LE BANCONOTE DI EUROLANDIA

Il ministro alla Ue: inflazione alimentata anche dagli spiccioli

IL TESORO CHIEDERÀ DI CAMBIARE
"EURO DI CARTA COME IL DOLLARO"


ROMA - Ridateci il pezzo di carta e riprendetevi indietro quella moneta che sembra uno spicciolo ma non lo è. Via "l'uomo di Leonardo" da un euro e - probabilmente - via anche il "Dante" da due: si torni al bigliettone.
La proposta arriva dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti, convinto che i pezzi metallici abbiano più di qualche responsabilità nel galoppare della spesa delle famiglie e nell'abbassarsi del loro morale. "Alla moneta si tende a non dare valore, alla banconota sì - ha detto - cercherò di convincere l'Europa a fare l'euro di carta, così come c'è il dollaro di carta. Lo proporremo, speriamo che ci ascoltino".
Potrebbe essere questo dunque "l'asso nella manica" calato dal governo nella lotta all'inflazione. Una mossa a sorpresa che in fondo creerebbe molti meno nemici, per l'esecutivo, di un blocco delle tariffe. E che probabilmente farebbe felici tutti quelli che si sono pentiti di aver dato svariate monete di mancia senza rendersi forse conto che per ogni monetina si lasciavano sul banco ben 1936,27 lire (quasi due dei vecchi biglietti con la Montessori stampata sopra). O che pur di liberarsi le tasche dall'ingombrante peso si sono fino ad oggi riempiti la casa di deliziose, inutili sciocchezze da "un solo euro metallico".
Se Bruxelles farà sua l'idea di Tremonti (ma resta da vedere cosa ne penserà la Bce) potrebbero quindi uscire dal borsellino - per rientrare nel portafoglio sotto forma di carta - quei 7 grammi e mezzo di metallo (tanto pesa un euro) che così gran scompiglio hanno creato nella mente del consumatore quando, otto mesi fa, vi entrarono per la prima volta. Il destino breve e crudele, d'altra parte, accomunerebbe la moneta alla sorte subita qualche anno fa dal pezzo metallico che rappresentava le mille lire. Mai amato, si disse allora, perché troppo simile a quello che ne valeva solo 500. Figurarsi l'attuale euro che può cofondersi addirittura con la moneta che ne vale due (molto simile e che pesa solo un grammo in più).
Ora, al di là del successo che l'operazione potrebbe avere nella lotta all'inflazione, e al di là del fatto che avere l'euro di carta potrà farci sentire più vicini all'America, non sarà facile per Tremonti convincere Bruxelles a passare, per quel pezzo dal metallo alla carta. Se è vero che, per gli italiani, le monete hanno tradizionalmente sempre avuto un valore limitato (in fondo erano solo "spiccioli"), non è così per gli altri paesi europei dove il metallo "contava" di più.
Inoltre all'euro, come tutti le altre monete, la Ue ha affidato il ricordo della identità nazionale dei singoli paesi. Se le banconote sono uguali per tutti, le monete segnano infatti l'identità nazionale. Tutte circolano ovunque, certo, ma oltre alla faccia comune (Europa senza frontiere) ne hanno una scelta dai membri. Noi per quella da un'euro abbiamo puntato sull'uomo Vitruviano di Leonardo e per quella da due sul ritratto di Dante Alighieri di Raffaello. Se spariranno potremo consolarci pensando che faranno un figurone nelle collezioni d'oltreconfine.


Luisa Grion
LA REPUBBLICA di domenica 25 agosto 2002