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Il Caso Zanfretta
A cura della "Commissione per l'Indagine sui Fenomeni Fortiani"
della Ecospirituality Foundation


IL CASO DEI SAURIANI-RETTILOIDI

Zanfretta e il caso dei rettiloidi

Nel panorama iconografico degli alieni, incontrati in esperienze del III tipo, domina da decenni la figura di bassa di statura umanoide con una grande testa dominata da altrettanti due grandi occhi.
Queste creature sono oggi conosciute presso i cultori dell'argomento e verso il vasto pubblico con il termine di "grigi". Esse sembrano rappresentare la sola iconografia aliena possibile, senza lasciare posto ad altre raffigurazioni.
In questa prospettiva le creature incontrate da Zanfretta sembrano del tutto fuori posto e lasciano perplessi sulla presunta incongruenza del caso.
In effetti, in confronto a quelli descritti da Zanfretta, i grigi sembrano essere più ovvi, rassicuranti, messi al loro giusto posto. Giusti per l'immagine che dovrebbe avere un alieno a misura della cultura tecnologica e smaliziata dell'umanità moderna.
Tuttavia non mancano esempi di testimonianze, al di là di quella di Zanfretta, che riguardano creature aliene rettiloidi. Nel panorama iconografico degli alieni osservati dai vari testimoni, la figura sauroide delle creature incontrate da Zanfretta sembra non essere nuova poiché creature del genere sono state viste in altri posti del pianeta, anche se in misura molto meno frequente rispetto ai grigi.
Esistono vari casi rilevati negli USA e alcuni anche in Italia. Ad esempio nel cosiddetto "triangolo del mistero", in un'area particolarmente vasta che comprende le province di Bologna, Ferrara e Rovigo, per circa un ventennio a partire dagli anni '80 le cronache locali parlarono insistentemente di una o più creature umanoidi, con sembianze rettiloidi ed anfibie, avvistate da contadini e pescatori del luogo.
Diversi testimoni raccontarono di aver visto esseri squamosi di colore verdastro, alti più di due metri e mezzo, capaci di saltellare e muoversi in modo atletico, i quali apparentemente sembravano essere la causa di momentanei malesseri fisici alle persone stesse.
I quotidiani locali come il "Resto del Carlino", "Il Gazzettino" e "L'Eco del Po", diedero ampio risalto a questi avvistamenti.
Ma anche nel Medioevo le creature rettiloidi fecero la loro comparsa. Si può ricordare come già alcune cronache medievali liguri citino l'apparizione di creature simili a quelle che avrebbe incontrato Zanfretta e che furono viste appunto nella zona intorno alla città di Genova.
Una di queste cronache riporta che nell'anno 1608 ci fu l'apparizione nel mare di Genova di mostri molto simili a quello descritto da Zanfretta; si narra che avessero forma umana ma con il corpo tutto coperto di squame e la testa che sembrava quella di un drago. Tanto fu lo spavento tra la popolazione che la signorìa del luogo fece sparare 800 colpi di cannone per allontanarli, tuttavia senza riuscirvi.


I rettiloidi nelle tradizioni del pianeta

La figura dei rettiloidi potrebbe rispondere a quella che avrebbero potuto assumere creature delle specie di vari dinosauri se non si fossero estinti e avessero potuto evolvere sino ai giorni nostri.
L'ipotesi potrebbe non essere così inverosimile. Nel Museo di Toronto, in Canada, esistono delle ricostruzioni ossee di piccoli sauri dell'altezza di circa tre metri, con cinque "dita" dei piedi e delle mani. Nelle dita delle mani è compreso il pollice, allineato alle altre dita e quindi con funzioni prensili e adatte alla manipolazione di oggetti.
Tuttavia la figura dei rettiloidi non rappresenta una iconografia nata nell'era moderna e basata sulla suggestione di quanto possiamo sapere sulle antiche specie dei sauri che hanno popolato per milioni di anni il nostro pianeta.
Creature di fattezze rettiloidi antropomorfe, infatti, erano già conosciute nel lontano passato e sono riportate nei miti e nelle tradizioni di molti popoli.
Possiamo citare le prime raffigurazioni di Zeus, re di tutti gli Dei dell'Olimpo della Grecia Antica, che lo mostrano in una effigie di un serpente antropomorfo.
Il primo re mitico di Atene, Cecrope, era mezzo uomo e mezzo serpente. Nella mitologia greca i Titani e i Giganti avevano servitori serpenti e talvolta i Giganti stessi erano raffigurati in forma "anguiforme", ossia con le gambe formate da terminazioni serpentiformi, come il gigante Klyteros, raffigurato nel bassorilievo del fregio della Gigantomachia sull'Altare di Pergamo.
Presso gli antichi Celti la figura del Drago impersonava quella del mitico Odino e di tutti gli altri Asi, gli dei di Asgard. Nella tradizione nordica viene attribuita a Odino la creazione del primo uomo e della prima donna che egli pone in Midgard, la Terra di Mezzo, dominata dal grande albero che cresce al suo centro.
Nella cultura celtica, il druido, lo sciamano filosofo e guerriero, era rappresentato con l'iconografia del Drago. Fetonte, il portatore di conoscenza delle antiche tradizioni europee, era anch'esso associato alla figura del drago-serpente.
Nella tradizione biblica gli Elohim, ovvero gli dei che crearono il primo uomo, sono raffigurati con la sembianza di serpenti antropomorfi.
Lo stesso serpente che dona la conoscenza ad Adamo e Eva possiede un attributo antropomorfo che perderà per la punizione divina dovuta al suo gesto.
La Chiesa attribuirà al serpente, ovvero implicitamente al drago a cui viene associato per una similitudine di specie, il ruolo di Satana, l'angelo ribelle e nemico della Chiesa stessa.
Per contro, la casta guerriera e la borghesia laica del tempo si fregerà invece proprio dell'attributo del drago- serpente per distinguersi in valore e nobiltà.
In Sud America, nel Messico precolombiano, si parla di Quetzalcoatl, il dio-serpente venerato dai Maya, le cui raffigurazioni erano una costante nella vita sociale di quel popolo.
Fra le rovine di un antico abitato mesopotamico, nei pressi di Ur, alcuni decenni or sono vennero rinvenuti, all'interno di tombe semisepolte, alcuni idoli in terracotta chiaramente umanoidi ma con la testa di serpente.
Nel Nord America la tradizione dei Nativi americani Hopi racconta dell'esistenza di una razza di uomini rettili che vivrebbe sottoterra, chiamata Sheti o "Fratelli Serpente".
Nelle scritture e leggende dell'India sono citati i Naga, esseri a forma di serpente che si riteneva vivessero sottoterra, pur avendo contatti anche con gli uomini.
In alcune versioni si riferiva che tali esseri avevano vissuto su un continente che si sarebbe poi inabissato nelle acque dell'Oceano Indiano.
I testi indiani parlano anche di un'altra razza di uomini-serpente chiamata Sarpa. I Syrictæ (in greco: Skiritai, in Latino: Sciritae), una tribù di uomini con narici simili a quelle dei serpenti al posto del naso con gambe a forma di serpentina.
Per la cultura
dell'Asia orientale il serpente-drago è ancora oggi sinonimo di saggezza e di conoscenza mistica.
Nella cultura cinese, vietnamita, coreana e giapponese, si tramandano le leggende dei Long (Yong in Coreano, Ryu in giapponese) o dragoni, creature a metà tra il piano fisico e il piano astrale, ma raramente descritte in forma umanoide, che possono assumere una forma tra l'umano e il rettiliano.
In Giappone la tradizione locale cita storie sui Kappa, un popolo mitologico di rettili umanoidi.
In Cina, Corea e Giappone, i reami sottomarini sono mitologicamente popolati da Re Dragoni e i loro discendenti sono considerati umani discendenti da una razza di dragoni. Questa discendenza viene spesso rivendicata dagli imperatori asiatici, che si credeva fossero in grado di mutare volontariamente da una forma umana ad una forma di drago.
Nel Medio Oriente sono conosciuti i Jinn, uomini serpente o dragoni di cui si parla fin dai tempi più antichi. In un libro apocrifo falsamente identificato come il perduto Libro di Jasher, viene descritta una razza di uomini serpente.
Nel Mali la popolazione dei Dogon tramanda un mito della loro origine che comprende un uomo rettile. I Dogon sostengono di discendere dal dio Amma, proveniente dalla stella Po Tolo (Sirio B).


I "rettiliani" di Icke e la teoria del complotto

La creatura incontrata da Zanfretta può ricordare anche il caso dei "rettiliani" descritti da David Icke (ex giornalista della BBC ed ex deputato verde inglese) nel suo libro "The Biggest Secret: The Book That Will Change the World" pubblicato nel 1999.
Come già asseriscono alcune leggende nordiche, Icke propone l'idea che i rettiliani, descritti come creature alte tre metri, siano i precursori della specie umana che giunti all'apice della loro evoluzione tecnologica e ridotti di numero avrebbero riparato nello spazio.
Ritornerebbero sulla Terra per fornirsi di vari bene che possono servire ai loro bisogni e per controllare, secondo l'autore, la specie umana anche a livelli di alta politica allo scopo di preservare l'accesso e la sicurezza delle risorse di materie prime che loro utilizzano.
Questa ipotesi è esplosa in maniera mediatica negli anni 1995. Zanfretta, che denunciò la sua avventura nel 1978, non poteva esserne al corrente a meno che fosse stato realmente coinvolto in una effettiva avventura che ha travalicato le sue intenzioni e le sue aspettattive e tutto sommato ha aperto la strada alle ipotesi di Icke.



Giancarlo Barbadoro
Responsabile
Commissione per l'Indagine sui Fenomeni Fortiani