduta dai dischi, come spiegarne la discesa dal cielo? La " pioggia di capelli d'angelo " è un fatto molto frequente ed è stato osservato in molte altre parti del mondo in concomitanza con il passaggio di oggetti non identificati.
Il secondo fatto accadde nel dicembre 1954 a Campinas, una città di circa 300 mila abitanti nello stato di S. Paulo (Brasile). Il " Correio popular ", un quotidiano del luogo, seguì la vicenda e riferì i dettagli. La sera del 13 dicembre tre oggetti luminosi erano apparsi sulla verticale della periferica a Sud-Ovest della città. Durante una evoluzione il disco si abbassò moltissimo, sprigionò una luce vivissima e lasciò cadere un liquido simile ad una pioggia d'argento. Una donna che aveva seguito i movimenti del disco a breve distanza, si avvicinò per raccogliere quello strano materiale ma dovette ritrarre subito la mano: la chiazza metallica, larga una decina di centimetri emanava un calore fortissimo. Una volta raffreddato, il materiale fu raccolto e portato ai laboratori Young, di S. Paulo, per le analisi metallografiche. Al termine delle analisi il capo dei laboratori dichiarò: " La sostanza analizzata contiene l'88,91 per cento di stagno chimicamente puro e l'11,9 per cento di ossigeno, che proviene dall'ossidazione con l'atmosfera. Posso pertanto affermare categoricamente che questo è lo stagno più puro mai trovato sulla terra. In nessun posto nel pianeta si può ottenere una concentrazione elevata come questa e con un grado di purezza così alto. Devo inoltre osservare che lo stagno preparato per usi industriali contiene soltanto il 75 per cento di questo elemento, essendo per il resto composto da altri elementi come ferro, antimonio, piombo ".
Il terzo fatto è stato riferito dal quotidiano O Globo di Rio de Janeiro nella sua edizione del 14 settembre 1954. Alcuni testimoni che all'imbrunire si erano attardati sulla spiaggia di Ubatuba, nei pressi di S. Paulo, avevano visto un " disco volante " giungere dal mare a bassa quota, impennarsi di colpo e poi esplodere con fortissimo fragore e liberando un bagliore accecante. Qualche istante più tardi una pioggia di frammenti metallici incandescenti incominciò a cadere in acqua e sulla spiaggia.
Alcuni di questi frammenti furono portati al Mineral Production Laboratory, presso il ministero dell'Agricoltura brasiliano. L'analisi rivelò che si trattava di magnesio puro, senza alcuna traccia delle impurità che di solito caratterizzano anche i campioni del magnesio più puro prodotto nei nostri laboratori.
Bruno Ghibaudi.

(La Stampa del 5 dicembre 1973)


Le ipotesi sui misteriosi "Ufo" uno degli enigmi dell'universo

I dischi volanti , che appaiono, scompaiono, ritornano e danzano nel cielo come farfalle capricciose, sono parenti stretti, direi fratelli, della parapsicologia. Che qualcosa di vero ci sia, in tanti racconti di avvistamenti, è fuori dubbio (gli schermi-radar non soffrono di allucinazioni); ma di " che cosa " si tratti, esattamente, non la sa nessuno. Secondo legame di parentela: la scienza ufficiale, Quella dei professori con barba e finanziamenti governativi, è ugualmente restia ad occuparsi dell'uno come dell'altro ordine di fenomeni. E' certo che esistono trasmissioni di pensiero a distanza, la statistica è troppo ricca per poterne ragionevolmente dubitare, così come è certo che esistono guaritori dallo strano fluido, maghi e santoni, eppure nessuna università seria (un tentativo è stato fatto, a nostra conoscenza, soltanto a Leningrado, ed è finita male) ha mai istituito un corso ragionevole di studi, e tanto meno organizzato un piano sistematico di ricerche sui fenomeni telepatici, sulle onde (e di che tipo?) che volerebbero dal cervello emittente a quello ricevente e così via in un fruttifero scambio di informazioni.

Dal '43
La stessa cosa accade anche per i dischi volanti; a parte l'inchiesta estremamente riservata compiuta negli anni tra il Cinquanta e il Sessanta dall'Aeronautica degli Stati Uniti ( il famoso Blue Book) e conclusa con un " non luogo a procedere " che ha lasciato molte perplessità (perché ammetteva l'esistenza di casi per i quali non era stata trovata alcuna spiegazione) nessun istituto ufficiale ha mai cominciato un esame " ad hoc " del problema. Esistono, anche qui a Torino, associazioni di volontari che si occupano di raccogliere documentazione sugli Ufo, ma nulla più.
Sta di fatto che sin dal 1943, nel colmo della guerra, i combattenti delle due parti cominciarono ad avvistare bizzarri oggetti volanti che non potevano riconoscere in alcuna macchina bellica nota; gli americani diedero il nome di Flying Sauerkraut a questi oggetti supposti tedeschi. Ma tedeschi non erano, come si accertò dopo la guerra, e si seppe che anche i tedeschi erano preoccupatissimi per gli stessi misteriosi volatori che, in realtà, non erano né inglesi, né americani, né russi. Che cosa erano?
Da allora gli oggetti unidentified hanno conquistato il cielo e si videro un po' ovunque, a forma di dischi, di ellissi, di sfere, di sigari, doppi sigari, piattelli, con volo a zig zag, soste, balzi rapidissimi, con la luminosità brillante o opalescente, intermittente o fissa o pulsante, apparvero sui radar, ne fecero di tutti i colori, si lasciarono persino inseguire dai più veloci apparecchi da caccia. Ma sfuggivano sempre, il generale interessato bloccava le notizie, tutto si ricomponeva nell'ordine e nella quiete della perfetta regolarità burocratica.
Anche questa volta a Caselle, possiamo essere profeti, accadrà così.
E tuttavia, e tuttavia… La domanda resta. E allora riscriviamo, ancora una volta quello che tante volte abbiamo già detto, ed hanno detto ben più autorevolmente di noi studiosi di tutto il mondo. Il novantasette-novantotto per cento di tutti gli avvistamenti hanno una loro precisa spiegazione: 1) formazioni nuvolose (siamo in possesso di foto, scattate in Svizzera e in Cecoslovacchia, che "rivelano" perfetti dischi volanti, e invece sono nubi formate dal Foehn); né ci si dica che un abile pilota non può lasciarsi mai ingannare, non è cosi'; 2) meteora o stella filante, sebbene queste manifestazione non avvengano solitamente di giorno, ma talora la dimensione e l'incisione della "pietra stellare" che penetra nell'atmosfera può essere tale da giustificare l'equivoco; 3) miraggi, vale a dire riflessioni apparentemente irregolari di una fonte luminosa; 4) prototipi di aerei; anche questo caso è possibile, e forse frequente, sarebbe ingenuo credere che Stati Uniti, Russia, Inghilterra non preparino nuovi tipi di aerei, anche rivoluzionari, e rivelino subito i loro segreti militari agli altri; 5) palloni sonda: è un'ipotesi che vale, certamente, per il cinquanta per cento degli avvistamenti. Sarebbe errato pensare che un pallone-sonda si presenti sempre alla vista come il bel palloncino rigonfio che se ne va planando sulle correnti aeree; 6) satelliti artificiali o parte di essi in fase di distruzione.
E poi? A questo punto rimane l'ipotesi più suggestiva, quella a cui pensano, più o meno coscientemente, tutti gli appassionati del cielo, i romantici, i sognatori, gli inquieti: l'ipotesi dei visitatori misteriosi che giungono da altri mondi, gli extraterrestri, gli alieni, i mèssi di pianeti e stelle lontane, cauti e sospettosi (più che a ragione!) di questa Terra e desiderosi di ben conoscerla prima di presentarsi. E' questa l'ipotesi che anche il mio cuore vorrebbe. Ma freniamo gli entusiasmi, non c'è la minima prova concreta che sia così.

Altre vite
C'è soltanto, ed è importante , la certezza che "può essere" così. Hermann Oberth, il non dimenticato padre, insieme a Ziolkowski, della moderna missilistica, ha tratteggiato con straordinaria chiarezza, pochi anni fa, un quadro preciso della situazione al momento attuale delle nostre conoscenze. Sappiamo, egli ha scritto, che tutto l'universo, dalle più lontane galassie percettibili solo con i radiotelescopi al nostro sistema solare, è fatto della stessa materia prima. Le analisi spettrografiche non lasciano dubbi, immense nebulose esterne contenenti centinaia di miliardi di Soli sono fatte, come noi, di idrogeno e ossigeno, elio e azoto, carbonio e ferro. Le stesse leggi della fisica valgono ovunque. Delle stelle a noi più vicine, ogni anno o quasi si scopre che qualcuna possiede un proprio sistema solare, un insieme di pianeti che avvolge l'astro centrale: è il caso di 31 Cygni, Tau Eridani ecc. perché proprio soltanto la Terra, questo insignificante pianeta del sistema solare, terzo in ordine di distanza dal suo Sole, deve albergare la vita, e una vita intelligente?

Le stelle
E non vale dire che non c'è vita sulla Luna, e che probabilmente (molto probabilmente) non c'è vita intelligente sugli altri pianeti del nostro sistema solare, Venere, Marte, Giove. Soltanto nella nostra Galassia, una fra tanti miliardi, ci sono centomila milioni di stelle, e ciascuna di esse può avere uno o dieci o cento pianeti.
E' dunque probabile (direi certo, ma questa è una parola troppo superba per chi ha il culto della scienza) che esistano nel nostro universo - e pensiamo che sia il solo universo, molti astronomi cominciano a pensare che possano coesistere "più universi" - infinite altre forme viventi al di fuori di noi, più o meno evolute, in relazione a una scala di tempi che fatichiamo ad immaginare (l'uomo "pensante" esiste forse da cinquecentomila anni, l'Universo esiste da almeno dieci miliardi di anni). Perché qualcuna di queste razze non potrebbe aver raggiunto la capacità , che a noi ancora sfugge, del volo interstellare?
Non voglio dire con questo che gli amici di Caselle abbiano veramente assistito a un fatto che sconvolgerebbe la storia dell'umanità più di tutte le guerre passate messe insieme, la prima presa di contatto fra l'uomo e gli esseri di altri mondi. Penso che non sia così, sarebbe troppo bello.
Ma l'incognita, e lo stimolo al pensiero, rimangono.
Umberto Oddone.

(La Stampa del 4 dicembre 1973)


Piemonte, dischi volanti - Da qualche giorno appaiono frequenti nel cielo
Li hanno visti a Caselle, osservati sugli schermi-radar, inseguiti vanamente con aerei - Le dichiarazioni dei testimoni oculari - Strano oggetto celeste fotografato da un amatore, a Rivalta.

Si alza in veloci cabrate, si lancia ruotando in inverosimili picchiate. Va, viene, scompare e ritorna. Una lucciola enorme e cangiante che da alcune notti vibra nei nostri cieli. Un oggetto volante non identificato: un Ufo.
L'hanno vista in molti, una luce mobile fra le stelle fisse. A volte un agglomerato abbagliante di gas, a volte un globo di metallo incandescente. Solo o con un piccolo stormo di compagni. L'ha captato l'altra sera il radar dell'aeroporto di Caselle: " Un punto materiale luminoso, fermo o che si muoveva ad una velocità ridottissima. Si è spostato verso Ovest con un movimento graduale dirigendosi verso l'imbocco della Valle di Susa. Sembrava una stella con luce molto intensa ". E il pilota di un "Piper" ha inseguito per alcuni minuti questo globo cangiante, fino a quando è scomparso nello spazio lasciandosi dietro una breve scia rossastra.
Riccardo Marano, 28 anni, pilota professionista da cinque è stato avvisato dalla radio dell'aeroporto mentre stava atterrando. Erano le 19 e il microfono del suo apparecchio da turismo ha gracchiato: " Ora mi è passato di scatto da prua a poppa. Sta andando in verticale. Velocissima, incredibile. Se ne va, se ne va, è scomparsa ".
Come un film di fantascienza. Tecnici immobili davanti allo schermo di un radar, affascinati da "un oggetto strano più o meno delle dimensioni di un Dc8 ". E intanto altre comunicazioni. La voce del comandante Mezzalami da bordo del suo aereo proveniente da Parigi ha detto: " Lo vedo bene ora che scendo. Adesso che sono sulla pista lo noto ancora più nitidamente. Più luminoso di una stella, più lucente di un satellite ". A terra ha poi aggiunto: " Non faccio ipotesi, dico solo che era una cosa strana. Al limite, come spesso accade, soltanto un pallone sonda, uno stormo di uccelli ".
C'è chi dice che l'" oggetto " viaggi ad una velocità di circa 4 mach - quasi 5000 chilometri - con scatti verticali ed orizzontali. E gli esperti commentano: " A questa velocità vanno soltanto i missili ". Intanto le " apparizioni " si accavallano. Ora l'Ufo lo vedono tutti a tutte le ore. Anche ieri: " Verso ponente a circa 2000 metri. E' come una stella bluastra ". "Una luce violenta. Ho pensato ad una cometa ". " Si accende, si spegne. Vola rapido come un fulmine ".
Ancora decine di testimonianza dalla Val di Susa. " Sopra il musinè se ne vedono ogni sera. Due, tre, uno stormo ". A Condove li hanno notati anche di mattina: " Alle sette di ieri - dice il portalettere del paese - ho visto una nube rossastra staccarsi dalle pendici del Rocciamelone ". " Una decina di giorni fa nella bassa valle c'era un "sigaro" arancione che volava verso Torino ".
Un importante documento cinematografico è stato " girato " a Rivalta da un cineamatore: l'obbiettivo inquadra per un minuto e 20 secondi uno strano oggetto oblungo che vola. " E ne passano quasi ogni pomeriggio: lenti, a volte sfarfalleggianti". Cinematografati, fotografati. Franco Contin, laureando in biologia, è riuscito giorni fa ad impressionare su lastra una "palla" luminosa sbucata dalla cresta del Frais: " Non è il primo oggetto volante strano che ho notato. Il 24 novembre una specie di grossa saponetta incandescente s'è fermata per qualche minuto sul Gran Seren. Quella del Frais era più piccola e meno luminosa: è rimasta immobile per qualche secondo in cielo poi, a velocità fantastica, ha compiuto una picchiata ed è scomparsa sui monti di Bardonecchia". Una nave madre con astronavi di appoggio? Dischi di diverso modello o "modificati" alla vista dalla densità dell'atmosfera? Oppure "masse" elettromagnetiche in grado di rimandare a terra anche le onde di un radar?
A Susa, ieri, centinaia di persone hanno visto verso le 17,30 due misteriosi oggetti luminosi, ovali: " Uno si muoveva a sbalzi, l'altro lo seguiva veloce, con scatti improvvisi. Sono arrivati dalla zona di Madonna della Losa e hanno compiuto, alti nel cielo, parecchie evoluzioni ". Poi all'imbrunire è comparso un grosso sigaro bianco che emanava raggi verso il suolo. " E subito dopo l'azzurro si è riempito di tanti puntini luminosi che si spostavano in tutte le direzioni ". I montanari che vivono sulle falde del Musinè o del Rocciamelone ricordano che da anni sopra le loro vette volano quasi ogni notte " palle di fuoco ", " dischi che lasciano scie color sangue ". Fantasia, realtà, allucinazioni, confusioni. Scettici o convinti sono in molti, però, quelli che in questi giorni scrutano il cielo con un segreto timore.
Renato Rizzo.

(La Stampa del 4 dicembre 1973)


Le testimonianze di chi ha visto:"Era un globo luminoso velocissimo"

Caselle, 4 dicembre. Stanotte il " disco volante " è tornato all'appuntamento di Caselle. Ad un tratto verso le 3,10 sull'aeroporto è comparso un punto luminoso rossastro e palpitante. Ma era molto alto e lontano. Ha brillato per qualche tempo poi è sparito.
Qualcuno ha gridato " Eccolo ". Ma i dubbi sono rimasti. Poteva essere una qualunque stella che tremolava e spariva a causa della foschia. Poi il punto luminoso è scomparso definitivamente dietro una montagna. Comunque il raggio del radar non lo ha individuato.
In compenso la notte scorsa l'oggetto misterioso era rimasto visibile, a bassa quota, quasi nello stesso punto per più di un ora. Sembrava grosso come una lampada e compiva tutta una serie di evoluzioni sorprendenti. Il " radar " lo ha inquadrato per tutto il tempo, fino alla solita improvvisa scomparsa a velocità impensabile.
Abbiamo le testimonianze di una guardia notturna dell'Argus, Domenico De Francesco e di un gruppo di autonoleggiatori di Caselle, Vitagliano, De Michelis e Crivellari.
- Si vedeva perfettamente. Sono usciti tutti a guardare: il maresciallo di servizio alla torre di controllo, agenti di polizia, guardie di finanza, e un gruppo di tassisti.
- Lo segnalava il radar. Avessi avuto la macchina fotografica… - dice il De Francesco, e continua: - Era una grossa cosa rotonda, un po' ovale. Pian piano si spegneva, si rimpiccioliva, la luce che diventava gialla rimaneva lì cinque dieci minuti, poi si spostava e tornava con luce regolare come una stella. A un certo punto giallo di nuovo. E rosso? " Rosso, mai. Poi a un certo punto è sparito e non l'abbiamo visto più. E' stato lì dalle 3,20 alle 4,15 circa. All'altezza della ferrovia. Suppergiù sopra il distributore della Shell. L'altra volta invece era perpendicolare qui sopra. Quando arrivavano gli aerei e si accendeva il radar il disco abbassava la luce e si spegneva. Poi si illuminava di nuovo. Sembrava un po' come due lampade antinebbia e l'effetto luminoso somigliava al cambio di luce, dai fari di posizione agli abbaglianti, nelle auto ".
Gregorio Vitagliano, autonoleggiatore, dice: " Ho visto una luce bianca. Una specie di disco che si alzava, si spostava a vista d'occhio: penso fosse 10-12 metri di circonferenza ".
Michele De Michelis racconta: " Da principio sembrava un pallone sonda, una luce fosforescente. Era fermo, poi si è spostato. Colore azzurro come una stella, con l'alone attorno ".
Duilio Crivellari: " Sì, aveva un alone vivo, acceso. Quando l'ho visto era fermo. Dopo un po' era in un'altra posizione. Faceva spostamenti rapidi. Non ho notato scie ".
Le descrizioni concordano con gli avvistamenti dei giorni scorsi, con i racconti del pilota Riccardo Marano che alle 19 di venerdì ha inseguito l'oggetto misterioso sul suo apparecchio "Piper", e dei due piloti del "DC 9" di linea che stavano atterrando od alzandosi da Caselle alla stessa ora.
Concordano anche le deduzioni dei radaristi della torre di controllo: " Un oggetto luminoso delle dimensioni di un DC 8, che procede con movimenti sconcertanti, deviando orizzontalmente e verticalmente, con scatti improvvisi a velocità pari a quella di un missile ma con accelerazioni molto più rapide ".
Analoghe impressioni hanno ricevuto le persone che l'hanno avvistato sulla Maddalena, sul Musinè, in tutta la val di Susa, e nel Cuneese. Si incomincia a pensare che in questi giorni di dischi volanti ne siano in circolazione più di uno sul Piemonte. C'è molta curiosità, in giro, e qualcuno manifesta apprensione. Sono in molti per esempio a dire: " Il pilota Marano ha avuto un bel coraggio ad inseguire quella "cosa" senza sapere di che si trattava. Si possono correre rischi anche gravi. Che ne sappiamo di che mezzi di difesa può essere dotato? ".
Mario Bariona.

(Stampa Sera del 4 dicembre 1973)


Anche stanotte a Caselle il solito oggetto misterioso - Grande viavai di dischi - Ufficiale Nato giunto da Napoli per indagare
Mentre continuano a giungere all'aeroporto di Caselle ed alle stazioni dei carabinieri della Valle di Susa centinaia di segnalazioni di dischi o sigari volanti, un ufficiale della Nato è arrivato ieri a Torino dal comando di Napoli per indagare sugli Ufo avvistati nei giorni scorsi.

Le ultime segnalazioni provengono da Torino, Caselle e principalmente dalla valle di Susa. Indubbiamente molte sono causate da psicosi, ma altre lasciano perplessi. Le testimonianze raccolte nei giorni scorsi da piloti di aerei e le fotografie scattate dallo studente universitario di Susa Franco Contin sono state suffragate dai rilevamenti compiuti dai radar di Caselle, Linate e Mortara, dove hanno sede la 1ª Regione aerea militare e il Centro di avvistamento.
Il massimo segreto circonda l'esito di queste prime rilevazioni strumentali (non soggette quindi a psicosi), ma già il fatto che un ufficiale della Nato sia venuto a Torino per aprire un'inchiesta dimostra come le autorità diano un certo credito a questa serie di avvistamenti.
Bisogna anche tener conto che da quando gli Ufo furono segnalati per la prima volta, all'incirca alla fine dell'ultimo conflitto mondiale, è questo uno dei rarissimi casi in cui essi siano stati anche intercettati dai radar.
Le ultime segnalazioni riguardano quattro oggetti volanti avvistati ieri nel cielo di Susa. Alle 17,45 due di questi dischi volanti sarebbero apparsi nei pressi del Frais. Uno era grande, di forma ovoidale, e procedeva a scatti seguito da un altro più piccolo. Più tardi la " nave madre " è stata rivista seguita da tre dischi di piccole dimensioni. Tutti i presunti Ufo sarebbero poi spariti in direzione della Val Chisone passando sopra il Gran Seren.
Questa versione sulla " nave madre " seguita da oggetti di dimensioni inferiori concorda con quella fornita da Alessandro Contin, dal fratello Franco e dalla fidanzata Margherita, i tre studenti universitari che la sera del 24 novembre sono riusciti anche a scattare nove fotogrammi dell'oggetto misterioso fornendo quella che sinora, su queste apparizioni piemontesi, è la documentazione più valida.
L'ufficiale della Nato arrivato ieri a Torino vaglierà nei prossimi giorni tutte le testimonianze sinora raccolte. Pare che ieri abbia già parlato con i tecnici dell'aeroporto di Caselle che hanno compiuto l'avvistamento radar venerdì scorso. Oggi probabilmente interrogherà quelli di Mortara e di Linate, che hanno segnalato la presenza dell'Ufo alla medesima ora e nella stessa posizione.
Questo è potuto accadere in quanto il disco volante si è venuto a trovare in una zona che è raggiunta da tutti e tre i "radar". Tecnicamente la testimonianza più interessante dovrebbe essere quella dell'ufficio avvistamento di Mortara, in quanto questo centro è fornito di un "radar" che, a differenza di quello di Caselle, permette non solo la rilevazione orizzontale, ma anche quella ascensionale.
I militari potrebbero convalidare il racconto fatto da Riccardo Marano, il pilota torinese che venerdì scorso con il suo "Piper" ha inseguito l'Ufo sin nei pressi di Voghera; poi, portatosi ad una distanza di circa 3500 metri, se lo è visto passare in un baleno dalla prua alla coda e dopo alcuni spostamenti a scatti orizzontali, tracciando angoli retti, lo ha visto scomparire con un velocissimo movimento ascensionale.
Il racconto di Marano è stato confermato dal pilota Giovanni Mezzalami, comandante del DC 9, volo AZ 325, proveniente da Parigi e dall'equipaggio del DC 9 AZ 043, al comando del pilota Tranquillio che era diretto a Roma.
I tre piloti saranno sicuramente interrogati anche dall'ufficiale della Nato, la cui identità è coperta da segreto militare. Questi è in possesso della carta delle rotte seguite da tutti i satelliti artificiali, compresi quelli sovietici, lanciati nello spazio e delle probabili traiettorie seguite dai frammenti, comprese quelle riguardanti possibili rientri nell'atmosfera terrestre.
L'ipotesi che si tratti di satelliti o di loro parti, comunque è già esclusa in partenza: essi non possono che muoversi con perfetta regolarità.
E' anche stata prospettata l'ipotesi che l'ufficiale Nato voglia accertarsi che i misteriosi Ufo non siano satelliti spia. Scartate tutte le ipotesi, non ne rimarrebbe quindi che una: quella di oggetti provenienti da una civiltà extraterrestre.
Umberto Zanatta.

(Stampa Sera del 4 dicembre 1973)


Psicosi collettiva o sensazionale realtà? - Rivisto sopra Caselle - "L'UFO fotografato non era il solo"

Alle tre di questa notte il " disco volante " era ancora nel cielo di Caselle. E' stato notato dal personale civile e militare dell'aeroporto. Ha sostato per una decina di minuti e in molti hanno potuto osservare le evoluzioni " impossibili " del globo luminoso.
Anche nel tardo pomeriggio di ieri, verso le 19 circa, altre persone hanno potuto osservare " l'oggetto " sul cielo della collina, sopra il faro del Colle della Maddalena, fra cui un autista dell'azienda tranviaria della linea 54 che fa servizio in collina.
" Ero appena arrivato al capolinea - ha detto Antonio Canzonieri, 45 anni, via Cibrario 56 - ho visto e con me l'hanno visto tutti i passeggeri, una ventina di persone, uno strano globo di luce, o per meglio dire, i globi erano due, uniti tra loro da una luce blu-violetta.
" E' salito sopra il faro ed ha cominciato ad andare su e giù. Ero sgomentato. Non ho mai sofferto di allucinazioni. Mi sono guardato intorno e due ragazze, due studentesse che conosco perché tutti i giorni prendono il mio autobus, erano pallide e guardavano anche loro il cielo spaventatissime.
" Il disco, improvvisamente - ha continuato l'autista - è salito in verticale, virando sulla destra ad una velocità incredibile.
" Quando l'oggetto volante è partito, pareva girare su se stesso ed ha assunto la forma ovoidale. Non ho visto tutto ciò da solo, lo stesso fenomeno è stato osservato da altre venti persone ".
Dopo ogni avvistamento di oggetti volanti scatta un meccanismo che provoca psicosi di massa. Gli avvistamenti di globi, palle, sigari si moltiplicano. Ma c'è chi giura, come gli osservatori di ieri, di avere scorto il " disco ", ed è gente che asserisce di non essere mai stata vittima di allucinazioni.
n.b.

(Stampa Sera del 3 dicembre 1973)


La scorsa notte- Riapparso il disco su Torino

Pro e contro
Nel pomeriggio del 7 gennaio 1948, Thomas Mantell, capopattuglia di quattro aerei " F 51 " in volo presso Lousville, riceveva da terra l'ordine di inseguire un " oggetto misterioso " che era stato segnalato nel cielo. Mantell e due piloti della sua squadriglia iniziarono la caccia della "cosa" che, come riferirono per radio, appariva "enorme e metallica". Mantell si staccò dagli altri due nel tentativo di raggiungere l'oggetto che gli sfuggiva: " Inseguo sempre la "cosa" ", fu il suo ultimo messaggio radio. Poi silenzio. L'aereo distrutto di Mantell e il corpo senza vita del pilota vennero trovati qualche tempo dopo. Le autorità non si sono mai pronunciate.
Nel 1951 gli addetti al "Blue Book", l'organismo che doveva indagare per il Ministero dell'aeronautica degli Usa, diretto dal capitano Eward Ruppelt, esaminavano il caso di Lubbuck, un dilettante fotografo che per la prima volta aveva fissato con la sua Kodak una catena di "piatti luminosi": la fotografia mostrava diciotto oggetti luminosi disposti in forma di V; un disco più grosso degli altri all'estrema destra venne subito identificato come "nave madre".
Nell'agosto del 1953 a Black Hills, nel sud Dakota i radar segnalarono un oggetto misterioso Due caccia cercarono di raggiungere il "punto materiale" che vedevano sullo schermo. Dovettero darsi per vinti: filava ad una velocità troppo elevata.
Sono tre episodi, che (a parte la tragica conclusione del primo), ricalcano esattamente quanto in questi giorni è accaduto a Caselle: avvistamento di un oggetto misterioso.
Gli esperi dell'aviazione militare americana (ma pare se ne occupino anche quelli sovietici) hanno raccolto un enorme documentazione per stabilire di cosa si tratta esattamente.
Si fanno due ipotesi:
1) Nuovissimi tipi di missili sperimentali di qualche potenza militare. Ma quale?
2) Apparecchi provenienti dagli spazi interplanetari. Astronavi di extraterrestri.
Sul problema, scettici e sostenitori dell'esistenza dei " dischi volanti ", si scontrano. I primi affermano che in molti casi le segnalazioni sono fatte in buona fede ma si tratta di meteore, o di palloni sonda, di inganni della vista causati da riflessi di luce; oppure, nel caso di oggetti volanti " visti " da piloti di aerei, di un riverbero di raggi solari sulla cupola vetrata della cabina. Qualcuno - dicono - ha scambiato persino il pianeta Venere per un oggetto misterioso.
I sostenitori dei dischi volanti oppongono che palloni sonda, meteore ecc., valide giustificazioni in certi casi, non reggono in altri: segnalazioni di scienziati, di piloti ed esperti. Non è possibile - replicano - che i radar " sbaglino " con tanta frequenza: c'è ormai un mare di testimonianze in proposito e gli stessi scettici avvertono l'insinuarsi dell'ombra di un dubbio.
Mario Bariona.

(Stampa Sera del 3 dicembre 1973)


Assoluto segreto militare sull'avvistamento di Caselle - Messi in allarme anche i "caccia"per intercettare il misterioso Ufo
Piloti di aerei di linea e del "Piper" che ha inseguito l'oggetto volante fino a Voghera ed i tecnici dei radar sono concordi: "Non abbiamo mai visto una cosa simile"

(Dal nostro inviato speciale) Mortara, 2 dicembre. Il segreto militare circonda il caso dell'Ufo avvistato alle 19 di venerdì scorso a Caselle e inseguito fino a Voghera dal pilota torinese Riccardo Marano di 28 anni che era in volo su un " Piper ". Il maggiore Cespa, che comanda la centrale radar di avvistamento militare di Mortasa, ci riceve, ma ha tutta l'aria di cascare dalle nuvole. " No - dice - noi non abbiamo visto nulla; il radar non ha individuato alcun oggetto misterioso. Credo che a Torino lo abbiano individuato soltanto a vista. Ah, non è vero? Lo hanno notato sul radar? Vede, non ne so proprio nulla ad eccezione di ciò che ho letto sui giornali ".
Il comandante del DC9 che arrivava da Parigi, volo AZ 325, pilota Giovanni Mezzalami, abitante a Ostia, 10 anni di servizio nell'aviazione militare ed 8 in quella civile, dice: " Dalla torre di controllo di Torino ci hanno detto che il loro radar e anche quello militare di Mortara vedevano il misterioso oggetto volante ".
Dalla torre di controllo di Caselle come sempre quando si avvistano velivoli di cui non è certa l'identificazione vengono immediatamente avvertite la 1ª Regione aerea militare e le centrali di avvistamento militare di Mortara, di Capo Mele e di Linate che si mettono in stato di allarme e danno l'allerta ai " caccia " per l'eventuale intercettazione. Via radio si chiede al velivolo che si faccia identificare. In caso di silenzio scatta l'allarme e partono i " caccia ". Sarebbe strano che il normale piano di emergenza non fosse scattato ieri. Risulterebbe invece che tutto si sia svolto come previsto nonostante i dinieghi ufficiali.
All'ora dell'avvistamento dell'Ufo nel cielo di Caselle c'erano tre aerei: il " Piper " del pilota Marano, il DC9 AZ325 proveniente da Parigi e il DC9 AZ043 diretto a Roma con il comandante Traquillio. Uno dei due aerei di linea ha trasmesso il seguente messaggio radio alla torre di controllo: " Vedo un oggetto luminoso a luce intermittente a 4 miglia in coda. Non oso avvicinarmi. Passo al largo ".
E' stato allora che alla torre di controllo hanno cominciato a preoccuparsi di quella strana luce pulsante che già qualcuno aveva notato ad occhio nudo. Veniva avvertito il radar di Mortara. La risposta sarebbe stata affermativa: anche loro osservavano lo strano oggetto che procedeva in modo pazzo; faceva spostamenti bruschi a scatti orizzontali e verticali ed a velocità elevatissima: circa 4 mach (quasi 5 mila chilometri orari), una velocità che raggiungono soltanto i missili. Non è stato possibile rintracciare il comandante Traquillio che seguendo la rotta per Genova lo ha avuto a prua da Torino fin quasi sul mare ed ha potuto osservarlo per lungo tempo.
Il comandante Mezz'alami dice: " L'ho visto nonostante me lo segnalassero dalla torre di controllo quando sono stato sui 300 metri da terra. Ho potuto osservarlo mentre scendeva e poi bene quando rullavo sulla pista. Era molto più luminoso di una stella, anche più di un satellite. Sembrava all'altezza delle montagne che circondano Torino. Non ho notato intermittenza nell'emanazione della luce. Non faccio ipotesi; dico solo che si tratta di una cosa strana. Ma altre volte abbiamo notato cose strane che poi si sono rivelate palloni sonda, satelliti, addirittura stormi di uccelli. Chi può saperne di più è il pilota di quel Piper che lo ha inseguito ".
Quando Riccardo Marano si è avvicinato il più possibile, circa 3500 metri all'oggetto luminoso e se lo è visto passare da prua in coda in meno di un " amen " e poi partire in verticale ad una velocità incredibile, nel comunicare con la torre ha cambiato tono di voce. Nonostante sia un pilota con all'attivo anni di esperienza, ha avuto un attimo di emozione. Quel gioco a rimpiattino avrebbe potuto anche rivelarsi molto pericoloso. Non lo dice apertamente perché " quando nel nostro mestiere si comincia a parlare di dischi volanti, si è subito guardati in modo strano ". Così preferisce dire che quell'oggetto misterioso " era un globo luminoso che emanava bagliori che andavano dal violetto all'azzurro al rosso, che procedeva in maniera sconcertante come non può fare un aereo, né un pallone sonda, né qualunque altro genere di oggetto volante conosciuto. Poi, sia quello che vuole: l'oggetto c'era, era reale e i radar lo hanno segnalato a lungo ". Anche per i radaristi i movimenti dell'oggetto misterioso erano assolutamente assurdi. Le sue dimensioni per un occhio addestrato come il loro alla lettura dello strumento apparivano simili a quelle di un DC8. Per cui quando si parla di " punto materiale " si dice " punto " per modo di dire; è un termine tecnico.
Il colonnello Rustichelli che comanda l'aeroporto militare di Caselle dice: " Si è spostato in direzione Ovest a circa quattro chilometri dall'imbocco della Valle di Susa. Somigliava ad una stella di luce non molto intensa ".
Numerose segnalazioni giungono da tempo dalla Valle di Susa. Fra quanti sostengono l'esistenza dei dischi volanti è diffusa la convinzione che il Musinè sia un punto di riferimento o di attrazione per questi oggetti misteriosi. Perché? Hanno una spiegazione che ognuno può prendere per buona o meno: è una montagna radioattiva.
Mario Bariona.

(Stampa Sera del 3 dicembre 1973)


Uno studente universitario racconta la sensazionale avventura. Ha fotografato il disco volante fra i monti della Valle di Susa
"L'oggetto era immobile nel cielo, poi scomparve, filando a velocità vertiginosa, verso Bardonecchia"

(Dal nostro inviato speciale) Susa, 2 dicembre. Un UFO (" Unidentified fliyng object ", cioè oggetti volanti non identificati, come chiamano i dischi volanti al pentagono) è stato fotografato il 24 novembre sopra il colle del Frais da un universitario, Franco Contin, 23 anni abitante a Susa in piazza IV Novembre 14.
" Era un sabato pomeriggio - racconta - La mia fidanzata mi ha indicato un grosso punto luminoso che si muoveva nel cielo. Ci siamo fermati e l'oggetto è sparito dietro il Frais, diciamo sul Gran Seren. Ma dopo un attimo è ricomparso. Si alzava e si abbassava. Ho capito che non poteva essere una stella od un pallone sonda. Sono corso a casa ed ho preso la macchina fotografica con un teleobiettivo da 200 millimetri ".
" Quando siamo usciti - spiega Margherita Belmondo, 21 anni, abitante a Torino in corso Giovanni Agnelli 126, iscritta alla facoltà di Matematica - il disco non c'era più. Ho suggerito a Franco di provare a salire sulla montagna e con l'auto siamo andati a Guaglione. Erano quasi le sette quando l'oggetto è ricomparso. Per un attimo è stato immobile nel cielo poi ha cominciato a muoversi lentamente. Prima era luminosissimo, poi lentamente si è oscurato. Dopo un attimo si è ancora trasformato in un puntino rosso ed un momento dopo in una palla infuocata ".
Franco Contin è riuscito a scattare nove fotogrammi poi l'"Ufo" si è allontanato ad una velocità "incredibile". "Ha rallentato - dice l'universitario - quando era in direzione di Bardonecchia. Prima ha tracciato nel cielo una linea retta, poi con un angolo è sceso lentamente verso terra. Penso che fosse all'incirca all'altezza di Bardonecchia ".
Poche ore dopo Franco Contin era nel suo laboratorio fotografico. " Quando ho tirato fuori il negativo dal bagno, sono rimasto esterrefatto. Quello che ad occhio nudo era una palla luminosa, sul negativo aveva una forma ben delineata. La sorpresa più grande l'ho avuta però quando ho stampato le fotografie: io non credo certamente ai marziani, ma quello che ho visto non trova una facile spiegazione. Non è un aereo, non è un pianeta, non è un pallone sonda ".
Il giorno dopo, domenica 25 novembre, Franco Contin e Margherita Belmondo hanno rivisto l'oggetto misterioso. Sono corsi a casa e con Sandro Contin, 29 anni, laureato in biologia, sono saliti sul terrazzo per meglio seguire le evoluzioni dell'UFO. " Io ero ancora scettico la sera prima - spiega Alessandro Contin - anche davanti alle fotografie di mio fratello, ma quello che ho visto mi ha veramente sorpreso. Non sostengo che l'oggetto arrivi da un altro mondo, ma certamente è qualcosa che noi non conosciamo. Almeno, che non tutti conoscono. Si potrebbe pensare che sia un "aereo" supersegreto, ma con un sistema di propulsione completamente rivoluzionario ".
Domenica sera Franco Contin non è più riuscito a fotografare il disco volante. Mentre stava mettendo a punto la macchina, l'oggetto è partito a tutta velocità in direzione del Gran Seren, abbassandosi poi di colpo.
I fratelli Contin e Margherita Belmondo concordano nella descrizione dell'UFO, sulla sua eccezionale luminosità, sulla velocità, sui repentini cambiamenti di colore che subisce, passando dal rosso al bianco.
Ciò che maggiormente li ha colpiti è stato però il sistema di volo del disco volante. Percorre chilometri in perfetta linea retta, poi si sposta senza però compiere una curva, ma con una sterzata a 90 gradi, oppure abbassandosi o alzandosi, ma descrivendo sempre un angolo retto.
Umberto Zanatta.


DALL'INVIATO - Susa, 3 dicembre. L'Ufo fotografato dall'universitario Franco Contin nel cielo della Valle di Susa sarebbe una "nave madre" dalla quale partono e vi faranno ritorno dischi volanti da ricognizione molto più piccoli e veloci. "Domenica - spiega Alessandro Contin, 29 anni, laureato in biologia - ero con mio fratello e la sua fidanzata in piazza IV Novembre quando abbiamo rivisto sul Frais il disco che Franco era riuscito a fotografare il giorno prima, il 24 Novembre. Non lo abbiamo visto soltanto noi. Lo hanno notato anche un militare e due bambini. Anzi ricordo che uno dei ragazzini disse che l'Ufo era uguale a quello che aveva visto la sera prima sopra Novalesa. L'oggetto era fermo sulla cresta del monte ". I tre giovani sono corsi a casa per cercare di osservare il disco volante con un telescopio e, possibilmente, per fotografarlo una seconda volta. Franco Contin aveva già la macchina fotografica pronta, una Nikon F caricata con una pellicola ultrasensibile, 2475 Recording, ed il teleobbiettivo da 200 millimetri, come la sera precedente.
"Siamo arrivati sul terrazzo - spiegano i due fratelli - ma non abbiamo fatto in tempo né a fotografarlo né a puntare il telescopio. L'Ufo, una specie di grossa saponetta incandescente, era fermo sul Gran Seren. Qualche secondo dopo è sparito in direzione di Bardonecchia. Si è portato in quella zona tracciando una linea retta, poi è sceso verso terra descrivendo un angolo di 90 gradi ". Qualche minuto più tardi i fratelli Contin e la ragazza hanno visto un'altra palla luminosa " sorgere " dietro il Frais. " Non era quella di prima - dicono i tre - ne siamo sicuri. Era sulla stessa zona ed alla medesima distanza, circa cinque chilometri da dove ci trovavamo, ma non aveva le stesse caratteristiche di quello visto pochi minuti prima. L'ultimo Ufo era notevolmente più piccolo, e di colore diverso. Diciamo leggermente meno luminoso. Ma la caratteristica che lo differenziava sostanzialmente da quello precedente è un'altra cosa. Si muoveva in modo diverso. E' difficile da spiegare. Era anche molto più veloce. Si è mosso lentamente nel cielo per circa un minuto, poi ad una velocità fantastica è partito in direzione di Bardonecchia, proprio come aveva fatto l'altro, quello più grande. Il piccolino, chiamiamolo così, si è mosso ad una velocità molto superiore. Anche lui è poi calato improvvisamente verso terra esattamente nella zona dov'era sceso il primo".
I fratelli Contin e la ragazza pesano le parole. Non vogliono passare per visionari o mitomani. Hanno ribadito di non aver " mai creduto a certe cose, di non sostenere che esistono gli extraterrestri, i marziani ". Dice Sandro Contin: " Secondo me l'unica spiegazione possibile è questa. Il primo disco, quello fotografato da mio fratello, potrebbe essere una nave madre, alla quale si appoggiano quelli che potrebbero essere definiti piccoli veicoli da ricognizione, come il secondo che abbiamo visto. Ma non tocca a noi fare supposizioni. Non siamo i soli ad aver visto questi fenomeni. Gli UFO sono stati seguiti con radar e da persone molto più qualificate di noi. Possiamo soltanto dire che non è sempre lo stesso UFO quello che si vede, che uno è molto grande e l'altro è più piccolo, che ha un aspetto diverso ed è molto più veloce ".

(Stampa Sera del 3 dicembre 1973)


Un altro disco volante visto ieri a Torino?

Un "disco volante" è stato avvistato anche ieri sera a Torino? Sembrerebbe di si. C'è in proposito la testimonianza di tre persone. Dice la signora Dina Calosso, 32 anni, insegnante: "Abito in un attico di via Tiziano 4. Alle 19,30 (ero uscita sulla terrazza) un oggetto luminoso ha attraversato lentamente il cielo dirigendosi verso la valle di Susa". Il presunto "Ufo" è stato visto anche dalla figlia della Calosso, Tiziana, 13 anni e da una vicina di casa che si è precipitata in casa dell'insegnante per segnalare l'avvistamento.

Avvistato in Val d'Aosta

Aosta, 2 dicembre. (g.g.) Sarebbe stato avvistato anche in Val d'Aosta, ieri pomeriggio, l'oggetto volante non identificato che ha sostato per alcuni minuti l'altra sera nel cielo di Caselle. La testimonianza è di Aldo Presa e della moglie Anita che, mentre erano sul balcone di casa, avrebbero scorto un oggetto luminoso muoversi in cielo in direzione del monte Rutor. "Era un globo cangiante che si è mosso più volte in senso orizzontale e verticale ed è poi scomparso in direzione del Colle d'Arpi".

(Stampa Sera del 3 Dicembre 1973)


Testimonianze, questa volta sono di esperti e aviatori -"Ho inseguito un disco volante da Caselle fino a Voghera: giocava a rimpiattino"
Il racconto del pilota di un "Piper" - Decine di persone hanno potuto vedere l'Ufo nel cielo dell'aeroporto, il radar lo ha seguito finchè, con una brusca impennata, è scomparso nelle profondità dello spazio.

Un oggetto volante non identificato ha sostato per alcuni minuti l'altra sera nel cielo sopra Caselle: un globo luminoso e cangiante che si muoveva in senso verticale ed orizzontale, lasciando dietro di se una scia di luce rossastra. Vi sono testimonianze di tecnici e personale dell'aeroporto militare. E soprattutto la straordinaria avventura di un pilota che, sul suo " Piper ", si è lanciato all'inseguimento dell'" Ufo " ed è riuscito ad avvicinarlo per alcuni secondi a poco meno di un miglio e mezzo. Una caccia al limite del surreale, che si è conclusa nel cielo di Voghera. Il globo ha continuato il suo volo in direzione di Genova ed è sparito all'orizzonte.
Riccardo Marano, 28 anni, pilota professionista, da cinque anni proprietario di un " Piper ", racconta: " L'altro pomeriggio, verso le 19, mi accingevo ad atterrare a Caselle, quando la torre di controllo mi ha avvisato per radio che a 400 metri dal suolo sul segnale d'avvicinamento al sentiero di discesa c'era un oggetto strano non identificato ". Marano si è fatto dirigere da terra in direzione dell'" Ufo " che appariva sullo schermo radar dall'aeroporto come una macchia di intensità pari a quella di un " DC8 ".
Prosegue il pilota: " L'ho visto quando sono giunto a 3500 metri di distanza: un globo luminoso che emanava bagliori. Una gamma di colori che andava dal violetto all'azzurro, al rosso. Ho tentato di avvicinarmi ancora, ma l'" Ufo " ha cominciato a sfuggirmi ". Una gara ad armi impari: il globo luminoso si è mosso mantenendo la stessa distanza dall'aereo e modificando di continuo il suo assetto di volo: improvvise deviazioni, cabrate, picchiate, come se giocasse a rimpiattino.
" Procedeva ad una velocità costante di circa 900 chilometri all'ora. L'ho seguito fin sopra Voghera. Qui ho dovuto desistere, perché ero al limite della mia autonomia. L'" Ufo " ha continuato il suo volo, in direzione di Genova ". Mentre in cielo il " Piper " rincorreva il globo di luce, a terra il radar seguiva la caccia. Dice il colonnello Rustichelli, comandante dell'aeroporto militare di Caselle: " Era un "punto materiale" luminoso. Quando l'abbiamo intercettato era fermo o si muoveva a velocità ridottissima. Con un movimento graduale si è spostato in direzione Ovest, a circa quattro chilometri dall'imbocco della Valle di Susa. Somigliava ad una stella di luce non molto intensa ".
Ancora una testimonianza: piloti, personale di bordo e passeggeri del volo " AZ 043 " in partenza da Caselle alle 18,45 e diretto a Roma. L'" Ufo " è rimasto fino a Genova sulla rotta dell'aereo: una palla rossastra che compiva manovre impossibili per qualsiasi tipo di aeromobile conosciuto. La fantascienza alle porte di casa, un " avvistamento controllato " che si aggiunge alle prove che scienziati e tecnici aeronautici di tutto il mondo vanno raccogliendo da anni sulla esistenza degli " Unidentified Flying Objects ".
Nuova apparizione ieri alle 18. Nello stesso punto di cielo sopra Caselle si è riacceso il globo rossastro. Ancora testimonianze del personale dell'aeroporto: "Era più lontano della prima volta ma si vedeva chiaramente nella sera tersa.Bagliori dal violetto al granata. Dopo una ventina di minuti è scomparso ".
Intanto alla nostra redazione sono fioccate le telefonate. Gente che voleva sapere, ma soprattutto persone che desideravano suffragare con la loro testimonianza la veridicità del fenomeno. L'Ufo pare si aggiri nei nostri cieli da circa un mese, in molti l'avrebbero visto apparire e scomparire molte volte in Val di Susa e sempre di sera.
Racconta una donna: " La domenica prima del giorno dei Santi ero con mio marito a Savoulx, sopra Bardonecchia. Imbruniva, nel cielo non c'era ancora una stella. D'improvviso da dietro lo Chaberton è sbucato un globo di luce abbagliante.
Velocissimo, vibrante. Si è spostato a sinistra verso Pramand dopo aver superato il Cotolovier ".La donna ha pensato ad un satellite artificiale, al riflesso del sole calante sulle strutture metalliche di un aereo. "Poi, repentinamente, il globo ha compiuto un angolo a 90 gradi, si è gettato in picchiata, ha imboccato il canalone della Valle, ed è scomparso ".
Ancora abitanti della Valle, ancora racconti uguali. È difficile, a questo punto, credere ad un illusione ottica collettiva. Anche perché ci sono tecnici dell'aviazione che anno visto e controllato, c'è un pilota che s'è lanciato alla caccia d'un oggetto luminoso che volava a 3500 metri da lui. E soprattutto c'è lo schermo di un radar che ha inquadrato un oggetto sconosciuto: i radar non sono soggetti ad illusioni ottiche.

(La Stampa del 2 dicembre 1973)


Un oggetto abbagliante nel cielo di Caselle (Piemonte, Italia)
Racconto del pilota torinese che inseguì il disco volante. Gli diede la caccia con il suo "Piper" fino all'altezza di Voghera, poi l'Ufo sparì con una impennata verticale - Le sue parole sono confermate dal comandante dell'aeroporto militare.
Sensazionale "avvistamento controllato" di un oggetto volante su Caselle, ieri verso le 19. Ecco che cosa è avvenuto. Il pilota Riccardo Marano, 28 anni, residente a Torino, pilota professionista da cinque anni, dipendente di una società, proprietario di un aereo personale, stava tornando in volo da Genova sul suo " Piper ". Mentre si accingeva ad atterrare all'aeroporto di Caselle ha fatto l'incontro straordinario.

Il radar
Egli racconta testualmente: " Stavo volando per rientrare quando la torre di controllo dell'aeroporto di Caselle mi ha avvertito che un oggetto non identificato era fermo a 400 metri circa dal suolo sul segnale di avvicinamento al sentiero di discesa. Ho mantenuto la guida e mi sono fatto dirigere da terra perché non lo vedevo ancora. Il radar da terra segnalava una macchia di intensità pari a quella di un DC8.
" Quando sono giunto ad una distanza di 3500 metri dall'oggetto, l'ho visto. Mi è parso come un enorme globo luminoso. Emanava un bagliore accecante che andava dal violetto all'azzurro, fino ad assumere toni rosso granata. Ho tentato di avvicinarmi ulteriormente, ma subito la palla luminosa si è allontanata mantenendo la stessa distanza da me. Si muoveva continuamente e in modo strano alzandosi e abbassandosi. In un primo momento ho pensato che fosse il mio apparecchio a "ballare", ho creduto che gli strumenti fossero impazziti. Invece no, tutto regolare. L'oggetto ha cominciato a dirigersi verso Genova. Procedeva ad una velocità regolare di circa 900 chilometri orari.
" Io, con il Piper lo inseguivo inutilmente nonostante fossi al massimo delle possibilità del mio aereo. Ad un certo punto mi sono alzato in quota ed allora l'ho visto di sotto. Ho fatto una picchiata anche per prendere maggiore velocità ed intercettarlo, ma con un'assurda deviazione l'oggetto si è portato in perpendicolare sopra di me. La caccia è durata fino al limite della mia autonomia di volo. Su Voghera ho dovuto decidermi a rientrare. Stavo finendo il carburante. Ho fatto ancora un ultimo tentativo ed il globo luminoso è partito velocemente in verticale, continuando poi la corsa verso Genova: lasciava dietro di se una scia rossastra che cambiava continuamente di intensità ".
Il colonnello Rustichelli, comandante dell'aeroporto militare di Caselle ha confermato l'episodio. " Ieri sera, un "punto materiale", luminoso di luce non eccessivamente intensa, era realmente fermo o si muoveva a velocità estremamente limitata un miglio o due in direzione ovest. Si è spostato poi con movimento lento, graduale sempre in direzione ovest fino a quattro miglia verso l'imbocco della Valle di Susa. Il pilota di un "Pyper" è riuscito ad avvicinare l'oggetto fino ad un miglio e mezzo circa. Allora il "punto materiale" prendeva velocità e si allontanava alzandosi in quota.
Conferma dell'esistenza di questo " oggetto " si è avuta anche da un altro radar dell'aviazione militare. Piloti, personale di bordo e passeggeri del volo AZ043 dell'Alitalia diretto a Roma e in partenza da Caselle alle 18,45 hanno potuto osservarlo a lungo. L'aereo di linea ha avvistato l'Ufo sulla sua linea di volo ed ha tentato di avvicinarlo mentre si dirigeva verso Genova, ma ha dovuto accontentarsi di seguirlo a distanza fin sul capoluogo ligure.
Il colonnello Rustichelli ci ha detto ancora: " L'oggetto somigliava ad una stella di luce non molto intensa. Effettivamente si tratta di un caso molto interessante. Qualcosa di positivo c'è se ha lasciato traccia sui radar ".

Striscia rossa
Dalla torre di controllo di caselle il personale ha osservato a lungo l'oggetto fermo (o quasi fermo) nel cielo. " Quando si è allontanato - ci hanno detto - tracciava una striscia rossa. Mai vista una cosa simile ".
Da alcune settimane giungevano segnalazioni di un oggetto misterioso di intensa luminosità, di volta in volta avvistato in diversi punti della città. Non si era riusciti però ad avere informazioni ufficiali precise, o soltanto completamente attendibili. Restava l'impressione che si trattasse di fenomeni di suggestione. E' fuori dubbio che l'oggetto misterioso a quell'ora nel cielo c'era, e con tali caratteristiche da non essere confondibile con i soliti palloni-sonda o oggetti meteorologici vari. S'aprono così le vie alle supposizioni ardite. Quelle che hanno fatto la felicità degli scrittori di fantascienza ma che anche più realisticamente fanno parte delle " prove " dell'esistenza dei dischi volanti che gli uffici dell'aeronautica militare di quasi tutti gli Stati ormai vanno raccogliendo da tempo.
Mario Bariona.

(Stampa Sera del 1 dicembre 1973)



COMUNICATO DELLA SEZIONE UFO DEL PROGETTO ANDROMEDA

Tutti coloro che ritengono di essere stati testimoni di un fenomeno UFO possono darne notizia alla nostra Sezione Culturale per chiedere chiarimenti oppure per comunicare i dati del fenomeno osservato. Si assicura la piu' completa discrezione. Si prega di telefonare al 011.530.846 oppure di scriverci a:

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