Le Tappe storiche della U.E.

Per approfondire l'argomento



1945
FINE DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE

Si conclude la Seconda Guerra Mondiale iniziata nel 1939. Le Forze Alleate portano alla resa la Germania Nazista e il Giappone rendendo possibile l'autoderminazione delle nazioni europee.
La guerra è stato un evento traumatico per l'Europa. Milioni di persone sono rimaste senza casa, ammalate senza medicine e idonee strutture ospedaliere, traumatizzate dagli eventi bellici e con poco cibo a disposizione.
L'industria continentale è allo stremo. In Austria, Francia, Danimarca e Italia si raziona l'uso del carbone per consentire il funzionamento delle officine di importanza strategica.
L'avvenire dei paesi europei sembra destinato ad avere una prospettiva incerta e poco rassicurante.


1947
IL PIANO MARSHALL

Il 5 giugno del 1947 in occasione del suo discorso all'Università di Harvard, il generale George Marshall, Segretario di Stato e principale consigliere del presidente americano Truman, annuncia l'European Recovery Program.
Questo programma di aiuti all'Europa, conosciuto con il nome di "Piano Marshall", prevede una vasta azione di interventi in favore della ripresa economica europea.
L'azione può essere interpretata come il tentativo di ricostruzione del partner commerciale europeo con cui gli USA hanno mantenuto il loro sviluppo economico. Rimane tuttavia il fatto inequivocabile che il Piano Marshall rappresentò un grandissimo atto di solidarietà verso un'Europa sfiancata e destinata a collassare su se stessa in una povertà senza paragoni. Grazie al Piano Marshall, gli USA offrirono a 16 Paesi europei, dal 1947 sino al 1952, forniture di beni essenziali e materie prime del valore di 14 miliardi di dollari (170 miliardi di euro al 2007).
Rifiutano l'aiuto del Piano Marshall i Paesi europei dell'Est che sono rimasti nell'area militare e economica dell'URSS che accusa gli USA di voler controllare l'Europa. Il 2 luglio 1947, Molotov, il Ministro sovietico per gli Affari stranieri, da l'inzio alla cosidetta "Guerra Fredda" tra il blocco occidentale e quello orientale.
Così in parallelo al Piano Marshall, l'URSS avvia nel 1949, allo scopo di aiutare i Paesi europei sotto la sua gestione, il CAEM, il Consiglio di Mutua Assistenza Economica.
Dal canto suo, il Piano Marshall prevede che i Paesi europei dell'area occidentale si coordino politicamente per gestire gli aiuti per attivare una funzionale economia comune che preservi dalla catastrofe economica e dagli orrori umani di altre guerre possibili e future.
Con l'inizio della Guerra Fredda, il generale George Marshall teorizza il riarmo dell'Europa occidentale per far fronte ad una possibile minaccia militare da parte dell'URSS che per suoi motivi strategici intende liberare dalla presenza americana l'area europea occidentale.


1948
TRATTATO DI BRUXELLES

Lo firmano Regno Unito, Belgio, Francia, Olanda e Lussemburgo: prevede una cooperazione militare e rapporti economici più stretti.


1949
NASCE IL CONSIGLIO D'EUROPA

È un organo consultivo. Francia, Regno Unito, Belgio, Olanda e Lussemburgo ne decidono l'istituzione e chiedono la collaborazione di Danimarca, Irlanda, Italia, Norvegia e Svizzera per la redazione dello statuto.


1950
Il debutto dell'Europa Unita

Il 9 maggio, il Ministro degli Affari Esteri, Robert Schuman, pronuncia un discorso considerato il primo passo verso l'attuale Unione Europea. Egli proclama la necessita' della creazione della UE per una effettiva pace tra le Nazioni del continente europeo e per essere all'altezza di salvaguardare la pace mondiale dai pericoli che minacciano l'umanita'.


1951
LA CECA

Belgio, Francia, Italia, Germania, Lussemburgo e Olanda creano la Comunità europea del carbone e dell'acciaio (Ceca), primo nucleo della comunità Europea.


1957
CEE E EURATOM

I sei Stati firmano a Roma due trattati che danno vita alla Comunità Economica Europea (Cee) e alla Comunità Europea per l'energia atomica (Euratom)


1965
COMMISSIONE E CONSIGLIO

A Bruxelles è siglato un trattato che istituisce la Commissione europea e un unico Consiglio dei ministri


1979
PARTE LO SME

È il Sistema monetario europeo, che diventa operativo con un'unità monetaria europea, l'Ecu. Nello stesso anno si vota per la prima volta per eleggere il Parlamento europeo


1992
IL TRATTATO DI MAASTRICHT

Viene sancita ufficialmente la nascita dell'Unione Europea, che entrerà in vigore dal primo novembre 1993.


1994
NASCE L'IME

È la seconda fase del processo di unificazione. A Francoforte viene creato l'istituto monetario europeo, la futura Bce


1995
IL TRATTATO DI SCHENGEN

Entra in vigore l'accordo tra i Paesi membri che stabilisce l'eliminazione dei controlli alle frontiere per i cittadini e per le merci degli Stati aderenti


1997
IL TRATTATO DI AMSTERDAM

Approva varie disposizioni volte a facilitare il passaggio alla terza fase dell'Unione Economica e Monetaria


1999
ENTRA IN VIGORE L'EURO

Dal 1° gennaio entra in vigore l'euro, la nuova moneta unica. Prezzi, depositi bancari e strumenti finanziari vengono espressi nella nuova valuta


2002
L'EURO UNISCE L'EUROPA

1° gennaio. L'euro entra nel quotidiano. Nasce di fatto la UE.


2004
NASCE LA GRANDE EUROPA

Il 1° maggio 2004 10 nuovi Paesi si uniscono alla UE allargandola a un totale di 25 paesi.


2004
NASCE LA COSTITUZIONE EUROPEA

Il 19 giugno 2004 i 25 Paesi della UE al vertice di Bruxelles si accordano sul testo della Costituzione europea.


2004
I 25 PAESI D'EUROPA SIGLANO LA COSTITUZIONE EUROPEA

Il 29 ottobre 2004 i 25 Paesi della UE riuniti al Campidoglio di Roma siglano il testo della Costituzione europea. Oltre ai 25 paesi membri dell'UE sono presenti e sottoscrivono anche la Turchia, la Romania e la Bulgaria.
Cita la Costituzione: "Consapevoli che l'Europa è un continente portatore di civiltà; che i suoi abitanti giunti in ondate successive fin dagli albori dell'umanità vi hanno progressivamente sviluppato i valori che sono alla base dell'umanesimo: uguaglianza degli esseri umani, libertà, rispetto della ragione. Ispirandosi alle eredità culturali, religiose e umanistiche dell'Europa i cui valori, sempre presenti nel suo patrimonio, hanno ancorato nella vita della società il ruolo centrale della persona, dei suoi diritti inviolabili e inalienabili e il rispetto del diritto. Convinti che l'Europa, ormai riunificata, intende proseguire questo percorso di civiltà, di progresso e di prosperità per il bene di tutti i suoi abitanti, compresi i più deboli e bisognosi. Persuasi che i popoli dell'Europa, pur restando fieri della loro identità e della loro storia nazionale, sono decisi a superare le antiche divisioni e uniti in modo sempre più stretto a forgiare il loro comune destino. Certi che, unita nella diversità, l'Europa offre loro le migliori possibilità di proseguire, nel rispetto dei diritti di ciascuno e nella consapevolezza delle loro responsabilità nei confronti delle generazioni future e della Terra, la grande avventura che fa di essa uno spazio privilegiato della speranza umana".
Dai quotidiani: Nessun accenno al cristianesimo, ma una sintesi delle anime europee. Il preambolo alla Costituzione europea ultimato ieri dal presidium della Convenzione è dunque un compromesso fra cultura laica e fede religiosa. Un preambolo dedicato ai valori del continente il cui testo è stato deciso dopo aver vagliato quattro diverse proposte. Respinte le richieste avanzate dalle diverse Chiese e dai Popolari europei di inserire la menzione di dio nell'articolo 2 della bozza di trattato di costituzione, si è invece arrivati a una soluzione patrocinata dal presidente della Convenzione Valery Giscard d'Estaing, alla ricerca di un difficile compromesso tra laici e credenti. Nel testo finale compare infatti soltanto un riferimento generico alle "eredità religiose" nella costituzione della storia europea, accanto a quelle culturali ed umaniste. Non è passata la richiesta, sostenuta da più parti, di inserire nella bozza una citazione esplicita del cristianesimo. Nel preambolo si fa riferimento anche allo "slancio spirituale" che ha percorso l'Europa, "le cui tracce sono presenti nel patrimonio", frase che può essere letta come un riferimento ai monumenti storici tra cui chiese e cattedrali. Una richiesta partita dall'ex premier irlandese John Bruton, dei Popolari, di inserire un riferimento al cristianesimo è stata bocciata con la giustificazione che in questo caso si sarebbe dovuto fare la stessa cosa per la religione ebraica e musulmana. Anche il Vaticano ha esercitato forti pressioni, dirette e indirette, per ottenere un riferimento al cristianesimo nella futura costituzione.
Commenta Eugenio Scalfari, fondatore de "La Repubblica", importante testata giornalistica italiana: "Leggete con attenzione queste poche righe. Esse costituiscono il preambolo della Costituzione europea approvata l'altro ieri dal Consiglio dei 25 capi di Stato e di governo all'unanimità. Due anni e mezzo di faticoso lavoro per delineare la figura delle istituzioni, i loro poteri e i loro limiti, il difficilissimo equilibrio tra il peso specifico delle singole nazioni e l'idea di un federalismo con una testa, una voce, una politica estera, una difesa e una moneta: insomma la governance, il tipo di governo della nuova Unione. Ma pochi giorni per redigere quelle poche righe che sintetizzano la storia, l'identità, i comuni valori e insomma la missione in cui si riconoscono le genti del nostro continente.
Il commento del Vaticano: "Quella della Costituzione è un'Europa dalla memoria sbiadita quella che non ha voluto inserire nella sua costituzione un richiamo alle radici cristiane del continente."
Rammarico e delusione per "l'opposizione di alcuni governi" al riconoscimento esplicito delle radici cristiane


2005
VIENE BOCCIATA LA COSTITUZIONE EUROPEA

Sottoposta a referendum, la Costituzione appena approvata è bocciata dalla Francia e dal Belgio.


2007
I 27 PAESI D'EUROPA FIRMANO IL NUOVO TRATTATO EUROPEO, IL TRATTATO DI LISBONA

Il 13 dicembre 2007 i 27 Paesi della UE riuniti a Lisbona, allo scopo di evitare gli ostacoli sorti di fronte alla proposta di una vera e propria Costituzione, siglano il testo del "Trattato di Lisbona" che vuole riaprire un dialogo tra i Paesi membri dell'Unione in grado di portare in futuro a una possibile Costituzione europea.
Nel nuovo Trattato non compaiono termini (Costituzione) o simboli (bandiera, inno, motto) che rimandino a un'idea di Stato federale.


2008
L'IRLANDA BOCCIA IL TRATTATO EUROPEO

Il 13 giugno 2008 l'Irlanda con il suo referendum boccia il trattato di Lisbona.
Vincono in Irlanda: 1) il leader del Sinn Fein: "Non siamo contro l'Ue, ma vogliamo più democrazia e più garanzie sociali", 2) il trionfo di Mister No, l'uomo che ha speso 1,3 milioni di euro per la sua campagna. I Italia la Lega esulta e chiede il referendum.
Marcello Pera, ex presidente del Senato italiano e capofila dei "teocon" italiani afferma: "E' la vendetta cristiana, la storica risposta dei credenti all'Europa senza Dio". Il no irlandese al trattato di Lisbona è "l'inevitabile reazione alla cancellazione delle radici cristiane dalla Costituzione."


2008
NASCE L'UNIONE MEDITERRANEA

Il 13 luglio 2008 durante il turno della presidenza francese, il presidente Sarkosy ospita a Parigi i rappresentanti dei paesi a sud del mediterraneo per dare vita all'Unione Mediterranea. In un primo tempo auspicata solamente dalla Francia, Italia e Spagnaha trovato poi consenso in tutti gli altri Paesi dell'UE.
L'Unione Mediterranea si propone progetti strategici sull'area mediterranea, dall'energia, all'emigrazione e alla salvaguardia delle acque del Mediterraneo.
Partecipano 43 Paesi. All'incontro, oltre ai rappresentanti dei Paesi dell'UE, sono presenti: l'Algeria, la Mauritania, il Marocco, l'Egitto, la Tunisia, la Palestina, il Libano, la Turchia, la Giordania, la Siria e Israele. La Libia, che si dichiara contraria all'incontro, è presente solo in veste di osservatore
Al tavolo della presidenza: l'Unione Africana, l'ONU, la Francia, l'Egitto, l'EU e il CLG.
Gli effetti politici che si preannunciano con l'Unione Mediterranea portano a pensare a una pacificazione del Medio Oriente, dalla pace tra Istraele e palestinesi allo sdoganamento politico della Siria.


2009
L'IRLANDA VOTA PER IL SI AL TRATTATO DI LISBONA

Il 3 novembre 2009 l'Irlanda tiene il secondo referendum per il Trattato di Lisbona. Il Trattato è il documento redatto per sostituire la Costituzione Europea bocciata dal 'no' dei referendum francese e olandese nel 2005.
Vince il "Si" all'Europa. Il 67,1% degli elettori si è pronuncia a favore, 32,9% vota contro. L'affluenza è stata del 58%.
Il premier irlandese Brian Cowen nell'annunciare il risultato afferma: "Il sì ha vinto. La gente ha parlato, questo è un buon giorno per l'Irlanda e per l'Europa. Insieme all'Europa, siamo migliori e più forti. Il Trattato farà nascere un'Europa più forte e un'Irlanda migliore".
Soddisfazione viene espressa dal presidente della Commissione UE, José Manuel Barroso, che dichiara: è un "grande giorno per l'Europa grazie agli irlandesi.
Di fatto, il monito del vaticano, che affermava che non ammettendo "le radici cristiane dell'Europa" non si sarebbe fatta l'Unione Europea, è andato a vuoto.
Superato il voto degli irlandesi, l'avventura dell'Unione Europea si sposta su Polonia e Repubblica Ceca, i cui leader euroscettici avevano precedentemente rinviato la ratifica del Trattato di Lisbona. Già dopo i primi risultati da Dublino il presidente polacco Lech Kaczynski ha confermato che firmerà "subito" la ratifica del Trattato. Rimane ancora contrario il presidente della Repubblica Ceca, Vaclav Klaus.


2009
LA POLONIA FIRMA IL TRATTATO DI LISBONA

VARSAVIA, 10 ottobre 2009. La Polonia aderisce al trattato Ue di Lisbona. Il presidente Lech Kaczynski firma la carta nel corso di una cerimonia spiegando che "il fatto che il popolo irlandese abbia cambiato idea ha ravvivato il Trattato e non ci sono più ostacoli alla sua ratifica. Costituisce un cambiamento di qualità", anche se, ha aggiunto, l'Unione Europea resta una "Unione di Stati nazionali".
A porre nuove condizioni alla firma del Trattato è rimasto ormai solo l'euroscettico presidente della Repubblica Ceca, Vaclav Klaus.


2009
VENGONO NOMINATE LE CARICHE ISTITUZIONALI DELL'UE

BRUXELLES, 21 novembre 2009. In un Vertice informale dei capi di Stato e di governo dell’UE sono state nominate le due nuove cariche istituzionali previste dal Trattato di Lisbona, il nuovo Trattato di riforma dell’UE che entrerà in vigore il 1° dicembre 2009. Le cariche sono: il presidente permanente del Consiglio Europeo e l’Alto Rappresentante per gli Affari esteri e la Politica di sicurezza.
Il presidente permanente del Consiglio Europeo avrà un mandato di due anni e mezzo e dovrebbe assicurare maggiore continuità e stabilità all’attività del Consiglio Europeo.
L’Alto Rappresentante per gli Affari esteri e la Politica di sicurezza, che sarà anche vicepresidente della Commissione Europea, ha il compito di conferire all’azione esterna dell’UE maggiore coerenza e visibilità. L’Alto Rappresentante verrà assistito da un Servizio europeo per l’azione esterna, composto da funzionari del Consiglio, della Commissione e dei servizi diplomatici degli Stati membri.
All'incarico di presidente del Consiglio Europeo è stato nominato il premier uscente del Belgio, Herman Van Rompuy, un cristiano democratico fiammingo di 62 anni che ha ricoperto per breve tempo l’incarico di premier in Belgio ed è stato apprezzato per aver posto fine ai contrasti tra le comunità fiamminga e francofona del suo Paese. La sua nomina, appoggiata dal presidente francese Nicolas Sarkozy e dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, ha chiuso in modo indolore una partita difficile permettendo al premier svedese Fredrik Reinfeldt, presidente di turno dell’UE, di trovare così una sintesi tra i tanti interessi e i diversi equilibri.
All'incarico di Alto Rappresentante per gli Affari esteri e la Politica di sicurezza è stata nominata la britannica Catherine Ashton, già commissaria europea al Commercio.
Alla base delle due nomine c'è stato l'accordo di fondo tra i maggiori gruppi politici europei, secondo cui il ruolo di presidente sarebbe andato ai Popolari europei e quello di rappresentante della Politica estera ai Socialisti europei.
E' uscito fuori il nome della britannica laburista Catherine Asthon, per bilanciare il fatto che alla presidenza dell’UE non sarebbe andato l’ex premier Tony Blair, voluto da alcuni ma contrastato da molti. Inoltre, la lobby europea femminile ha condotto una forte campagna di pressione a favore di candidature femminili, che alla fine è stata ascoltata.
Le due nuove figure non vanno confuse con quella del Presidente della Commissione europea, che viene mantenuta dal nuovo trattato. L’attuale Presidente della Commissione europea è José Manuel Barroso.
La nomina di queste due nuove figure istituzionali corrisponde alla volontà di modernizzazione e di maggior efficienza nel funzionamento dell'Unione europea, così come sancisce il nuovo trattato di Lisbona, che entrerà in vigore il 1° dicembre 2009. Grazie alle nuove regole, l'Unione europea potrà contare su di un quadro istituzionale più stabile, semplice e trasparente.


2012
VIENE ATTRIBUITO IL PREMIO NOBEL PER LA PACE ALL'UE

OSLO, 11 ottobre 2012. Il Comitato norvegese del Nobel designa in maniera unanime l'Unione Europea come vincitrice del premio per la Pace 2012 per «i progressi nella Pace e nella riconciliazione» e per aver garantito «la democrazia e diritti umani» nel Vecchio Continente.
Si legge nel testo di assegnazione del premio Nobel per la pace all'Ue: «L'Unione e i suoi membri per oltre sei decenni hanno contribuito al progresso della pace e della riconciliazione, della democrazia e dei diritti umani in Europa».
Il ruolo di stabilità giocato dall'Unione, secondo il comitato per il Premio Nobel, «ha aiutato a trasformare la gran parte d'Europa da un continente di guerra a un continente di pace». Il lavoro dell'Ue rappresenta la «fraternità tra le Nazioni «e costituisce una forma di "congressi di pace" ai quali si riferiva Alfred Nobel nel 1895 come criterio per il premio Nobel per la pace».
Citando l'entrata nell'unione, negli Anni '80, di Grecia, Spagna e Portogallo e la Caduta del Muro di Berlino il testo con le motivazioni dell'assegnazione del premio ricorda come tutto ciò abbia reso possibile l'ingresso a numerosi Paesi dell'Europa centrale e orientale, aprendo una nuova era nella storia d'Europa. E la fine delle divisioni tra Est e Ovest.
Il presidente del comitato del premio, Thorbjoern Jagland, ha riconosciuto che la UE è al momento «alle prese con una delle crisi più gravi della sua storia», ma è stata garante da decenni della pacificazione del Vecchio Continente. Ha continuato il presidente del comitato, «L'Ue e i suoi predecessori hanno contribuito per più di 60 anni alla pace e alla riconciliazione, alla democrazia e ai diritti umani».
«Durante gli anni della guerra, il comitato norvegese per il Nobel ha assegnato il riconoscimento a persone che hanno lavorato per la riconciliazione tra Germania e Francia» ha continuato il testo letto dal presidente Thorbjoern Jagland. «Oggi un conflitto tra Berlino e Parigi è impensabile. Ciò dimostra come, attraverso sforzi ben mirati e la costruzione di una fiducia reciproca, nemici storici possano divenire partner».
Su Twitter il commento del presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz che in un messaggio che si è detto «commosso e onorato» aggiungendo: «La riconciliazione è ciò che l'Unione Europea è. Può servire come fonte di ispirazione». Sempre sul social network si è espresso il presidente della Commissione Ue Josè Manuel Barroso: «un grande onore per l'intera Unione europea e per tutti i 500 milioni di cittadini». L'assegnazione del premio Nobel è per il cancelliere tedesco, Angela Merkel «un incoraggiamento agli sforzi per la pace».








LE SETTE TAPPE FONDAMENTALI

Il percorso dell'Europa dal 1950 al 2002

(LA STAMPA - 9 maggio 2002)

Siamo tutti consapevoli di vivere in un Paese che è parte di una comunità, l'Unione Europea. Una comunità relativamente giovane che ha iniziato a mettere le radici fin dagli anni '50 per giungere fino ai giorni nostri.
In questi cinquant'anni di storia sono in particolare sette le date che hanno segnato il cammino necessario alla formazione dell'Unione Europea, come la conosciamo oggi.
Nella primavera del 1950, a cinque anni di distanza dalla fine del secondo conflitto mondiale, i rapporti tra i Paesi occidentali e quelli dell'Est erano lungi dall'essere riconciliati. In particolare, si avvertiva la necessità di ristabilire un legame tra due Paesi, la Francia e la Germania, ricongiungendo loro tutti i Paesi liberi d'Europa al fine di determinare una rotta e un destino comune.
Il Ministro degli Affari esteri francese Robert Schuman e il Cancelliere tedesco Konrad Adenauer, sotto la guida di Jean Monnet, svilupparono un piano di cooperazione. Il piano prese forma il 9 maggio 1950, con la proposta formulata solennemente dalla Francia di creare una Comunità indipendente cui affidare il controllo del mercato del carbone e dell'acciaio. Questa venne accolta con slancio da Germania, Italia, Paesi Bassi e Lussemburgo.
Il trattato, firmato nell'aprile del '51 ha istituito la CECA (Comunità Europea del Carbone e dell'acciao), prima forma di Comunità Europea. Successivamente, sotto la pressione della guerra fredda furono prese ulteriori iniziative, nei settori della difesa e dell'unione politica. Gli Stati membri della CECA scelsero quindi di attivarsi anche in campo economico attraverso la creazione di un mercato comune.
Il 25 marzo 1957 venne firmato, dagli Stati già membri della CECA, il Trattato di Roma, che istituiva la creazione della CEE (Comunità Economica Europea). Questo determinò la successiva soppressione dei dazi doganali, consentendo (nel periodo 1958/1970) ai Paesi membri della CEE di sestuplicare il volume degli scambi interni e di triplicare quello con il resto del mondo.
Nel 1963 la CEE si affaccia sulla scena internazionale. Infatti il 20 luglio 1963 i paesi membri della Comunità firmano la convenzione di Yaoundè, con 18 paesi africani, ai quali saranno garantiti vantaggi di tipo economico-finanziario. La CEE diventa così la prima Comunità internazionale a fornire una forma di aiuto pubblico allo sviluppo.
Il 1° gennaio 1973 segna la data nella quale si ha il primo ampliamento della Comunità Europea. Infatti, Danimarca, Irlanda e Regno Unito entrano a far parte della Comunità.
Due sono i criteri che devono essere soddisfatti dai Paesi affinchè venga accattata la candidatura per l'adesione all'interno della CEE. Anzitutto devono appartenere al continente europeo, inoltre devono assolvere a tutte le pratiche e le procedure che caratterizzano uno Stato di diritto. Altra data importante nel cammino della formazione dell'UE è il periodo che va dal 7 al 10 giugno del 1979. In questa data vennero effettuate le prime elezioni dirette a suffragio universale diretto del Parlamento Europeo. Ciò significa che da quel momento i cittadini di ogni singolo Stato possono scegliere i loro rappresentanti, i quali non saranno più espressione dei Parlamenti nazionali.
Da allora il Parlamento Europeo è eletto ogni 5 anni a suffragio universale diretto in tutti i paesi all'interno dell'Unione. Sette anni più tardi, il 17 febbraio 1986 venne firmato l'Atto Unico Europeo che costituisce la prima sostanziale modifica al trattato di Roma. I principali obiettivi dell'Atto Unico vanno, dalla realizzazione di un grande mercato interno entro il 1° gennaio 1993, all'accrescimento del ruolo del Parlamento europeo per rimediare al deficit democratico esistente nel sistema decisionale comunitario, cercando, infine, di aumentare la capacità decisionale del Consiglio che potrà ora procedere a votazioni, non solo su iniziativa del Presidente, ma anche su richiesta della Commissione o di uno Stato membro.
La Comunità Europea, che finora è stata essenzialmente a carattere economico, assume una nuova dimensione, trasformandosi in UE con l'entrata in vigore, il 1° novembre 1993, del trattato sull'Unione Europea firmato a Maastricht il 7 febbraio 1992.
L'Unione Europea si fonda essenzialmente su tre pilastri. Il primo riguarda lo sviluppo del Mercato Unico e trasformazione della Comunità Europea in Unione economica, politica e monetaria, con la creazione di una moneta unica e la sua definitiva sostituzione alle monete nazionali entro il 2002. Il secondo riguarda lo sviluppo di una politica estera di sicurezza comune.
Infine, il terzo pilastro concerne lo sviluppo della cooperazione in tema di polizia e giustizia tra i vari Paesi appartenenti all'UE. Garantendo così ai cittadini una maggiore tutela contro la criminalità organizzata.
Quanto detto finora ha ripercorso brevemente lo sviluppo dell'Europa da un'insieme di Stati con politiche e orientamenti differenti alla realtà di Unione Europea che stiamo vivendo ai giorni nostri.
Al momento, ciò che si è avvertito in maniera più concreta è stata l'introduzione della moneta unica, l'euro, che ha sostituito le monete nazionali e che rapidamente sta diventando il simbolo dell'Unione Europea nel mondo.

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