LA MORTE E LE CREDENZE POPOLARI

TESTIMONIANZE DELLA SOPRAVVIVENZA ALLA MORTE?

Esiste la vita dopo la morte? I defunti mantengono la loro individualità e sono in grado di operare volitivamente alla loro creatività personale? Sono in grado di comunicare con il nostro mondo?
Esiste una possibile testimonianza della sopravvivenza dell'individuo alla morte che è data dalla casistica impressionante di diari di esperienze di comunicazione con i defunti effettuate in tutto il mondo a mezzo delle quali sono stati recepiti dati utili che hanno consentito di ritrovare persone scomparse e autori di delitti, di ricevere l'indicazione di diagnosi e cure mediche per varie malattie, ricette culinarie, testi di romanzi e spartiti musicali di ogni genere.


IL FENOMENO DELL'APPARIZIONE DEI MORTI .

Esistono innumerevoli cronache sulle apparizioni dei morti. Il più antico racconto dell'apparizione di defunti ci viene dalla Bibbia. Il testo, I Libro dei Re - 28,7, narra come Re Saul del popolo di Istraele, preoccupato per l'aggressione dei Filistei, si rivolga ad una "pitonessa" perchè evochi lo spirito del defunto Re Samuele a cui poter chiedere consigli. Samuele parla attraverso la donna che funge da medium e avvia una lunga conversazione con il suo consultante.
Le tradizioni popolari del secolo scorso mostrano come l'incontro con i defunti che visitano il nostro mondo sia ben radicato nella consuetudine e nel luogo comune. Ad esempio nelle Valli di Lanzo, in Piemonte, vengono celebrate precise leggende in merito:

  • "la processione dei morti", secondo i testimoni, un impressionante corteo di defunti che avverrebbe in val Grande. Una processione che si snoderebbe dalla vetta della Ciaramella sino alla vetta del Col Girard.
  • "il lume vagante", relativo allo spettro di una strega morta sul rogo ricordata dalle leggende della Val d'Ala.
  • la "messa di mezzanotte dei morti" che avverrebbe nella cappella degli Olmetti, una chiesetta isolata sulla strada tra Usseglio e Viù.
  • Nella Reggia di Venaria, nei pressi di Torino, molti asseriscono di aver visto nelle notti di luna piena lo spettro del defunto Vittorio Emanuele II. Ricoperto da un matello nero che gli cade sulla corazza il primo re sabaudo attraverserebbe la galleria di Diana, la Chiesa di Sant Umberto sino alle vecchie scuderie militari. Lo spettro sarebbe stato addirittura fotografato nel 1997 dal responsabile dell'AVTA, l'associazione che gestisce il castello, che asserisce che lo spettro si manifesterebbe emanando una luce molto forte che tutti possono facilmente vedere.
    Gli inquilini della Casa Bianca, negli USA, sembrano essere tra i più numerosi sostenitori delle apparizioni dei defunti. Possiamo citare la testimonianza di Edith Wilson, moglie dell'omonimo presidente americano, che durante il suo soggiorno alla Casa Bianca raccontò di come le fosse apparso lo spettro della defunta Dolly Madison, moglie dell'altro omonimo presidente.
    Ma non è un caso isolato. Possiamo citare ancora Hillary Clinton che avrebbe affermato di intrattenersi con lo spettro di Eleanor Roosvelt.
    Lo stesso George Bush ebbe a dichiarare come avesse visto uno spettro aggirarsi nella stanza che fu di Lincoln.
    
    
    DUE CASI EMBLEMATICI DEL NOSTRO TEMPO .

    Uno dei casi più interessanti e documentati del fenomeno dell'apparizione dei morti avviene negli anni '70 a Orciano, in Provicincia di Pesaro, nelle Marche.
    Il luogo dell'apparizione è una villetta a due piani costruita su un quadrivio all'inizio del paese marchigiano. Fatta edificare dal farmacista del paese in omaggio alla moglie che curò personalmente l'arredamento e nel corso degli anni vi impresse il segno della propria personalità. Rimasta vedova con due figli, la signora continuò a curare la casa fino a quando morì a sua volta per un male incurabile.
    Un anno dopo la sua morte, un mattino, la vecchia governante mentre si trova a casa sua si sente chiamare dalla strada. Si sporge e vede la defunta che la sta chiamando per invitarla a fare una passeggiata con lei. La donna lancia un grido di terrore e sviene.
    Al suo risveglio non c'è piu' traccia dell'apparizione, ma da quel momento in poi nella villetta si iniziano a sentire, di notte, inspiegabili colpi nei muri e rumori di passi.
    Il figlio più giovane, che nel frattempo si è sposato, si stabilisce nella casa con la moglie che comincia ad inquietarsi poichè vede la defunta aggirarsi per le stanze, mentre si pettina oppure mentre accarezza gli oggetti. Poi accade che una sera la coppia, uscita per recarsi ad uno spettacolo, al suo ritorno a casa trovi completamente riassettata la cucina e la tavola su cui avevano cenato. La moglie si spaventa e il giorno dopo abbandonano la casa.
    In seguito la villetta viene affittata dalle suore di un convento vicino per ospitare un piccolo orfanotrofio della zona. Tuttavia dopo che i bimbi raccontano dei loro incontri notturni con una donna sconosciuta, gentile e premurosa, che passeggia nei corridoi della casa anch'esse preferiscono traslocare.
    La villetta viene quindi affittata ai carabinieri della locale caserma. Ma anche costoro turbati dalla inspiegabile presenza l'abbandonano precipitosamente.
    Alla fine i figli pensano di disfarsene e la villetta viene data in ristrutturazione ad una ditta locale con l'intenzione di metterla in vendita. Ma gli operai dopo qualche giorno, sono testimoni di inspiegabili boati e tonfi provenienti dall'interno delle stanze. Quando vedono affacciarsi dall'interno, dietro ai vetri, il volto di una anziana donna che sorride con dolcezza si spaventano e scappano impauriti. Nessuno più si avvicina alla villetta. Rimangono le impalcature abbandonate. Visitata in estate, in tutto il perimetro della casa inspiegabilmente non si sentono richiami di uccelli e non si scorge alcuna presenza di insetti.

    Londra, 20 dicembre 2003. Una videocamera dei servizi di sicurezza dell'Hampton Court Palace,che fu dimora di Enrico VIII, riprende occasionalmente una inspiegabile figura che viene ritenuta essere uno spettro. Il fotogramma è stato pubblicato su "The Times". Già da tempo molti testimoni avevano raccontato di aver incontrato degli spettri che si aggiravano per le stanze del palazzo.
    Un altro caso che mostra la caratteristica di una serie di fenomeni molto più comuni, conosciuti come quelli delle "case infestate", è relativo a quanto accaduto in una casa colonica, nel 2004, nei pressi di Venaria, a Torino.
    Tutto ha inizio nell'ottobre di quell'anno, quando, nella notte, tre persone sedute in una sala dell'edificio sono investite da un improvviso e fragoroso botto nell'aria che si verifica in mezzo a loro. I tre rimangono storditi e sbigottiti per parecchi minuti. Il colpo è secco e istantaneo e viene sentito da altre persone che sono in una casa vicina.
    Nei giorni seguenti in tutta l'abitazione si manifesta un odore inconsueto e persistente di aria stantia e viziata come quella di un ambiente rimasto chiuso da tempo dove abbia dormito una persona malata. I locali vengono arieggiati ripetutamente e a lungo, più volte al giorno, ma l'odore persiste.
    Poi iniziano inspiegabili colpi notturni nelle pareti dell'abitazione e nei mobili. Si sentono improvvisi scricchiolii nelle sedie della sala dove si verificò il forte rumore, come se qualcuno vi si stesse sedendo sopra.
    Accade anche che per due volte, verso le sei del mattino, quando è ancora buio, gli abitanti della casa sentano dei passi pesanti sul pavimento del piano sopra come quelli di una persona che cammina spedita.
    Alcuni testimoni vedono il volto di una persona che sbircia dentro al salone della casa vicina mentre stanno mangiando. C'è chi lo vede con la coda dell'occhio mentre altri, girandosi di scatto, lo percepiscono alle loro spalle. Corsi all'esterno non vedono nulla.
    Una sera uno dei residenti della casa colonica è alla sua scrivanie. All'improvviso sente un forte rumore venire dalla libreria, come una lastra di metallo che cade strisciando lentamente tra due mobili. Va a vedere, ma non c'è nulla che possa aver provocato l'accaduto.
    A questo punto il residente si rivolge verso la fonte del rumore e prega l'eventuale entità che sta causando i fenomeni di avere tolleranza per la presenza degli attuali abitanti nella casa e chiede di poter convivere senza darsi reciproco fastidio.
    Dopo pochi giorni l'odore inconsueto, che continuava a persistere fastidiosamente, svanisce all'improvviso e contemporaneamente terminano i raps nelle pareti.

    
    
    LE APPARIZIONI DEI MORTI E IL PATTO DEI VIVENTI .

    Le cronache riguardanti l'apparizione dei defunti sono riportate anche a seguito di precisi patti tra i viventi che avevano lo scopo di darsi notizie sull'Aldilà una volta che uno dei due interlocutori fosse deceduto.
    Possiamo ricordare il caso del filosofo Marsilio Ficino, vissuto nel 1400 in Italia. Aveva promesso al proprio amico Michele Mercati di apparirgli dopo la sua morte per dargli una prova che la vita continuava dopo la morte.
    Nella notte tra il 1 e il 2 agosto 1499, mentre stava lavorando alla traduzione di un testo greco, il Mercati sentì un cavallo che dopo un forsennato galoppo si era fermato sotto la sua finestra. Si affacciò e potè vedere l'amico Ficino, su un cavallo bianco, che gli grido': "Michele. C'è, c'è un'altra vita" per poi allontanarsi al galoppo.
    Il Mercati non poteva saperlo, ma il Ficino era morto un'ora prima nella sua villa di Careggi.
    Un un altro caso di apparizione di un defunto a seguito di un preciso patto di mutua informazione sull'Aldilà è narrato nelle memorie biografiche di Don Giovanni Bosco, il noto santo astigiano vissuto nel 1800.
    Il futuro santo, al tempo della sua preparazione al sacerdozio nel Seminario di Chieri, aveva stretto un patto con un suo caro amico, Luigi Comollo, con l'intesa che il primo che fosse morto si sarebbe impegnato a dare notizie dell'Aldilà al sopravvissuto.
    All'alba del 2 aprile 1839, il Comollo muore all'età di 22 anni. Nella notte successiva, tra il 3 e il 4 aprile si verifica l'attesa apparizione. Giovanni Bosco scrive: "Ero a letto in un dormitorio di circa venti seminaristi. Verso le undici e mezzo, un cupo rumore si fa sentire nei corridoi. Sembrava che un grosso carro tirato da molti cavalli si stesse avvicinando alla porta del dormitorio. I seminaristi si svegliano, ma nessuno parla. Io ero impietrito dal terrore. Il rumore si avanza ancora. Si apre violentemente la porta. Fu allora che sentii la chiara voce del Comollo dire tre volte: -Bosco, io sono salvo! - Poi il rumore cessò. I miei compagni erano balzati dal letto, alcuni si stringevano attorno al prefetto della camerata Don Giuseppe Fiorito di Rivoli.
    Fu la prima volta che mi ricordo di avere avuto paura. Uno spavento tale che in quel momento avrei preferito morire. Quello spavento mi causò una grave malattia che mi portò vicino alla tomba".

    
    
    IL MUSEO DELLA "CHIESA DEL PURGATORIO" .

    Una particolare testimonianza sulle apparizioni dei defunti viene dell'incontestabile tradizione della Chiesa cattolica. A Roma esiste infatti la Chiesa del "Sacro Cuore del Suffragio", detta anche "La Chiesa del Purgatorio", che custodisce un vero e proprio museo delle testimonianze lasciate dai defunti che si sono affacciati dall'Aldilà per comunicare con il nostro mondo. Per la maggior parte i reperti riguardano impronte di fuoco dalla forma di mani umane e di croci lasciate sugli abiti di religiosi o di paramenti sacri di Chiesa.

    Due esempi delle "impronte" lasciate dai defunti
    conservate nel museo della Chiesa del Purgatorio
    La Chiesa, che sorge sul lungotevere Prati, fu fondata nel 1894 da padre Victor Jouet, un missionario marsigliese già fondatore dell'Associazione del sacro Cuore di Gesù per il suffragio delle anime del Purgatorio.
    Il 15 settembre 1897 un incendio divampò nella cappella della Madonna del Rosatio. Dopo che fu domato il fuoco padre Jouet, che ne fu il primo parroco, scorse l'immagine di un volto sofferente in una macchia prodotta dal fuoco su una parete. Rimase colpito dall'immagine che identificò a modo suo in una anima che dal "Purgatorio" cercava di comunicare con il mondo dei vivi. L'accaduto lo spinse a realizzare un museo di segni di comunicazione provenienti dall'Aldilà. Fece lunghi viaggi in Italia, in Francia e in Belgio raccogliendo abbondante materiale.
    Il lavoro di padre Victor Jouet trovò l'approvazione dell'allora Papa Pio X che volle che la raccolta di cimeli dell'Aldilà fosse conservata ed esposta al pubblico per dare testimonianza che la Chiesa non può negare che le anime dei defunti possano mettersi in contatto con i viventi.
    Oggi, il museo raccoglie stoffe, tavolette in legno, libri e fotografie che riguardano espliciti casi di comunicazione da parte dei defunti. Tutti i reperti sono corredati da note che indicano la loro provenienza e la situazione a cui sono riferibili.
    Tra i vari reperti conservati nel museo si possono osservare:

  • l'impronta di una mano di fuoco lasciata su un libro appartenuto a Margherita Demmerlé.
    Nel 1814 a Ellingen in provincia di Metz, in Francia appare a Margherita Demmerlé sua suocera deceduta trent'anni prima. La vede vestita in costume del paese mentre scende le scale di casa che portano al granaio. Geme e guarda la nuora con tristezza. La Demmerlé si rivolge al parroco del paese che le consiglia di chiederle che cosa vuole. Quando le si manifesta nuovamente, l'apparizione le risponde che che è sua suocera morta di parto trent'anni prima e le chiede di fare un pellegrinaggio al santuario di Nostra Signora di Marienthal dove celebrare due messe per liberarla dal Purgatorio.
    La Demmerlé esegue quanto richiesto e ha nuovamente l'occasione di vedere l'apparizione che le dice di essere stata liberata dal Purgatorio. Su consiglio del parroco le chiede di lasciarle un segno. La defunta allora, sempre gemendo posa la mano sul libro, L'Imitazione di Cristo, lasciandovi una impronta di fuoco.
  • l'impronta di fuoco lasciata dalla mano della defunta signora Leleux sulla manica della camicia di suo figlio Giuseppe. La defunta, deceduta da ventisette anni, fece la sua apparizione nella notte del 21 luglio 1789 a Wodecq-Mos, in Belgio, per chiedere al figlio di abbandonare la sua vita dissoluta e lontana dalla chiesa.
    L'apparizione era stata preceduta da undici notti di inspiegabili rumori. Giuseppe Leleux, sconvolto dall'esperienza, in seguito si convertì e fondò una congregazione di pii laici.
  • l'impronta di fuoco della mano di Luisa Le Sénecal Chanviers apparsa nel 1875, dopo tre anni dalla sua morte, lasciata sul berretto da notte di suo marito Luigi, a Ducey, Manche, in Francia.
    Il segno fu lasciato perchè il marito potesse documentare l'incontro alla figlia con un segno ben visibile per chiederle di celebrare alcune Messe in suo suffragio.
  • l'impronta di fuoco delle estremità delle cinque dita della mano destra lasciate dal defunto Giuseppe Schitz il 21 dicembre 1838 a Stralbe, Lorena, sul libro di preghiere in lingua tedesca di suo fratello Giorgio.
    Il defunto chiedeva preghiere di suffragio per riparare alla sua poca pietà in vita.
  • l'impronta di fuoco lasciata il sabato 13 ottobre 1696 sull'abito di suor Margherita Maria Herendorps, religiosa conversa del monastero benedettino di Vinnenberg, presso Warendorf, Westphalia. L'impronta era della mano della defunta suor Maria Chiara Scholers, religiosa corista del medesimo ordine morta di peste cinquantanove anni prima.
  • le impronte lasciate, nel 1731, su una tavoletta di legno, sul panno di una manica della tonaca e sul tessuto della camicia della venerabile madre Isabella Fornari, badessa delle Clarisse di Todi, dal defunto padre Panzini, Abate di Mantova.
  • le impronte di fuoco di un dito lasciate, il 6 giugno 1894, dalla pia suor Maria di San Luigi Gonzaga, apparsa, vestita da Clarissa, a suor Margherita del Sacro Cuore chiedendo preghiere di suffragio per poter abbandonare il Purgatorio.
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    I TEOLOGI E L'APPARIZIONE DEI MORTI .

    I teologi cattolici ritengono che i contatti tra i defunti e i vivi siano possibili. Don Giuseppe Pasquale dei Paolini afferma che: "In astratto, avendo lo spirito facoltà che le creature umane non hanno, la possibilità che i morti si manifestino esiste. E se possono farlo, perchè escludere che tale potere si attui in concreto?". I Paolini invitano a non diffidare sistematicamente dei molti racconti delle apparizioni dei defunti e allo stesso tempo a valutare con cautela i singoli casi.
    Della stessa disponibilità a credere che sia possibile comunicare con i morti risulta essere un altro teologo, americano, John Richard Neuhaus di New York. "Come cristiani", asserisce il teologo, "noi non neghiamo di vivere in un mondo per molti versi avvolto nel mistero. La posizione della Chiesa è dunque che i contatti con le persone defunte non sono impossibili, ma non bisogna neanche giocarci, come fa ad esempio chi si riunisce per sedute spiritiche o pratiche simili".
    Un altro teologo francese, Padre Fracois Brune, asserisce dal canto suo che la sopravvivenza dopo la morte è una realtà indiscutibile che sta per avere la convalida della scienza e che l'umanità si sta avviando a entrare in comunicazione con l'Aldilà.

    
    
    Dal libro di Giancarlo Barbadoro "Antropologia dello spiritismo", Edizioni Triskel, Torino 2005