UFO news 2007

rassegna delle piu' importanti notizie UFO
e delle scoperte dell'esobiologia


Gli alieni invadono la politica
Usa, senatori ed ex politici chiedono di riaprire il Project Blue Book: “Fare chiarezza”

La storia

Il mistero irrompe nella corsa alla Casa Bianca
A metà del 1986 sui cieli di Anchorage, in Alaska, i piloti di un 747 della Japan Air Lines si trovano davanti ad un oggetto disseminato di luci lampeggianti, grande almeno sei volte il loro aereo, che si avvicina e poi scompare nel nulla. I piloti fanno immediato rapporto all'Ente federale per l'aviazione civile (Faa) il cui capo ispettore, John Callahan, raccoglie testimonianze, dati atmosferici, tracciati radar e infine, incapace di trovare una spiegazione, arriva di fronte ad un alto ufficiale della Cia che gli dice: “Dimentica tutto, lascia perdere”. Callahan insiste ma sono i suoi stessi superiori alla Faa a impedire nuovi accertamenti.
Da allora l'incidente di Anchorage era caduto nel dimenticatoio ma non per Callahan, che si è presentato al National Press Club di Washington assieme ad una dozzina di ex alti funzionari di sette nazioni per rendere di dominio pubblico gli avvistamenti di ufo avvenuti negli ultimi trenta anni e chiedere al governo degli Stati Uniti di riaprire il “Project Blue Book”. È questo il nome dell'inchiesta condotta dall'Aviazione militare americana sull'avvistamento fra il 1947 e il 1969 di 12.618 oggetti non identificati: si concluse con un nulla di fatto ma ora le nuove testimonianze sono tali e tante da imporre di “riprendere il lavoro”.
A sostenerlo è Fife Symington, ex pilota ed ex governatore dell'Arizona nonché organizzatore dell'evento di Washington, che assicura di aver visto con i propri occhi “nel 1997, vicino a Phoenix” quella che ricorda come una “navicella a forma di delta che procedeva lentamente con delle luci enormi”. “Crediamo più ai nostri occhi che a quello che dice il governo” ha detto l'ex governatore, sottoscrivendo il documento finale del simposio nel quale si invoca la nuova indagine.
L'importanza dell'evento di Washington è data dal fatto che siamo nel bel mezzo della campagna per le presidenziali 2008 e il tema degli Ufo è comparso nel dibattito fra i candidati. Il primo a farvi riferimento è stato Dennis Kuchinich, deputato ultraliberal dell'Ohio e cenerentola del parterre democratico, che durante un recente dibattito con gli altri contendenti ha svelato di aver visto un Ufo “sui cieli dello Stato di Washington” provando una “sensazione di connessione nel cuore” e “ascoltando le indicazioni su dove andare nella mente”.
Poco dopo a farsi sentire è stato un altro candidato democratico: Bill Richardson, governatore del New Mexico e da molti considerato possibile Segretario di Stato se a vincere sarà Hillary Clinton. “Il governo deve svelare i segreti di Roswell, dire tutto ciò che sa” ha chiesto Richardson, riferendosi al luogo del New Mexico dove nel luglio del 1947 cadde quella che ancora oggi molti considerano la prima nave extraterrestre di cui gli Usa si sono impossessati.
D'altra parte anche due ex presidenti dissero di aver visto degli Ufo: Ronald Reagan almeno due volte in California e Jimmy Carter sui cieli della Georgia. Pochi giorni fa Carter è tornato sull'argomento ribadendo: “Era un oggetto, volava e non era identificato, ma non so se erano extraterrestri”. La possibilità che esperimenti top-secret e fenomeni atmosferici siano all'origine di falsi avvistamenti non è stata esclusa dagli intervenuti al convegno di Washington - giunti anche da Gran Bretagna, Francia, Belgio e Perù - ma ciò non toglie che “dopo gli attacchi dell'11 settembre 2001 non si possono più ignorare i segnali radar che indicano la presenza di oggetti che non solo evidentemente degli aerei” come si legge nel documento finale.
Proprio in questi giorni uno dei casi più noti di avvistamenti di ufo è stato riaperto dal giudice di Washington Emmett Sullivan che ha dato tempo alla Nasa fino al 31 dicembre per rendere pubblico ciò che ha su quanto avvenne la sera del 9 dicembre 1965 a Kecksburg, una cittadina della Pennsylvania dove una palla di fuoco si schiantò a terra disseminando oggetti di metallo con sopra incisi strani geroglifici che vennero raccolti in due scatoloni e presi in consegna dall'Agenzia spaziale, mentre agenti in borghese ammonivano i civili a non dire nulla di quanto avevano visto.
Ora la Nasa dice di aver perso gli scatoloni ma il giudice Sullivan non gli crede.

UN GOVERNATORE ACCUSA
Fife Symington, dall'Arizona “Crediamo più ai nostri occhi che a ciò che dice il governo”

TROPPI CASI INSABBIATI
Un ispettore dell'aviazione racconta che la Cia ha fermato una sua inchiesta scomoda

RESTI DI DISCO VOLANTE
Il giudice Sullivan ha imposto all'Ente Spaziale di rendere pubblici tutti i documenti

I PRESIDENTI E I MARZIANI
Reagan e Carter hanno detto di aver avvistato oggetti non identificati per due volte

Foto inspiegabili
Gli avvistamenti che hanno fatto storia

1965, Tulsa, Oklahoma
Nel 1965 ci fu negli Stati Uniti un'ondata senza precedenti di segnalazioni. Il 2 agosto migliaia di persone in quattro Stati del Midwest videro dischi volanti manovrare a bassa quota. Foto giudicata autentica.

1957, Edwards Air Force Base
Un caso mai risolto. l'immagine è tratta da un filmato ripreso vicino alla base Edwards dell'aeronautica militare. L'astronauta Gordon Cooper sostiene di aver visto l'intero filmato, che poi è sparito.

Il 34% degli americani crede negli ufo
Un sondaggio condotto lo scorso 30 ottobre dalla Associated Press e dalla società specializzata Ipsos ha mostrato che uno statunitense su tre crede agli oggetti volanti alieni

Il 14% è convinto di averne visto uno
Secondo il sondaggio, condotto su 1043 persone in tutti gli Stati dell’Unione, i maschi con titoli di studio più bassi sono quelli che sostengono maggiormente di aver visto dischi volanti almeno una volta nel corso della loro vita

MAURIZIO MOLINAR
CORRISPONDENTE DA NEW YORK

La Stampa - Novembre 2007





Il socio di Bill Gates finanzia gli extraterrestri
Grazie a Paul Allen, il telescopio Ata cercherà segnali alieni.

E’ dagli anni 60 che vari gruppi di ricercatori tentano di captare eventuali voci intelligenti che arrivano dallo spazio, ma senza risultati. Un insuccesso dovuto alla bassa probabilità che extraterrestri stiano inviando segnali alla Terra, ma anche alla mancanza di mezzi adeguati. Ora la caccia agli alieni ha un sostenitore in più: Paul Allen, socio storico di Bill Gates, che insieme a Nathan Myhrvold, altro dirigente della Microsoft, ha messo a disposizione 10,5 milioni di euro per un radiotelescopio il cui unico compito sarà ascoltare, sempre che arrivino, segnali extraterrestri. Il radiotelescopio Ata (la sigla sta per Allen telescope array), costruito ad Hat Creek, nel nord della California, da pochi giorni ha iniziato a scrutare la prima porzione di cielo. Le sue 350 antenne, ognuna con un diametro di circa 6 metri, lavorano in parallelo: il risultato, come potenza finale, è simile a quello di un'unica antenna larga 100 metri.
L'Ata verrà gestito dal Seti Institute (Search for extraterrestrial intelligence) e dal Radio astronomy lab dell'Università della California a Berkeley. Le antenne ascolteranno il cielo tutte le 24 ore su una frequenza compresa tra 500 e 11 mila megahertz.
Questo intervallo contiene la frequenza da 1.420 megahertz, quella dell'idrogeno neutro: una specie di modulazione che produce l'elemento più abbondante nell'universo. Secondo la maggior parte degli scienziati, dal momento che questa frequenza dovrebbe essere nota a una civiltà con uno sviluppo analogo al nostro, sarebbe spontaneo utilizzarla in un messaggio inviato nello spazio. Al momento sono state accese le prime 42 antenne, ma nell'arco di pochi mesi entreranno in funzione tutte le altre.

Luigi Bignami

Panorama - 8 novembre 2007





CANDIDATO DEMOCRATICO
La sortita di Kucinich “Sì, ho visto un Ufo”

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE - WASHINGTON - Dennis Kucinich dice di aver visto un Ufo. E non ci sarebbe nulla di strano, visto che il 14% degli americani sostiene di aver condiviso l'esperienza. Ma Dennis Kucinich, rappresentante dell'Ohio ed ex mayor di Cleveland, è anche uno dei candidati alla nomination democratica per la Casa Bianca.
E l'ammissione sul suo incontro ravvicinato l'ha fatta mercoledì sera, durante l'infuocato dibattito televisivo fra gli aspiranti alla presidenza del suo partito. E' stato il momento più surreale e anche simpatico dell'evento. A rivelare la notizia era stata la scorsa settimana l'attrice Shirley McLaine, sua amica, nel libro di memorie appena pubblicato, dove racconta che insieme a Kucinich videro un oggetto volante volteggiare sopra la casa di lei nello Stato di Washington: “Era una forza triangolare, silenziosa e sospesa. Ci fece sentire una connessione emotiva e diede un senso di direzione alla mente”. “E' vero?”, gli ha chiesto il moderatore Tim Russert. “Sì, ho visto, qualcosa di non identificato. Ma il resto del racconto non lo confermo”, ha subito risposto sorridendo Kucinich, per nulla colto di sorpresa.
Ed ha aggiunto: “Anche Jimmy Carter vide un Ufo e credo ci siano più americani che ne hanno visto uno di quanti non approvino la presidenza di George Bush. Quant'è quella percentuale, Tim?”. “Il 14%”. “Ecco, grazie”.
In mattinata, lo stesso Kucinich, personaggio colorito che si accompagna a una moglie carina, giovane e punk con anellino sulla punta della lingua, aveva espresso “dubbi sulla salute mentale” di George Bush, dopo il commento sull'Iran nucleare e i rischi di una Terza Guerra Mondiale. Lo diceva Helmut Schmidt: “Ai politici che hanno le visioni, raccomando sempre di andare da un medico”.

P. Val.

Corriere Della Sera - 1 Novembre 2007





I ROGHI MISTERIOSI IN SICILIA:
“ARMI SEGRETE DEGLI ALIENI”

Palermo - La notizia è destinata a suscitare clamore. Nella ridda di ipotesi formulate per spiegare l'inspiegabile, ovvero gli oltre 300 incendi spontanei che si sono sviluppati a partire dal 2004 nel paesino di Canneto, frazione di Caronia (Messina), gli Ufo, qualche volta, erano già comparsi. Ma una cosa è la teoria, altro la pratica. Già, perché adesso sul fatto che possano esserci i marziani dietro questi misteriosi episodi di autocombustione c’è un rapporto riservato che esperti e scienziati del gruppo di studio interistituzionale -creato dalla Presidenza del consiglio nel 2005- hanno redatto dopo due anni di lavoro.
L'anticipazione è del settimanale L'Espresso, che nel numero in edicola oggi dedica un lungo reportage al caso. Il gruppo di studio, coordinato da Francesco Mantegna Venerando, coordinatore regionale del comitato della Protezione civile siciliana, e composto da tecnici di carabinieri, aeronautica, marina e da un ricercatore della Nasa, dopo 24 mesi di analisi, è arrivato alla conclusione che Canneto di Caronia sia stata colpita da fenomeni elettromagnetici di origine artificiale, capaci di generare una grande potenza concentrata, fasci di microonde ad altissima frequenza. Ma qual è la possibile causa? Niente di naturale. E gli esperti si sbizzarriscono: al primo posto c'è l'ipotesi della sperimentazione di una misteriosa arma segreta militare, ma subito dietro ci sono, appunto, gli Ufo. «Tecnologie militari evolute anche di origine non terrestre – si legge nel testo – potrebbero esporre in futuro intere popolazioni a conseguenze indesiderate. Gli incidenti di Canneto di Caronia potrebbero essere stati tentativi di ingaggio militare tra forze non convenzionali oppure un test non aggressivo mirato allo studio dei comportamenti e delle azioni in un indeterminato campione territoriale scarsamente antropizzato».
A supporto della tesi, i numerosi avvistamenti di extraterrestri concentrati, guarda caso, proprio nella stessa fascia di territorio siciliano, quella di Canneto di Caronia. Nel tempo, e soprattutto da quando gli incendi misteriosi hanno tolto la pace alle famiglie che abitano nella piccola frazione, numerose sono state le testimonianze – anche fotografiche e video - di persone che hanno giurato di avere visto oggetti luminosi volanti.
«Test militari o esperimenti alieni», dunque, la causa della potentissima fonte di energia che avrebbe la sua sede nelle Eolie. Gli esperti non si sbilanciano. E di conseguenza finiscono col non dare una soluzione ai 309 episodi inspiegabili che si sono verificati in quel piccolo lembo di terra. Episodi inspiegabili che non si sono mai interrotti. Gli ultimi tra gennaio e febbraio del 2007, il periodo preferito dei roghi che si sono concentrati sempre in questi mesi. A gennaio in un'abitazione un telefonino si è ricaricato da solo, senza che il caricatore fosse collegato alla presa di corrente. Sempre nello stesso mese l'impianto elettrico di una barca, che era messa in secco sulla spiaggia, si è completamente fuso, liquefatto. A febbraio del 2007, invece, il «solito», si fa per dire, incendio di una presa di corrente elettrica nel soggiorno di un appartamento.
Nel frattempo gli abitanti di Canneto si sono organizzati. E così, praticamente tutte le case hanno sofisticati impianti anticendio e materassi in lattice privi di molle, onde evitare di finire bruciati nel sonno.

Mariateresa Conti

ilGiornale.it - 30 ottobre 2007





E. T. parla siciliano
Per due anni esperti e scienziati hanno studiato i misteriosi fuochi spontanei scoppiati nelle case del paesino di Caronia. E hanno redatto un rapporto riservato: armi segrete oppure marziani

Per due anni esperti e scienziati hanno studiato i misteriosi fuochi spontanei scoppiati nelle case del paesino di Caronia. E hanno redatto un rapporto riservato: armi segrete oppure marziani L’Espresso del 26 ottobre 2007
Scorrendo le pagine del documento, sembra quasi di leggere la trama di un episodio inedito della serie di 'X Files'. La missione, questa volta, si svolge nel basso Tirreno. Il contenuto del dossier è estremamente serio: è localizzata qui, probabilmente attorno alle isole Eolie, la misteriosa "emissione elettromagnetica focalizzata e concentrata", della durata di pochi nanosecondi che ha generato i fuochi di Caronia.
Ecco finalmente il principale sospettato per i fenomeni di autocombustione nelle case di decine di siciliani, registrati dal gennaio del 2004, che hanno condotto nell'isola scienziati di tutto il mondo a caccia della soluzione del 'giallo dei fuochi spontanei'. Che, dopo tre anni di studi e rilievi tecnologici non ha più segreti, ma due inquietanti ipotesi stampate nero su bianco nel quarto rapporto riservato consegnato un mese fa dal gruppo di studio interistituzionale creato dalla presidenza del Consiglio nel 2005.
Un fascicolo riservato, consegnato a Palazzo Chigi al vertice della Protezione civile: la causa sono "test militari segreti o esperimenti alieni". Le formule utilizzate sono quelle di un testo da guerra dei mondi: "Tecnologie militari evolute anche di origine non terrestre potrebbero esporre in futuro intere popolazioni a conseguenze indesiderate. Gli incidenti di Canneto di Caronia potrebbero essere stati tentativi di ingaggio militare tra forze non convenzionali oppure un test non aggressivo mirato allo studio dei comportamenti e delle azioni in un indeterminato campione territoriale scarsamente antropizzato". Fantascienza?
Per spiegare le ragioni di più di 180 roghi spontanei con elettrodomestici staccati dalla rete elettrica improvvisamente in fiamme, navigatori satellitari squagliati e cellulari impazziti, padre Gabriele Amorth, nel 2005, scomodò persino il diavolo, dopo che gli scienziati del Cnr, dell'Istituto nazionale di geofisica e di laboratori di mezza Europa avevano alzato bandiera bianca. Il governo Berlusconi ci volle vedere chiaro e creò una task force con tecnici di carabinieri, aeronautica e Marina militare, insieme agli esperti della Protezione civile e a un ricercatore della Nasa ingaggiato negli Usa. Risultato: l'estensione del campo di indagine a 309 strani episodi verificati lungo l'asse tirrenico, ma anche nel canale di Sicilia, per i quali, dopo tre anni, sono state escluse tutte le possibili cause naturali.
Secondo gli esperti coordinati da Francesco Mantegna Venerando, il coordinatore regionale del comitato della Protezione civile siciliana, Canneto di Caronia è stata colpita da fenomeni elettromagnetici di origine artificiale, capaci di generare una grande potenza concentrata. Fasci di microonde a 'ultra high frequency' compresi nella banda tra 300 megahertz e alcuni gigahertz. Per produrre una simile quantità di energia una macchina dovrebbe raggiungere una potenza tra i 12 e i 15 gigawatt.
Dov'è posizionata la sorgente, però, non si sa. Una rete composta da decine di sensori, da due anni, dà la caccia all'impulso madre proveniente dal mare, un compito quasi impossibile dal momento che l'emissione dura lo spazio di qualche nanosecondo. E che la rete di monitoraggio si potrebbe spegnere presto: la direzione regionale della Protezione civile (ed è lo stesso Venerando a sottolinearlo) non ha ancora potuto rinnovare i contratti di manutenzione alle ditte incaricate di tenerli in efficienza.
C'è un triangolo delle Bermude a largo dell'isola? Difficile crederlo. Ma nel dossier sono finiti una serie di episodi senza alcuna spiegazione scientifica, accaduti negli ultimi anni nell'area del basso Tirreno. A partire dalla strana e gigantesca impronta, di forma rettangolare, lunga 40 metri e larga 15, ritrovata a pochi chilometri da Caronia, in un campo. Spiega Venerando: "Si erano bruciati a intervalli regolari solo i cespugli di ampelodelmos, una pianta a foglia larga che può aver fatto da recettore di onde. Le bruciature delle radici erano uguali a quelle trovate sui fili elettrici delle abitazioni, con i segni delle fiamme presenti in una sequenza dettata dai multipli del 4".
Il verdetto dei tecnici: segni compatibili con le emissioni di onde elettromagnetiche. Così come misteriosa è rimasta la causa che ha improvvisamente acceso il motore di un tir parcheggiato nel garage della motonave Toscana in navigazione da Palermo a Cagliari la notte tra il 18 e il 19 dicembre del 2005: ne è scaturito un incendio a bordo, il rientro della nave in Sicilia e numerose concitate telefonate tra la guardia costiera di Palermo e l'ufficio della Protezione civile che si occupa a tempo pieno dei misteri.
E nell'X File siciliano un posto di rilievo è dedicato alle foto impressionanti degli squarci su tre delle quattro pale dell'elicottero Sikorsky della Protezione civile in volo sul basso Tirreno, costretto a un atterraggio di emergenza senza avere apparentemente urtato contro nulla. Riferisce Venerando: "Nella casistica degli incidenti agli elicotteri non è mai successo un caso simile".
Potevano mancare gli Ufo? Eccoli infatti. Nel dossier gli avvistamenti siciliani sono numerosi, con le relative fotografie. Alcuni scatti sono talmente precisi che gli studiosi del gruppo interistituzionale hanno sviluppato, e allegato al dossier consegnato a settembre di quest'anno, dei grafici in rendering con la descrizione degli oggetti volanti. Così come le dichiarazioni degli abitanti di Caronia che giurano, da due anni, di ricevere la visita non gradita di oggetti volanti luminescenti ai quali in molti addebitano le fiamme comparse improvvisamente tra tende e materassi. Gli esperti costretti a fare la classifica dei misteri non si sbilanciano. Ma nel copione di X Files gli Ufo sono al secondo posto: seguono l'ipotesi della tecnologia militare segreta nella classifica delle potenziali sorgenti dell'onda che brucia. E pensare che proprio in Sicilia un tal Archimede si inventò gli specchi ustori. Che l'enigma sia ancora più antico?

Giuseppe Lo Bianco e Piero Messina

L’Espresso del 26 ottobre 2007





Gli alieni di Roswell mistero da 60 anni


LA STORIA
VITTORIO SABADIN
Nel luglio del 1947 l’incidente ufologico più famoso

L’8 luglio del 1947, il “Roswell Daily Record” vendette molte più copie del solito. Il grande titolo che aveva in prima pagina era l’ideale per attrarre l’attenzione anche dei lettori più distratti:
“RAAF cattura un disco volante in un ranch della regione di Roswell”. RAAF era la sigla del Roswell Army Air Field, al tempo una delle più grandi basi aeree degli Stati Uniti: la notizia non era stata infatti inventata in uno di quei giorni in cui le telescriventi non ne battevano nemmeno una, ma veniva da un comunicato della stessa Air Force americana. Lo pubblicò anche il “Sacramento Bee”, sotto al titolo “L’esercito rivela che possiede un disco volante trovato in un ranch del New Mexico”. Ci vollero poche ore, o forse pochi minuti, prima che i telefoni cominciassero a squillare da Washington, soprattutto sulla scrivania dell’incauto autore del comunicato. Venne convocata una conferenza stampa, nella quale l’Air Force precisò che qualcosa era precipitato, ma si trattava di un pallone sonda sperimentale e segreto, non certo di un Ufo.
Era corretta la prima versione o la seconda? Sessant’anni dopo ancora se ne discute, senza arrivare ad una conclusione.



LA RIVELAZIONE DEL MAGGIORE MARCEL
“Ho visto i detriti, non erano cose di questo mondo”
L’Air Force: caduto un pallone

Era stato un cow-boy, William “Mac” Brazel, a notare strani pezzi di metallo per terra nel ranch dei Foster dove lavorava, a 70 miglia da Roswell. La sera prima aveva sentito una tremenda esplosione, ma la fattoria non aveva telefono e ci vollero giorni prima che Brazel informasse lo sceriffo George Wilcox. Da settimane la gente diceva di vedere strani dischi in cielo, e forse “Mac” ne aveva trovato uno. Wilcox andò sul campo dei detriti, ne raccolse alcuni e li portò da chi di quelle cose se ne intendeva: gli ufficiali del RAAF. L’Air Force intervenne subito e circondò la zona. La seconda versione dei militari, ampiamente riportata dai giornali, mise a tacere le speculazioni e di Roswell non si parlò più, almeno per un po’.
Nel 1978 un fisico nucleare, Stanton Friedman, intervistò l’ex maggiore Jesse Marcel, che nel 1947 era a capo dell’intelligence del RAAF. Il suo racconto tolse il caso Roswell dal dimenticatoio nel quale era finito e lo elevò al rango del più famoso incidente ufologico della storia, almeno per chi ci crede. Il maggiore Marcel, ormai in pensione, raccontò che la storia del pallone sonda era una manovra di copertura. Lui i detriti li aveva visti e toccati, anzi li aveva trasportati alla base di Fort Worth, in Texas. “Non erano cose di questo mondo”, disse a Friedman. C’erano fogli di metallo leggeri e flessibili come carta, altre parti metalliche avevano le proprietà di un tessuto. Erano resistentissime, non bruciavano e contenevano simboli simili a geroglifici. Ma se i rottami appartenevano a una cosa dell’altro mondo, dov’erano finiti quelli che l’avevano pilotata fino alla fattoria dei Foster?
La risposta la trovò per primo Charles Berlitz, un autore a suo agio con ufo, civiltà perdute e triangoli delle Bermude, nel libro del 1980 “L’incidente di Roswell”. Berlitz e i suoi collaboratori parlarono con molti testimoni ancora in vita e con i parenti di quelli nel frattempo deceduti. Uno di questi, Barney Barnett, era un archeologo che si trovava per lavoro con alcuni colleghi nelle vicinanze del disastro prima di essere allontanati in fretta dai militari, avevano visto portare via dei corpi “alieni”. L’esistenza di questi corpi venne confermata da decine di altri testimoni, fra i quali alcuni militari che ne indicarono anche la destinazione finale: la base di Edwards. Ovviamente, mancavano le prove. Ma se esseri alieni erano davvero giunti sulla Terra, c’erano sicuramente, custoditi da qualche parte, le foto e i filmati girati dai militari.
Ray Santilli, un musicista e produttore video inglese, ne ricevette per posta uno nel 1990: era nientemeno che quello dell’autopsia di un alieno. Il filmato in bianco e nero fu proiettato al Museum of London e in altri 30 paesi, ed è ancora visibile online su YouTube. Il filmato originale mostrava anche alcuni pezzi dei detriti, con tanto di geroglifici e strani pannelli di comando. La prova che mancava? L’Air Force sicuramente prese sul serio il clamore sollevato dal filmato di Santilli, lo definì un falso, e - a decine di anni di distanza - ammise che qualcosa che sembrava un corpo era stato effettivamente portato via da Roswell nel 1947: si trattava di manichini, usati per l’esperimento con il pallone sonda.
Tutti gli annunci che riguardano l’incidente sono sempre stati seguiti da una puntuale smentita, e il film dell’autopsia non poteva fare eccezione. Il 4 aprile del 2006, in una intervista televisiva su Sky, Santilli ammise di avere falsificato il filmato, ma lo fece in un modo del tutto strano. Raccontò di avere ricevuto il film, di averlo visto ma di averlo irrimediabilmente rovinato per incuria. Decise allora di rigirarlo con alcuni amici, utilizzando un manichino, sulla base di quello che ricordava e conservando solo alcuni frammenti del filmato originale che si erano salvati. Una smentita a metà, che non ha convinto gli ufologi, tutti sicuri che le fasi dell’autopsia, per come si vedono nel film, non possono essere state eseguite che da medici esperti.
Se ne verrà mai a capo? John Podesta, ex assistente di Bill Clinton e ora di sua moglie, interrogato sugli Ufo ha invitato la Casa Bianca a rendere accessibili i documenti più vecchi di 25 anni “e a fornire agli scienziati i dati necessari a comprendere la reale natura di questi fenomeni”. Bill non lo ha ascoltato. Lo farà Hillary?



E' VERO
“Fu una nave degli alieni e il governo Usa sapeva”
FRANCESCO SEMPRINI - NEW YORK

A schiantarsi 60 anni nel deserto del New Mexico è stato senza dubbio un UFO, in particolare potrebbe trattarsi di un alieno proveniente da un sistema diverso da quello solare. E’ quanto sostiene Stanton T. Friedman, fisico nucleare, ufologo e fervido partigiano della pista aliena.
L’8 luglio del 1947 a Roswell che cosa è successo?
“E’ stato senza dubbio un oggetto alieno non identificato a schiantarsi in quell’area del New Mexico”.
E’ convinto che i militari americani abbiano mentito?
“Il governo Usa ha fatto molte scoperte nel 1947 in merito a incidenti che coinvolgevano UFO, e questi fenomeni sono stati osservati da un gruppo di esperti in tecnologie aliene”.
Su quali elementi si basa la sua teoria?
“La mia non è una teoria, ma una conclusione basata su evidenti prove. Anche i ripetuti contatti che ho avuto con alcuni alti funzionari della Difesa lo testimoniano, solo che questi sono stati costretti al silenzio da qualcuno più in alto di loro. I casi di UFO sono stati poi abbandonati per 30 anni durante i quali sono accaduti altri episodi, almeno tre, di importanza rilevante. Solo alla fine degli anni 70 se ne è iniziato a parlare di nuovo”.
La Casa Bianca dovrebbe rendere accessibile il dossier Roswell?
“Io voglio che le persone sappiano la verità ma è altrettanto importante che i dati tecnici non siano messi a disposizione di tutti, perché ne potrebbero approfittare personaggi pericolosi come Osama bin Laden”.



NON E' VERO
“Un esperimento fallito dei militari americani”
F. SEMI - NEW YORK

A schiantarsi 60 anni nel deserto del New Mexico non è stato un UFO. Si è trattato piuttosto di un incidente nel corso di un esperimento sul quale i militari hanno nascosto la verità. E’ quanto sostiene Nick Redfern, ufologo e autore del libro “Ladri di corpi nel deserto: la terribile verità sui fatti di Roswell”.
L’8 luglio del 1947 a Roswell che cosa è successo?
“Quello avvenuto in New Mexico è stato un incidente ed escluderei l’ipotesi di un UFO schiantatosi al suolo”.
E’ convinto che i militari americani abbiano mentito?
“Quella dei militari fu una mezza falsità: raccontarono il vero sul fatto che si trattasse di un pallone, ma non credo che era una sonda utilizzata”.
E cosa era?
“Sulla base delle mie ricerche i cui risultati sono raccolti nel libro che ho pubblicato, si tratterebbe di un pallone sul tipo di quello usati in esperimenti su esseri umani da scienziati giapponesi nella Seconda Guerra Mondiale. Questi studi furono portati avanti in gran segreto dagli americani che condussero una serie di esperimenti presso la base missilistica di White Sands, in New Mexico, dal luglio all’agosto 1947. Uno di questi comprendeva esperimenti con palloni da alta quota per verificare gli effetti di un’elevata altitudine sull’organismo umano”.
La Casa Bianca dovrebbe rendere accessibile il dossier Roswell?
“Sarebbe giusto. Ma bisognerebbe prima capire che fine hanno fatto i documenti e nelle mani di chi sono. Cosa che ai giorni nostri appare un mistero”.



Mito dei nostri tempi
Film, serie televisive e 15 milioni di siti web

In televisione Dark Skies, Seven Days , X-Files Taken, Roswell, Star Trek: Deep Space Nine, Stargate hanno citato Roswell.

AI cinema Independence Day (1996); Alien Autopsy (2006).

Sul web Ci sono più di 15 milioni di siti su Roswell. La presunta autopsia dell’alieno può essere vista su youtube.com cercando “alien autopsy”.

La festa Migliaia di persone si raduneranno a Roswell per l’anniversario. Sono previste conferenze, concerti e grandi affari per i commercianti locali, arricchitisi grazie al mito dell’astronave caduta.



REALTÀ O FINZIONE?

  1. Il maggiore Jesse Marcel con alcuni detriti. “Non erano cose di questo mondo”, ha detto.
  2. Le famose presunte immagini dell’autopsia dell’alieno.
  3. La prima pagina del “Roswell Daily Record” dell’8 luglio 1947.
  4. Il generale Ramey, capo del RAAF, tiene in mano un telegramma. Ingrandito al computer, avrebbe rivelato la frase: “e le vittime dell’incidente.. nel “disco” le spediranno...”.
  5. Uno dei manichini che l’Air Force afferma fossero a bordo del pallone sonda caduto.
  6. Presunti pannelli di comando del disco. Le impronte hanno sei dita, come l’“alieno” dell’autopsia.
  7. Lo schizzo di un “disco volante” su carta intestata dei comandi del RAAF, datato luglio 1947.
  8. I “geroglifici” sui rottami.

LA STAMPA del 2 LUGLIO 2007




Il Pianeta Terra ha un gemello

Finalmente è giunto il momento: è stato scoperto il primo pianeta extrasolare simile alla Terra e per giunta è anche relativamente vicino a noi.
Il numero di stelle attorno a cui sono stati scoperti dei pianeti è in continuo aumento e, sebbene non siano ancora trascorsi 20 anni dall’individuazione del primo attorno alla stella HD 114762, il loro numero ha già superato la soglia dei 200. Finora, però, si trattava di pianeti di tipo «gioviano», con masse e dimensioni dell’ordine di quelle del gigante del Sistema Solare. Adesso, invece, è stata annunciata la scoperta del primo pianeta di tipo terrestre che orbita attorno ad una stella, che - si potrebbe dire - si trova sulla porta di casa del nostro sistema planetario.
Si tratta di Gliese 581, una piccola e fredda nana rossa, situata in direzione della costellazione della Bilancia e che dista da noi poco più di 20 anni luce. La massa di questa nana rossa è pari a circa il 30% di quella del Sole e, essendo meno calda, la sua luminosità è circa 50 volte inferiore a quella della nostra stella. Prima sorpresa nel 2005 Uno dei motivi che già nel 2005 avevano reso molto interessante questa piccola stella fu la scoperta attorno ad essa di uno dei pianeti extrasolari più vicini a noi, che fu battezzato Gliese 581 b: si trattava anche di uno degli esopianeti più piccoli tra tutti quelli che erano finora noti.
La sua massa, infatti, è pari a circa 20 volte quella della Terra, mentre le sue dimensioni sono paragonabili a quelle di Urano e Nettuno (circa 50 mila chilometri di diametro), dai quali però si differenzia per la vicinanza alla stella compagna: solo 6 milioni di chilometri, con un periodo di rivoluzione di soli 5 giorni e mezzo. Nonostante la bassa temperatura superficiale della stella, questo esopianeta, che presumibilmente le mostra sempre la stessa faccia a causa della forte attrazione gravitazionale, deve avere temperature elevate sul lato illuminato (si stima 150 °C) e basse in quello oscuro.
Tutti i record sono stati però battuti dal nuovo pianeta appena scoperto, le cui dimensioni sono solo 1,5 volte quelle della Terra con una massa circa 5 volte superiore. La distanza da Gliese 581 è di 14 volte inferiore a quella che separa il nostro pianeta dal Sole (poco meno di 11 milioni di chilometri), mentre la durata dell’anno di questo esopianeta è di 13 giorni. Secondo le stime degli scopritori - un gruppo degli Osservatori di Ginevra e Lisbona, dell’Università di Grenoble e dell’Istituto di Astrofisica di Parigi - la temperatura media su questo pianeta dovrebbe essere compresa tra 0 e 40 °C e, quindi, si troverebbe nella cosiddetta «zona di abitabilità», la regione attorno ad una stella in cui l’acqua può essere presente allo stato liquido.
Sulla base dei modelli messi a punto dovrebbe trattarsi di un pianeta roccioso, come la Terra, e forse interamente ricoperto da un oceano. Questi risultati rendono la scoperta ancor più eccitante, in quanto l’acqua è uno degli elementi essenziali per lo sviluppo di forme di vita simili a quelle che conosciamo. L’occhio è lo spettrometro La scoperta è stata effettuata con il telescopio da 3,6 metri di apertura dell’Eso, l’Osservatorio Australe Europeo di La Silla, in Cile, utilizzando un sofisticatissimo spettrometro, che è uno dei più precisi e accurati per dare la caccia ai pianeti extrasolari.
Un terzo corpo celeste È chiaro che la relativa vicinanza di quello che sarà battezzato Gliese 581 c, oltre alle condizioni di temperatura simili alla Terra, renderanno l’esopianeta un obiettivo importantissimo per le future missioni spaziali che avranno come obiettivo la ricerca di eventuali forme di vita extraterrestri. Ma le sorprese che ci riserva questa stella rossa non sembrano essere finite.
Esistono, infatti, forti indizi che attorno a Gliese 581 sia presente un terzo pianeta, la cui massa dovrebbe essere pari a 8 volte quella della Terra. Scoperte come queste, comunque, sono destinate ad aumentare grazie all’entrata in funzione di telescopi orbitanti, come il francese «Corot», al lavoro da pochi mesi, e ad altre missioni in programma da parte della Nasa e dell’Esa, l’Agenzia Spaziale Europea.

Mario Di Martino

La Stampa - Tuttoscienze del 25 aprile 2007





Ufo, la Francia apre i dossier
In 30 anni 1600 avvistamenti

Tutte le inchieste sul web - Solo il 9% dei casi esaminati in questi trent'anni sono ritenuti pienamente risolti, per tutti gli altri resta almeno il dubbio - Ma il 28% dei casi resta irrisolto - Interrogatori di testimoni, tracce, analisi scientifiche, verbali delle gendarmerie: nei dossier la storia e il "verdetto" d'ogni singolo caso.

ROMA - Milleseicento casi vagliati uno per uno, andando il più a fondo possibile: testimoni, tracce, verbali della gendarmeria. Nulla per sentito dire. Così il progetto Geipan (Groupement pour l'Etude et l'Information sur les Phénomènes Aérospatiaux Non identifiés) ha lavorato dal 1977 ad oggi, quando ha deciso di pubblicare tutti i dati raccolti, nessuno escluso.
"Contrariamente agli Stati Uniti dove si può richiedere la storia di un singolo caso Ufo, la Francia è il primo Paese al mondo che ha deciso di pubblicare tutti gli avvistamenti dei fenomeni aerospaziali non identificati", ha spiegato Jaques Patenet, responsabile del gruppo di ricerca. Da qui alla fine dell'anno tutti gli avvistamenti verranno pubblicati su internet e chiunque lo desideri potrà approfondire ogni singolo evento.
La quantità del materiale raccolto è davvero enorme, se si dovessero trascrivere tutte le indagini di ogni singolo caso su fogli di carta si produrrebbe una pila alta quanto un palazzo di tre piani. Il dato più appariscente del rapporto è senza dubbio quel 28% di casi che non hanno ancora avuto una spiegazione. Tra questi ad esempio, il racconto di alcuni piloti militari "inseguiti" per una ventina di secondi da un oggetto sconosciuto e non rilevato dai radar di terra. Oppure "le luci" che hanno "seguito" alcune automobili per chilometri e chilometri, obbligando i testimoni ad una fuga precipitosa per la paura, finchè la luce non è scomparsa nel nulla. E ancora: "globi luminosi" che di testimone in testimone avrebbero attraversato l'Intera Francia e altri che si sarebbero posati fin quasi sul terreno. Insomma una casistica varia e assai tipica dei manuali di ufologia.
"Ma non chiamiamoli Ufo, è termine che genera confusione. Diciamo più semplicemente che ci troviamo di fronte a fenomeni aerospaziali non identificati", spiega Patenet. In questo modo, infatti, l'autore del Rapporto vuole dipanare ogni dubbio sul fatto che Ufo equivalga a dire "navi aliene" o "dischi volanti". Sta di fatto che i possibili fenomeni naturali che a tutt'oggi non sappiamo spiegare sono ancora numerosi. Non solo. Oltre agli avvistamenti rimasti del tutto inspiegati, solo il 9% dei casi analizzati sono stati pienamente chiariti. Mentre il 33% dei casi presi in esame e ritenuti "spiegati" lo sono solo "probabilmente", e quelli per cui è "difficile" dare una valutazione precisa, soprattutto per mancanza di dati sufficienti sono ben il 30%.
Il Rapporto reso pubblico a partire da ieri è solo l'ultimo di una lunga serie di studi realizzati soprattutto dagli Stati Uniti. Gli Usa hanno tentato fin dal 1947 (anno di nascita dell'ufologia moderna) di spiegare il fenomeno. Ma tutti i rapporti hanno trascinato con sé polemiche a non finire perché accusati di trarre conclusioni diverse rispetto a quelle che farebbero trasparire i casi analizzati.
Certo è che almeno un fenomeno Ufo parrebbe accertato e perciò seguito da diversi anni dalla scienza ufficiale. Si tratta delle "luci di Hessdalen", il cui nome deriva da una località della Norvegia dove, da anni ormai, ricercatori internazionali, tra cui appartenenti al Radiotelescopio di Medicina (Bologna) osservano globi luminosi nascere, evolvere nelle più diverse forme e colorazioni per poi sparire nel nulla.
"Ad oggi non c'e alcuna ipotesi scientifica che riesca a spiegare il fenomeno", dice Jader Monari dell'Ira-Inaf che da anni segue la ricerca. Gli "oggetti volanti non identificati", dunque, esistono, ma conclude Patenet: "Attenzione: non si pensi che nel rapporto si possano trovare casi da scoop".


I casi non identificati

FRANCIA, 1974
Versione quasi "fumettistica" per questo avvistamento avvenuto nel 1974 a Tavernes dans le Var: il caso è rimasto insoluto

FRANCIA, 1998
Un tecnico francese analizza il terreno nella zona in cui si è verificato un avvistamento: il caso è rimasto insoluto

La storia degli UFO

USA, 24 giugno 1947
Avvistamento di 9 "dischi volanti": è il primo caso registrato

USA, 7 gennaio 1948 Decine di persone "vedono" un disco: primo caso di massa

FRANCIA, 1970 Un oggetto misterioso filmato intorno a un Concorde in volo

Le ipotesi

AEREI SPERIMENTALI
Non ancora ufficialmente impiegati dalle aeronautiche

FENOMENI NATURALI
In molti casi, come quello di Hessdalen, si tratta proprio di questo

NAVI ALIENE
In viaggio da anni, ora "parcheggiate" nel sistema solare



LUIGI BIGNAMI
LA REPUBBLICA - del 23 marzo 2007




''Ho ipnotizzato 400 rapiti dagli alieni
So che quelle persone dicono la verità''

L'ufologo Corrado Malanga, ricercatore a Pisa, ha messo a punto una tecnica ''Con l'ipnosi regressiva posso scavare nella memoria. Sono al sicuro dalle bufale"

E' notte e percorriamo una stradina non asfaltata. Sulla sinistra c'è uno spiazzo con alcuni camion militari e lì atterrano dei dischi. Ce ne sono tre. Esseri biondi, alti più di due metri, mi conducono in una base sotterranea, dove mi sparano un piccolo proiettile nella narice". Per la scienza ufficiale questa testimonianza è solo il racconto di un terribile incubo, ma per alcuni ricercatori è molto di più: è la descrizione di un rapimento alieno. Corrado Malanga, ricercatore di chimica organica all'università di Pisa e ufologo, ha cominciato a occuparsi del fenomeno delle "abduction" (i rapimenti) una ventina di anni fa e da allora a lavorato con oltre 400 presunti rapiti, gli "addotti".
Professore, quali tecniche ha sviluppato per tentare di comprendere il fenomeno delle "abduction"?
"L'ufologia si era sempre e solo occupata di analizzare fotografie, impronte e strutture molecolari del terreno. Ma a me non bastava: volevo guardare nella testa dei soggetti che sostenevano di aver vissuto esperienze con gli Ufo. Così ho iniziato ad utilizzare le tecniche di ipnosi regressiva elaborate dal celebre psichiatra americano Milton Erickson. Scavando all'interno dell'inconscio, infatti, si possono riportare in superficie esperienze rimosse. L'inconscio è come un hard disk a una sola scrittura: una volta registrate le esperienze, non si possono più modificare".
I critici del fenomeno ufologico sostengono il contrario: come si fa ad essere sicuri che i racconti non siano pure invenzioni?
"L'ipnosi correttamente condotta non permette all'inconscio di dire menzogne. Esistono tonnellate di letteratura scientifica a riguardo. Ma non solo. Per verificare che il soggetto dica la verità lavoriamo anche con la Programmazione neurolinguistica, una scienza che si basa sul seguente assioma: ''Dimmi come ti muovi e ti dirò chi sei''. Il movimento del corpo, infatti, è la rappresentazione cinematica della volontà dell'inconscio. Analizzare il movimento dei bulbi oculari, ad esempio, permette di distinguere tra ricordi falsi e ricordi vissuti e reali".
E a quali conclusioni è giunto?
"I racconti di rapimenti sono tutti uguali. Alcuni sono sovrapponibili fin nei minimi particolari. Eppure i soggetti non si conoscono. Gli ''addotti'', ad esempio, descrivono le stesse creature. Sono di quattro tipi:c'è un essere biondo, alto due metri e 80, con la tuta attillata e l'occhio a pupilla verticale. Poi c'è un alieno che assomiglia ad un coccodrillo in piedi, con il muso da serpente e le mani palmate. Alcuni ''addotti'' descrivono invece una specie di mantide alta più di due metri. Infine c'è un essere piccolo, alto un metro e 20, glabro, con tre dita, il pollice opponibile, senza orecchie e con gli occhi grossi".
Quest'ultimo, però, sembra proprio la rappresentazione classica dell'alieno che si vede nei film e sulle t-shirt. Non è un po' deludente?
"Non c'è da stupirsi. Prima è nata la testimonianza, poi la maglietta. Ma le analogie non finiscono qui. Tutti gli '' addotti''hanno raccontato di essere stati condotti dentro laboratori sotterranei e immersi in un liquido contenuto in cilindri verticali trasparenti. Dalle testimonianze degli oltre 400 soggetti messi in ipnosi finora abbiamo capito che gli alieni vogliono rubare la nostra '' anima'', nel senso che gli attribuisce Platone. Solo così queste creature possono garantirsi l'immortalità".
E' una teoria estrema. Ma chi sarebbero gli "addotti"? C'è un identikit?
"Non esistono distinzioni di ceto, il fenomeno colpisce tutti: professori universitari e contadini, ricchi e poveri, uomini, donne e gay. Dalle nostre ricerche abbiamo però scoperto che, se un soggetto è "addotto", lo è anche la madre, il padre e perfino i nonni. Supponiamo quindi che la scelta sia anche di natura genetica".
Alcuni ricercatori sostengono che le "abduction" siano riconducibili ad allucinazioni dovute a un disturbo del sonno. Come risponde?
"Ci sono stati diversi tentativi del governo americano di mascherare le ''abduction'' con malattie mentali o con un tipo di insonnia con paralisi notturna. Il capostipite è Roger McNally. Ma i suoi dati sono stati contestati da una serie di ricercatori. In più questa sindrome non spiega le prove oggettive: cicatrici, disturbi fisici e microimpianti nel corpo".
Microimpianti? Di che cosa si tratta?
"Attraverso la Risonanza Magnetica e la Tomografia Assiale Computerizzata abbiamo scoperto minuscoli pallini conficcati nel palato, nel naso e negli occhi. Crediamo siano microchip di controllo. Negli Usa il professor Derrel Sims ha estratto alcuni di questi microchip e li ha fatti analizzare. Diversi elementi presentano percentuali isotopiche differenti da quella terrestre. Gli isotopi sono atomi che si distinguono per il numero di neutroni presenti nel nucleo. E questo numero non è lo stesso in tutte le parti del cosmo. Insomma, non c'è dubbio che gli impianti siano di origine aliena".


LA CONTROTEORIA
Il prof americano "Per me sono matti".
E se chi racconta esperienze di rapimenti alieni fosse semplicemente un po' "suonato"? Malanga esclude questa ipotesi perché - spiega - i tanti racconti combaciano. Anzi: "Ci sono stati diversi tentativi del governo americano di mascherare i rapimenti alieni con malattie mentali oppure con un tipo di insonnia con paralisi notturna - dice Malanga -. Ila capostipite di questa tesi è Roger McNally, i cui studi sono stati contestati da una serie di ricercatori. E poi McNally non spiega cicatrici, disturbi fisici e microimpianti trovati nel corpo dei "rapiti".

Marcella Miriello

La Stampa - Tuttoscienze del 21 marzo 2007





E' SPARITO APRENDO UN ENORME BUCO LUMINOSO TRA LE NUVOLE
Gli occhi al cielo Chicago aspetta il ritorno dell'UFO Molti testimoni giurano di averlo visto volare sull'aeroporto, poi si è dileguato

NEW YORK - Gli alieni sono venuti a dare un'occhiata all'aeroporto di Chicago, oppure una dozzina di dipendenti della compagnia aerea americana United ha bisogno di vedere un buon medico? Nessuno stava cercando di rispondere a questa domanda piuttosto importante, fino a quando un giornalista curioso ha iniziato a porla in giro. Ora l'agenzia Usa per l'aviazione civile ha trovato questa soluzione di compromesso: si è trattato solo di uno strano effetto ottico. I protagonisti dell'avvistamento però non mollano: alcuni di loro hanno avuto anche "esperienze religiose" dopo l'evento, e non accettano di essersi sbagliati.

Un fotogramma del video ripreso dalla ABC News
nel cielo notturno sopra lo O'Hare Airport di Chicago.

Tutto è cominciato nel pomeriggio del 7 novembre scorso, giornata fatidica per gli Stati Uniti, che votavano per eleggere il nuovo Congresso. Verso le quattro e mezza un dipendente della United ha notato qualcosa di strano nel cielo dell'O'Hare International Airport, uno dei più grandi e trafficati al mondo. Lui stava dirigendo un aereo verso la porta C17, quando ha alzato gli occhi: sopra la sua testa c'era un grande disco volante metallico colore scuro, che galleggiava a circa cinquecento metri di altezza, appena sotto il livello delle nuvole addensate alla periferia di Chicago. L'operaio della United si è stropicciato le palpebre, ma quando le ha riaperte il "coso" stava ancora là. A quel punto, piuttosto impaurito, ha lanciato l'allarme nella radio della sua compagnia.
Diversi colleghi hanno sentito quella strana notizia e si sono affacciati. Alcuni erano piloti, altri hostess, altri ancora assistenti di volo a terra: tutta gente che ha una certa dimestichezza con aerei, aeroporti, e strani fenomeni atmosferici. I testimoni hanno concordato su un fatto: quello che hanno visto sopra l'O'Hare era un disco vero, immobile, e silenzioso. Qualche minuto dopo l'oggetto non identificato è sparito, volando verso l'alto. Lo spostamento è avvenuto con una tale energia, da aprire una specie di buco luminoso fra le nuvole.
I testimoni sostengono che quando hanno rivelato la loro visione, i capi non li hanno presi sul serio. La United e la Federal Aviation Administration, cioè l'agenzia che regola il traffico aereo, li hanno interrogati, ma tutto è finito nel nulla. Nulla, fino a quando il giornalista del Chicago Tribune Jon Hilkevitch ha saputo la storia, e ha chiesto conto alle autorità. Sulle prime la United e la Faa hanno negato tutto, ma poi hanno scoperto che alcune conversazioni erano state registrate e quindi hanno ammesso la storia. Secondo loro, però, si è trattato di un falso allarme. I radar dell'aeroporto non hanno registrato alcun oggetto volante, nella zona non c'erano palloni per i rilevamenti meteorologici impazziti, e i militari non stavano conducendo esperimenti strani nei cieli di Chicago. "La nostra teoria - ha spiegato la portavoce della Faa Elisabeth Isham Cory - è che si sia trattato di un fenomeno atmosferico. Il 7 novembre le condizioni erano perfette per prendere un abbaglio: nuvole basse, tante luci accese a terra. Quando queste luci si proiettano tra le nubi, alle volte capita di vedere cose strane".
Craig Burzych, controllore di volo e membro del sindacato dell'aeroporto, ci scherza su: "Volare per 7 milioni di anni luce fino all'O'Hare, e poi essere costretto a tornare indietro perché la tua porta è occupata, è semplicemente inaccettabile". I colleghi, però, non sono disposti a giocare. Loro si considerano esperti del settore, razionali, in possesso delle proprie facoltà mentali, e in buona compagnia, perciò chiedono inchieste e spiegazioni. Magari non si sarà trattato di una visita a sorpresa degli alieni, ma qualcosa di inusuale si è materializzato nel cielo di Chicago.
Siccome questo qualcosa potrebbe creare problemi di sicurezza alle operazioni di uno dei più grandi scali mondiali, ritengono che sia il caso di indagare sul serio, senza scaricarli come pazzi lunatici. Gli avvistamenti sbagliati di ufo, per la verità, non sono infrequenti negli Stati Uniti. le autorità hanno cercato di spiegare il fenomeno in varie maniere, ma decine di persone restano convinte che il governo abbia catturato una nave spaziale, e abbia nascosto i passeggeri alieni per studiarli. Anche Chicago, dunque, potrebbe avere presto un'attrazione turistica in più.

Paolo Mastrolilli

La Stampa del 3 gennaio 2007








COMUNICATO DELLA SEZIONE UFO DEL PROGETTO ANDROMEDA

Si ringraziano tutti coloro che ci hanno dato la loro collaborazione inviando notizie e informazioni. Quanti desiderano contribuire alla realizzazione di UFO news con le proprie segnalazioni possono scrivere a: info@merlino.org

Tutti coloro che ritengono di essere stati testimoni di un fenomeno UFO possono darne notizia alla nostra Sezione Culturale per chiedere chiarimenti oppure per comunicare i dati del fenomeno osservato. Si assicura la piu' completa discrezione. Si prega di telefonare al 011.530.846 oppure di scriverci a: info@merlino.org