WALLERSTEIN: È UN'IDEA MERAVIGLIOSA CHE REALIZZA IL SOGNO DI CARLO MAGNO
Il più grande sociologo dell'economia: giusto un sistema tripolare con dollaro e yen - "Gli USA hanno tentato di bloccare l'euro"

(LA STAMPA - 29 dicembre 2001)

@ L'unificazione romana fu parziale. Il sesterzio era affiancato da altre valute e diventava centrale soltanto per le imposte.
@ Parziale pure l'intervento di Federico II coi tarì. La coniazione esclusiva nasce nel XVII secolo.
@ La strategia dei franchi durò una trentina d'anni. Poi in Continente si ruppe in tre. L'Ue, comunque, ha un ceppo carolingio

NEW YORK - Una magnifica idea-, che per libera scelta darà all'Europa quello che re, imperatori, despoti e anche presidenti, avevano cercato d'imporle per oltre duemila anni. In più, sancirà la fine del dominio del dollaro, costruendo un sistema tripolare più equilibrato, giusto e funzionale. Non c'è limite, in sostanza, all'eurottimismo di Immanuel Wallerstein, professore emerito della State University of New York, che da Parigi a Montreal si è conquistato la fama di miglior sociologo dell'economia.
Ma professore, non c'erano riusciti già i romani a coniare la moneta unica?
- In parte sì, ma lo avevano fatto con le armi. E poi i sesterzi dell'imperatore non erano l'unica divisa esistente. In realtà, anche durante il dominio di Roma le varie province continuavano a battere moneta. Il vero momento unificante veniva quando bisognava pagare le tasse, perché l'imperatore esigeva di riceverle nella sua divisa, obbligando tutti i sudditi a cambiare i propri soldi -.
L'operazione, allora, riuscì meglio a Carlo Magno.
- Sì, ma durò solo una trentina d'anni. Poi l'Europa si spezzo in tre tronconi che competevano fra loro, cioè quello austro-tedesco, quello francese e quello anglosassone e dei Paesi bassi, con l'aggiunta dell'Italia settentrionale. Sul piano storico, però, è interessante notare che l'Unione ha avuto il nocciolo d'origine proprio nell'ex Europa carolingia -.
Durante l'era degli imperatori germanici, come sotto il siciliano Federico II coi tarì e gli augustali, non c'era di fatto l'unità monetaria?
- In parte sì. Ma in realtà il concetto della coniazione come diritto esclusivo dello stato nazionale comincia a svilupparsi solo intorno al 17esimo secolo, in Inghilterra. Durante la lunga fase imperiale, le autorità locali come i conti o i duchi battevano moneta, e infatti esistevano centinaia di divise. Proprio la necessità di cambiarle, per consentire i commerci, creò l'attività bancaria, prima nelle città italiane come Milano, Genova, Venezia e Firenze, e poi in quelle olandesi -.
La spada insomma fallì nell'impresa.
- Per trovare un primo sistema paragonabile all'euro, dobbiamo arrivare al 18esimo secolo, quando nascono l'area di dominio della sterlina e quella del franco. La prima copriva l'Inghilterra, la Scandinavia e i Paesi bassi, e la seconda la Francia e l'Europa latina. Per oltre un secolo, in quelle due zone la sterlina e il franco diventarono le monete uniche, ma il processo era limitato alle classi ricche che facevano investimenti oltre i confini, e cambiavano i loro soldi nelle due divise dominanti per garanzia. Le classi medie erano emarginate dall'integrazione. Per capire, c'è la storia di una donna francese che si sposò nel 1845: andò in luna di miele dal decimo arondissment di Parigi al primo, ed era la prima volta in vita sua che cambiava quartiere. La gente comune viaggiava solo per emigrare, e quindi il vantaggio della moneta unica lo sfiorava appena in queste situazioni -.
In quell'epoca c'era anche l'Impero asburgico, che occupava quasi tutta l'Europa centrale, col famoso tallero di Maria Teresa che veniva accettato anche in Africa.
- Era un sistema comune , che però funzionava soprattutto all'interno dei confini, e rappresenta l'esempio perfetto della differenza con l'Euro. La moneta austriaca, infatti, era un simbolo del potere di Vienna imposto con la forza, e quando dopo la Prima guerra mondiale l'impero si sgretolò, la prima cosa che fecero i nuovi stati indipendenti fu coniare la propria divisa come simbolo del nazionalismo -.
Da allora noi europei abbiamo continuato a vedere la moneta come una bandiera, fino al prossimo primo gennaio. Ma perché lei è così ottimista sul nostro esperimento?
- Il mercato comune era il primo passo, ma aveva bisogno di una moneta unica per sopravvivere, e aprire la strada a nuove iniziative di grande valore politico come la nascita dell'esercito europeo. Finora l'euro non è andato molto bene, ma il calo è stato solo temporaneo: se non ci saranno grandi crisi mondiali, raggiungerà la parità col dollaro nel giro di un anno. Lo scetticismo residuo degli europei, soprattutto i tedeschi nostalgici del marco, sparirà entro sei mesi, mentre Gran Bretagna, Danimarca e gli altri paesi esclusi faranno la fila per entrare. Non solo perché l'euro favorisce gli scambi, ma perché è un'idea meravigliosa -.
E perché gli americani dovrebbero accettare la concorrenza?
- Non l'accettano, e hanno cercato di bloccare l'euro in tutti i modi, soprattutto coi conservatori che vi accusavano di non seguire le austere politiche fiscali e sociali necessarie. In realtà dal 1945 ad oggi il vantaggio degli Usa si è ridotto alla forza militare, che resta incontrastata, e all'egemonia del dollaro che invece vacilla. Washington non vorrebbe perderla, ma un sistema tripolare con l'euro e lo yen è più giusto, stabile, efficiente, e rispecchia la realtà economica -.


Paolo Mastrolilli

Per ritornare al menu'