I FALSARI IN AZIONE

>Biglietti falsi, minaccia dall'Est
>Scoperti 25mila Euro falsi - Primo maxisequestro in Italia
>Euro falsi sulla Costa Azzurra in Francia
>Italia: rapporto del Tesoro, le banconote sono a prova di falsari
>Italia: fabbricavano euro falsi, sgominata banda torinese






BIGLIETTI FALSI, MINACCIA DALL'EST
Allarme dell'Europol. E a Bologna già usati gli spiccioli

Le organizzazioni criminali sono già al lavoro in Macedonia e Kosovo - Nel capoluogo emiliano acquistati dolci e riviste: spesi euro, resto in lire

(LA REPUBBLICA - 19 dicembre 2001)

ROMA - Sos falsari. Un fiume di euro fasulli potrebbe invadere il vecchio continente. Europol lancia l'allarme: dalla Macedonia, dal Kosovo e da altri paesi dell'Europa dell'Est annuncia una "imminente minaccia" per l'integrità della moneta europea. Vi sono segnali di un'attività di contraffazione già esistente. Spiega Willie Bruggeman, vicedirettore di Europol, in un'intervista di Financial Times: - Abbiamo ricevuto segnalazioni secondo cui falsari di questi paesi sono al lavoro e potrebbero inondare i mercati con banconote contraffatte a partire da gennaio -.
C'è una ragione per cui proprio Macedonia e Kosovo destano preoccupazione: questi due paesi insieme ad altri stati dell'Europa dell'Est, hanno deciso di adottare l'euro pur non facendo di Eurolandia. Ma non hanno sottoscritto una speciale intesa siglata tra Europol e le diverse autorità di polizia locali, sia all'interno che all'esterno della zona euro, per contrastare i falsari. Di qui l'allarme generale. In Italia, tuttavia, le forze dell'ordine non sono troppo preoccupate, almeno per l'immediato. - La minaccia esterna può verificarsi nel medio-lungo termine ed è legata al fatto che l'euro diventerà una moneta con circolazione a vasto raggio -, puntualizza il colonnello Carlo Mori, responsabile del nucleo antifalsificazione monetaria dei Carabinieri. - Ma io sono fiducioso anche perchè su paesi come Kosovo e Macedonia c'è sempre l'Interpol, che copre tutto il mondo e con cui noi siamo in stretto contatto, come con Europol -. Mori avverte che, semmai, per l'Italia c'è un altro pericolo immediato: - Riguarda le lire nazionali: in vista del changeover i falsari cercheranno in ogni modo di disfarsene. Abbiamo avvisaglie di questo fenomeno a livello informativo -.
L'Adusbef, associazione di tutela dei consumatori, sostiene che le 50 mila fasulle sono talmente tante, in questa fase, e talmente ben fatte da ingannare chiunque. Tanto che, in alcuni casi sono state inserite negli sportelli automatici di prelevamento Bancomat -.
Gli Eurofalsari, a detta della Europol, stanno invece concentrando i loro sforzi nel contraffare soprattutto i biglietti da 100 euro, circa 193 mila lire; seguono a distanza quelli da 200 euro mentre vengono ignorate le superbanconote da 500 euro, oltre 968 mila lire: dato il loro alto valore, sicuramente destano più attenzione e quindi più sospetti da parte degli utenti. Bruggeman sostiene che la qualità dei falsari è "buona" e aggiunge che euro contraffatti potrebbero arrivare da America Latina e Estremo oriente.
D'altra parte è proprio per contrastare i falsari e rendere loro la vita più difficile che la Bce ha deciso di non far circolare le banconote prima del primo gennaio. Gli spiccioli invece già ci sono grazie ai mini-kit, solo che non si possono usare fino al primo gennaio. Bologna fa eccezione: in un bar del centro e in una edicola un cronista di La Repubblica ha potuto acquistare rispettivamente gomme da masticare per 1,28 euro con regolare resto di 300 lire e un mensile specializzato per 4,13 euro.
Voglia di euro, anche di falsificarli. Bruggeman è certo che la polizia effettuerà alcuni arresti già nei primi giorni del nuovo anno. Ma è anche sicuro che le caratteristiche di sicurezza dell'euro sono così tante e gli accorgimenti tecnici così sofisticati, da rendere difficile il loro - piazzamento - sui mercati. A scanso d'equivoci, tuttavia, Carabinieri e Guardia di Finanza intensificheranno i controlli, specie durante il changeover, il periodo di doppia circolazione che dura fino al 28 febbraio. Una fase considerata pericolosa anche per i fenomeni di riciclaggio: la Banca d'Italia ha già avvertito del pericolo. Si tenterà di disfarsi delle lire di provenienza illecita o acquistando a più non posso e con denaro cash appartamenti, auto di lusso, gioielli, tappeti o investendo in altre valute, a cominciare dal dollaro.


Elena Polidori

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SCOPERTI 25MILA EURO FALSI PRIMO MAXISEQUESTRO IN ITALIA
Pronte a essere smerciate banconote da 50 e 200, un arresto

(LA REPUBBLICA - febbraio 2002)

ROMA - Primo serio caso di euro falsi sequestrati a Roma dai Carabinieri: 25 mila esemplari, in pezzi da 50 e 200 trovati sul litorale laziale; un uomo con precedenti penali finito in manette.
- Fino ad oggi - spiega il colonnello Carlo Mori, comandante del nucleo Antifalsificazione monetaria - sono state sequestrate in Italia sette false banconote, tutte molto grossolane. In questo caso, invece, siamo in presenza di biglietti estremamente pericolosi per il loro effetto d'insieme che funziona-.
A vederli, in effetti, i biglietti fasulli che i Carabinieri hanno steso su un tavolone, sembrano abbastanza verosimili: stessi colori, stesse scritture. Ma basta prenderli in mano per accorgersi che mancano di spessore, di sonorità, di luminosità. Eppoi: non c'è il filo di sicurezza nè la stampa a rilievo; l'ologramma è piatto, solo stampato; la carta non è filigranata.
Mori tuttavia definisce i biglietti - un'ottima base per perfezionare ulteriormente il prodotto -. Dice che già così questi falsi - sono idonei a far cadere molti in inganno -. Spiega che poi non tutti sanno capire quando una carta è filigranata o liscia, nè tutti dispongono di quella macchinetta dai colori violacei (pure sistemata sul tavolone) sotto cui si piazzano i biglietti per verificarne l'autenticità: specie gli anziani e le categorie a rischio. Dunque, bisognava - prevenire -.
Una delle ipotesi investigative, è che l'uomo arrestato - un laziale, sulla cui identità viene mantenuto il riserbo per non compromettere gli sviluppi dell'inchiesta - fosse incaricato di fare da collegamento tra il produttore dei falsi e altre persone incaricate di apportare ulteriori modifiche alle banconote. -L'altra ipotesi - confessa Mori - è che gli euro fossero già pronti per il mercato, grazie proprio al loro ottimo effetto d'insieme -.
Gli euro sequestrati sono stati realizzati utilizzando un computer, uno scanner e una stampante: segno che - dietro - c'è quello che il colonnello chiama - un tecnico - e non più un - artista - come erano invece i falsari della lira. - Del resto - ammette - se la centrale delle false banconote un tempo era una stamperia, adesso potrebbe trovarsi nella stanza di un appartamento -.


Elena Polidori

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FALSI EURO SULLA COSTA AZZURRA IN FRANCIA
Una quindicina di biglietti da 50 euro, fotocopiati, sono gia' stati messi in circolazione. Un pastore della Vesubie ne ha incassati ben tre in cambio di un montone. Si consiglia di fare attenzione.

(Nice Matin - marzo 2002)

Da quando la moneta unica ha fatto la sua comparsa, il 1 febbraio 2002, i falsi euro hanno incominciato a fare la loro apparizione sulla Costa Azzurra. Intorno Marsiglia, all'est di Nizza e nell'entroterra.
Nella capitale della Costa Azzurra, una stazione di servizio e un fiorista sono state le vittime di clienti che hanno pagato il loro pieno o il loro bouquet di fiori a mezzo di un biglietto falso da 50 euro.
A Nizza varie persone sono state trovate occasionalmente dalla Polizia in possesso di falsi euro. Si tratta in genere di minori che al momento sono stati rimessi in liberta' ma che presto potranno essere perseguiti ulteriormente. Si tratta di una quindicina di biglietti fotocopiati con uno scanner a colori destinati ad essere distribuiti senza piani di grande distribuzione, ma secondo la possibilita' del caso.
Il capo della Polizia giudiziaria di Nizza afferma: "Queste contraffazioni provengono apparentemente dalla stessa fonte ed erano destinate per la loro fattura ad uno smercio immediato poiche' l'autore era consapevole che la contraffazione sarebbe stata rilevata in tempi brevi."
"Per il momento non c'e' alcuna ragione di preoccuparsi oltre misura, anche se un'altra serie, di identica mediocre qualita', preveniente da Marsiglia, ha gia' fatto la sua apparizione sino a Cannes. In questo caso per rendere brillante la parte di ologramma del biglietto e' stata posta una sottile pellicola sulla fotocopia a colori."
Nel mettere in guardia i commercianti e consigliandoli di fare attenzione la Polizia della Costa Azzurra ricorda che le pene relative all'emissione di moneta falsa o della sua semplice utilizzazione sono pesanti. Per la contraffazione sono previsti 30 anni di reclusione e 450.000 euro di ammenda. Mentre per la detenzione e la messa in circolazione sono previsti 10 anni e 150.000 euro di multa. Sia che si possieda una banconota o una moneta.
I collezionisti sono avvisati!


Michel Barelli

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Rapporto del Tesoro: in 6 mesi soltanto 165 casi accertati

A PROVA DI FALSARI LE NUOVE BANCONOTE

(LA REPUBBLICA - 29 giugno 2002)

ROMA - Euro a prova di falsario. Per adesso, almeno. In 6 mesi, dal 1 gennaio 2002, i casi di biglietti falsi segnalati alle autorità competenti risultano pochissimi, appena 954; le banconote precauzionalmente ritirate dal mercato sono soltanto 1.307. Ma tra quelli che in gergo si chiamano biglietti "periziati", ovvero controllati, che sono il 44% del totale, gli euro risultati davvero contraffatti e non soltanto rovinati o scoloriti, raggiungono la misera cifra di 165, più o meno l'equivalente dei pezzi che circolano tra le mani di qualsiasi consumatore nel corso di una settimana. Un'inezia considerando che si sta parlando di una moneta destinata a 300 milioni di utenti.
Non che i falsari siano diventati improvvisamente buoni o abbiano cambiato mestiere. Nient'affatto: dai dati contenuti nel primo rapporto antifalsificazione viene fuori che al 7 giugno 2002 i malviventi nostrani hanno certo provato a falsificare la moneta europea. Ma evidentemente l'impresa è difficile, oltre che costosa, per via degli stratagemmi di sicurezza studiati a Francoforte: soprattutto ologrammi, carta filigranata e colori cangianti.
In realtà, sottolinea il rapporto redatto dall'Ucamp, l'ufficio antifalsificazione del Tesoro, i falsi tolti dalla circolazione sono per lo più grossolani, realizzati al computer, con scanner e banali stampanti da ufficio che non riescono a rendere bene né il colore, né la consistenza, né la sonorità dei biglietti autentici. Se si sono diffusi, è più per la scarsa conoscenza delle banconote da parte dei risparmiatori che per l'abilità tecnologica delle contraffazioni. Certo, i falsari provano ogni giorno a raffinare il prodotto usando sistemi laser piuttosto che a getti d'inchiostro. Ma nessuno ancora dispone della calcografia o della stampa a rilievo che costa una tombola e si realizza con apparecchiature di dimensioni industriali, quindi assai difficili da occultare o camuffare.
I biglietti più gettonati dagli "imitatori" sono il pezzo da 10 euro, che ha sostituito l'antico "deca" e quello da 50, anch'esso tra i più comuni, ma con un valore maggiore. Rispettivamente sono state ritirate 325 banconote del primo taglio e 494 del secondo. Quelli da 500, invece, non attraggono i falsari: il taglio massimo - quasi un milione di vecchie lire - spinge gli utenti ad essere più guardinghi prima di accettarlo, col risultato che su tutto il territorio nazionale ne sono stati ritirati solo 8 esemplari.
Ma come nascono i sospetti? E chi lancia l'allarme? I "segnalatori" in assoluto più costanti risultano gli intermediari finanziari, cioè cassieri, impiegati delle poste e cambiavalute. Costoro si sono rivelati "spesso capaci e scrupolosi e perfino troppo zelanti" - così si esprime il rapporto - avendo avviato la complessissima procedura burocratica antifalsi anche di fronte a biglietti poi rivelatisi semplicemente logori o consunti. Ma si tratta di uno zelo comprensibile dal momento che l'intera rete dell'intermediazione finanziaria - tra sportelli e uffici vari - dispone di ben 46 mila punti di avvistamento. L'analisi della struttura "acchiappafalsari" del Tesoro - l'Italia è stato il primo paese, poi seguirà il resto di Eurolandia - esprime un certo "moderato ottimismo". Anche se è ovvio che la battaglia è solo, come si dice, agli inizi.


Elena Polidori

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ITALIA: FABBRICAVANO EURO FALSI
SGOMINATA BANDA TORINESE

Dopo otto mesi di indagini individuata un'organizzazione con due capannoni in bassa valle di Susa. Mente del gruppo un pregiudicato di 55 anni, conosciuto con il nome di "Zecca". Sul mercato avevano già immesso 300 mila pezzi, vendendoli alla metà del valore.

(LA REPUBBLICA - martedì 5 novembre 2002)

Esperti, politici, banchieri, lo giuravano tutti e tutti si sbagliavano: "State tranquilli, dormite sereni, gli euro non sono falsificabili". Sono bastati otto mesi, un po' di ingegno, un po' di esperienza, quattro uomini, una donna e due capannoni industriali sperduti nella bassa Val di Susa attrezzati miseramente per lo stampaggio e la tornitura di materiale ferroso. Inaugurata la moneta unica europea il primo gennaio, l'inganno era pronto e confezionato per i primi di settembre. Trecentomila monete false da un euro sono state vendute a poco meno del valore reale e messe in circolazione. La banda è stata fermata all'alba del 24 ottobre dagli agenti della Squadra Mobile di Torino, dopo settimane di indagini e appostamenti. Gli uomini della Sezione Criminalità Organizzata sono intervenuti con buona scelta di tempo: altri 500 mila euro falsi erano già pronti per essere venduti. Monete non perfette, ma più che simili: sicuramente facili da confondere con le originali. L'irruzione nel capannone dell'O.M.C.S. di Villardora, in via Sant'Ambrogio 128, ha dato i frutti sperati: sono stati sequestrate presse e punzoni. Tutti i macchinari necessari all'assemblaggio. Oltre cento quintali di tondini già ritagliati e nove nastri di ottone. Facile, facilissimo ottenere la matrice: è bastato scaldare una moneta originale e fare una specie di decalcomania.
Il braccio della banda, chi lavorava da mezzanotte all'alba in quella che il pm Andrea Bascheri ha definita "una sorta di carboneria ben organizzata", era composto da quattro persone: Maria Piarulli, 52 anni, titolare della ditta; suo marito Salvatore Rapisarda, 58 anni, residente a Torino in via Vanchiglia; il dipendente Ignazio Locchi, 55 anni, di Collegno; e Stanislao Pirro, detto Michele, 43 anni, titolare di un'altra ditta di stampaggio - l'O.M.S. di Avigliana - che serviva da copertura.
L'idea era di trasferire i macchinari della zecca proprio in questo nuovo capannone, sconosciuto a molti e abbastanza defilato, in modo da poter lavorare giorno e notte senza pause nel lavoro da falsari. Gli affari stavano andando bene.
La mente della banda, invece, chi ha avuto l'idea, dato le dritte e curato i particolari, è stato fermato qualche ora più tardi: si tratta di Giovanni Sassone, un signore di 55 anni meglio conosciuto nei giri malavitosi con il soprannome di "Zecca" , essendo specializzato e già condannato per aver falsificato con buoni risultati sterline inglesi, pesetas spagnole e franchi francesi. Ovvio che fosse lui personalmente a curare i ritocchi alla matrice, a prendersi cura dei dettagli che fanno la differenza fra un lavoro dozzinale e un falso ben fatto.
Mancava solo un anello dell'organizzazione criminale. La svolta è arrivata ieri mattina. Quando la Procura ha disposto anche il fermo di Paolo Schifaudo, 46 anni, titolare di un bar di Torino e venditore ambulante: l'uomo perfetto per mettere in circolazione le monete false senza dare nell'occhio. Euro "taroccati", quelli del primo lotto, che in grandissima parte continuano a girare sul mercato senza destare sospetti. Non solo in Italia.
Adesso infatti le indagini coordinate dal sostituto procuratore Andrea Bascheri cercano i confini della truffa, che non sembrano essere circoscritti. La banda fabbricava anche monete francesi e tedesche. E ultimamente, con risultati non ancora perfetti, si dedicava alle monete da due euro. "Abbiamo notato un via vai sospetto fra quelle due ditte della Val di Susa", ha detto il capo della Squadra Mobile Claudio Cracovia. I sospetti sono diventati la storia vera della prima banda specializzata in euro falsi, "Le capacità della criminalità organizzata sono davvero insospettate e insospettabili - ha osservato il procuratore capo Marcello Maddalena - non immaginavamo in così breve tempo una moneta falsa di questo livello".


Niccolò Zancan

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