LE INTERVISTE SUL CASO WINDMILL

Agosto 1996 - Viene rinvenuto un crop circle in un campo di grano ad Windmill Hill, vicino ad Avebury, in Inghilterra.
La forma del disegno e' quello di un triskel celtico. L'immagine verra' riportata successivamente su alcuni libri col nome di "Nebulosa a spirale".
L'8 di agosto del 1996, a due giorni dalla sua comparsa, quattro testimoni, soci attuali della Ecospirituality Foundation, hanno modo di recarsi all'interno dello spettacolare crop circle e documentano il fenomeno con foto, diapositive, un video e la raccolta di campioni di spighe. Le loro interviste possono rivelare di prima mano particolari interessanti sulla fenomenologia dei crop circles.
Le interviste sono di Miriam Madau della Commissione per l'Indagine sui Fenomeni Fortiani della Ecospirituality Foundation.



L'intervista a Marco Lizzi

Miriam Madau: Siamo con Marco Lizzi che ci racconterà la sua esperienza diretta sulla scoperta e sull'indagine di un enorme crop circles comparso nelle campagne inglesi nel 1996, vicino ad Avebury.
Marco Lizzi: In quell'anno sono andato con degli amici a trascorrere le vacanze in Inghilterra e Scozia. Avendo sentito parlare del fenomeno dei "cerchi nel grano", ci siamo soffermati appositamente nelle campagne inglesi sperando di avere la fortuna di "incontrarne " qualcuno e poterlo osservare da vicino. La fortuna ci ha "baciati", perché ne abbiamo trovato addirittura uno di enormi dimensioni e complessità. Giunti sul posto abbiamo avuto modo di fare delle riprese video e numerose foto.
Miriam Madau: Qual'era l'ubicazione esatta di questo crop circle?
Marco Lizzi: Il disegno, così complesso ed articolato, era ubicato in una enorme distesa di terreno coltivato a frumento ai piedi di una collina di nome Windmill Hill, poco distante da Avebury.
Miriam Madau: Quando ti sei recato all'interno della formazione qual è stata la prima cosa che ti ha colpito?
Marco Lizzi: La formazione si presentava a cerchi ben netti e delimitati; sono stato colpito subito dalla loro perfezione. Il disegno era formato da spighe piegate: in alcuni cerchi in senso orario e in altri in senso anti-orario. I cerchi erano numerosi e degradavano dal più grande al più piccolo e accanto ad alcuni cerchi grandi vi erano cerchi piccoli, di un metro circa di diametro ed era possibile accedervi attraverso un doppio passaggio di spighe piegate.
Movendomi dentro a questo agroglifo per fare le riprese video ho notato anche che alcuni cerchi presentavano un ciuffo centrale in cui le spighe sono rimaste in piedi e non hanno subito la piegatura: questa particolarità però si presentava unicamente nel centro esatto e interessava solo alcuni cerchi.
Camminando da un cerchio all'altro non era però possibile renderci conto di come fosse esattamente il disegno nella sua globalità, anche perché i cerchi erano molto numerosi. Solo dopo aver visto la sua fotografia dall'alto, riportata sul giornale locale, abbiamo capito la sua complessità ed enormità.
Miriam Madau: Quali particolari hanno catturato la tua attenzione ?
Marco Lizzi: una delle caratteristiche che ho notato è che gli steli delle piante di grano maturo erano ben piegati ma non assolutamente spezzati: questa è una cosa che mi ha colpito subito e notevolmente, anche perché riprendendo con la telecamera ho potuto osservare bene anche i particolari; inoltre le spighe stesse non presentavano segni di schiacciamento, nel senso che erano integre e assolutamente non rovinate o schiacciate.
Altra particolarità è stata quella che sia sulle spighe piegate che sul terreno all'interno del disegno era presente in maniera molto evidente una polvere bianco-cenere. Io e i miei compagni di viaggio, incuriositi, abbiamo addirittura preso dei campioni di spighe.
Miriam Madau: C'è qualcosa che ti ha particolarmente colpito all'interno di questo crop circle, al di là dell'aspetto prettamente fisico?
Marco Lizzi: quello che mi ha colpito subito è stata una sensazione di silenzio tutto intorno a me e una grande pace.




L'ntervista a Grazia Rapaggi e a Maura Cattelan

Fotografie di G. Rapaggi e M. Cattelan - (c) Ecospirituality Foundation

Miriam Madau: ascoltiamo dunque anche la testimonianza di Grazia Rapaggi e Maura Cattelan su questo stesso ritrovamento inglese.
Grazia Rapaggi e Maura Cattelan: eravamo in vacanza, insieme a Paola e Marco, in Inghilterra, vicino ad Avebury. Ci avevano detto che nei campi di quei luoghi erano stati trovati dei crop circle ed incuriositi abbiamo iniziato la ricerca. Abbiamo girato un po' a vuoto nei dintorni a causa delle indicazioni poco precise che gli abitanti dei luoghi ci davano. Finalmente qualcuno ci disse "…state cercando quello che hanno ritrovato l'altro giorno?". Così, sbagliando strada e quasi per caso, dall'alto di una collina abbiamo visto che, in lontananza, in un campo sottostante c'erano delle persone, però non si intravedeva il crop circle. Abbiamo così deciso di avvicinarci e ad andare a verificare di persona.
Ci siamo così inoltrati nel vasto campo di grano , seguendo un sentiero creato da altri visitatori, per giungere all'interno del crop circle vero e proprio.
Miriam Madau: quanto era esteso questo agroglifo?
Grazia Rapaggi e Maura Cattelan: non ci è stato possibile renderci subito conto della sua esatta forma ed estensione.
Facendo riferimento all'immagine aerea riportata sul giornale locale ( acquistato successivamente) abbiamo capito di aver percorso un braccio periferico e attraverso i cerchi, dai più piccoli ai più grandi siamo giunti al centro esatto della formazione, cioè al cerchio più grande. Dall'interno del campo non si capiva quanto fosse immenso lo spazio occupato dal disegno! Così come riportato nelle foto che abbiamo scattato, sì…, si vedevano numerosi cerchi ed era possibile spostarsi da un cerchio all'altro e ,a quelli più attigui, attraverso due passaggi ricavati dall'appiattimento delle spighe facenti parte del disegno stesso, ben documentato nelle fotografie che abbiamo scattato.
Miriam Madau: quali sono state le cose che vi hanno colpito osservando questa formazione?
Grazia Rapaggi e Maura Cattelan: i cerchi erano così netti e precisi che si può dire che non ci fosse una "spiga fuori posto"; persino quelli piccolissimi erano cerchi perfetti.
Quando siamo entrati in questa formazione non ci siamo resi conto di quale potesse essere l'immagine e cosa potesse raffigurare: abbiamo ipotizzato che avrebbe dovuto essere piuttosto estesa perché non smettevamo più di passare da un cerchio ad un altro. Quando ci hanno indicato che su questo giornale, che poi abbiamo comprato, c'era la fotografia del crop completo visto dall'alto, ne siamo rimasti subito colpiti perchè ci ricordava l'immagine della triskel celtica e ci siamo ritenuti molto fortunati di avere potuto vedere direttamente dal vivo un tale capolavoro.
Miriam Madau: a quale periodo risale questa scoperta?
Grazia Rapaggi e Maura Cattelan: noi abbiamo avuto l'informazione dell'esistenza di questi cerchi nel grano e ci siamo recati sul posto esattamente l' 8 agosto 1996 e cioè lo stesso giorno in cui è stato pubblicato sul giornale GAZETTE & HERALD. Gli abitanti del luogo ci dissero che era comparso qualche giorno prima.
Miriam Madau: come si presentavano le spighe che componevano i cerchi?
Maura Cattelan: le spighe erano piegate a terra già nella parte bassa dello stelo, quasi vicino alla radice ( come è possibile vedere anche nelle nostre foto ) e assolutamente non spezzate; io stessa ho voluto provare a fare un esperimento: ho cercato di piegare delle spighe in piedi cercando di copiare quelle a terra formanti i disegni; purtroppo queste si sono subito spezzate perché non resistevano alla curvatura, pur provando a piegarle in diverse maniere. Si vedeva inoltre che le spighe formanti i disegni erano piegate ma comunque vive e rigogliose. Sulla base di questa osservazione ci veniva da sorridere sulla tesi semplicistica dei " 2 pensionati" che piegavano le spighe con corde e bastoni, sia per come apparivano piegate le spighe, sia per le dimensioni dei cerchi più grandi, sia per la costruzione nello spazio del disegno stesso e sia per il numero elevato di cerchi dell'agroglifo: ben 194 !!…un'opera titanica!…che avrebbe dovuto essere costruita in una notte sola, al buio e in una zona completamente isolata e senza lasciare tracce e impronte del loro passaggio…
Miriam Madau: i cerchi presentavano altre particolarità?
Grazia Rapaggi: in alcuni cerchi le spighe si presentavano piegate in senso orario , mentre in altri il senso era anti-orario, come è ben documentato nelle fotografie che abbiamo scattato, addirittura le spighe apparivano come intrecciate, quasi a formare una trama che era difficile districare. Altra particolarità è la presenza di una polvere bianca, sia sul terreno che sulle spighe ( sempre ben visibile nelle fotografie) ma solo nelle zone del campo interessate dal disegno, infatti è possibile notare anche nelle foto come già solo nel terreno attiguo, ma fuori dal disegno, non c'è presenza di questa polvere chiara.
Miriam Madau: avete osservato qualche altra particolarità?
Maura Cattelan: mi ricordo che Grazia, entusiasta di questo fenomeno che stava osservando, voleva telefonare a degli amici in Italia, proprio da dentro al cerchio più grande, ma non ci riusciva e diceva…" non si riesce, non c'è campo", invece è poi bastato spostarsi fuori dai cerchi e già lungo il sentierino, nel campo di grano non interessato dal disegno, è riuscita a telefonare perché il segnale era presente.
Miriam Madau: qual'era l'atmosfera dentro a questa formazione? Avete qualche ricordo particolare?
Maura Cattelan: ricordo molto bene l'impressione che ho avuto entrando nell'agroglifo: era come se varcassi una soglia, una porta…come se entrassi in un posto dove c'era qualcosa di diverso.
Grazia Rapaggi: una cosa che poi parlandoci e ricordandoci aveva colpito tutti noi era che entrando in questo crop ci è venuto naturale abbassare subito la voce e stare in silenzio; ma non solo noi, perché notammo che tutti i visitatori che c'erano lì in quel momento erano tutti molto silenziosi e si parlava tutti sottovoce; c'era proprio un senso di silenzio e di pace che ci coinvolgeva. Sembrava di essere entrati in un luogo sacro.Questa fu una cosa molto particolare che ci colpì molto.
Maura Cattelan: man mano che si percorreva il sentiero per entrare dentro al crop sentivo questo silenzio e, come dicevo prima, la sensazione di attraversare una soglia , entrando nelle formazione, dove trovavo un silenzio, non solo fuori, ma anche dentro di me, molto forte; infatti, a me personalmente, è venuto spontaneo sedermi nel centro del cerchio ( proprio per trovare un senso di fermata mio interiore): la sensazione che avevo è che in questo particolare posto, proprio nel centro, era come se in qualche modo il cerchio stesso catalizzasse questo silenzio e senso di fermata; era un contatto intimo con la Natura, con un qualcosa che sicuramente in quel momento mi sovrastava e mi coinvolgeva. Devo essere sincera: per me è stata un'esperienza veramente molto forte e ancora a distanza di anni molto viva.




L'intervista a Paola Salaris

Fotografie di Paola Salaris - (c) Ecospirituality Foundation

Miriam Madau: Siamo in questo momento con Paola Salaris, una delle testimoni dello stupendo crop circle apparso vicino ad Avebury nel 1996: ciao Paola, vuoi raccontarci più nei particolari la tua esperienza della scoperta?
Paola Salaris: infatti era il 1996 e precisamente nel mese di agosto; eravamo in vacanza e siamo passati appunto vicino ad Avebury. Più precisamente eravamo nelle vicinanze di Windmill Hill. Eravamo stati informati che nei pressi c'erano questi cerchi nel grano ed il fenomeno lì era piuttosto conosciuto. Ci siamo incuriositi e ci siamo diretti nel posto del quale ci avevano dato le indicazioni. Percorrendo una stradina di campagna col camper ad un certo punto abbiamo visto, in lontananza, che c'era qualcosa di particolare e ci siamo avvicinati. Devo dire che ci siamo così trovanti di fronte ad uno spettacolo incredibile: abbiamo cominciato a vedere che il grano nel campo era piegato a formare dei cerchi. La prima cosa che abbiamo notato era che appunto c'erano dei cerchi e a mano a mano che procedevamo all'interno del campo ci siamo resi conto che c'erano altri cerchi… e altri ancora! Di dimensioni diverse ma tutti straordinariamente di forma regolare e precisa.
Miriam Madau: Vi siete resi conto subito di come fosse la forma del disegno nel campo?
Paola Salaris: No, da terra era quasi impossibile, tant'è vero che in alcuni momenti ci sembrava che il disegno finisse e non ci fossero più cerchi…invece subito dopo ci rendevamo conto che questa cosa si estendeva ancora oltre ma non riuscivamo poi più a capire come. Oltretutto ci ha colpito il fatto che avevamo sentito parlare di cerchi nel grano e pensavamo si trattasse di semplici cerchi, invece mano a mano ci rendevamo conto di trovarci di fronte a qualcosa di molto complesso.
Miriam Madau: La data esatta della formazione a quando risale?
Paola Salaris: Era la prima decade di agosto del 1996
Miriam Madau: Il grano era a maturazione?
Paola Salaris: Sì, il grano era maturo
Miriam Madau: Quali sono le cose particolari che hanno catturato la tua attenzione?
Paola Salaris: Intanto abbiamo visto che al suo interno c'erano delle persone che osservavano e facevano dei rilievi; la cosa ci ha molto incuriosito e ci ha spinti a fare delle osservazioni più accurate da parte nostra. Per esempio abbiamo cominciato ad osservare che il grano era piegato in maniera estremamente regolare; piegato anche a 90° e le intere spighe non erano mai spezzate ma piegate. A volte si dirigevano in senso orario e a volte antiorario. Anche questo particolare ci aveva colpito molto; però era una cosa estremamente precisa. Altra cosa riferita alle spighe: il fatto che queste formassero delle spirali in senso orario e antiorario; spirali che al centro del cerchio sembravano quasi dei nidi d'uccello. Questa particolarità mi aveva colpito molto, tanto che l'ho fotografata a più riprese; ho scoperto poi in seguito che era una particolarità comparsa in altri crop circles
Miriam Madau: I tuoi compagni di viaggio parlavano anche di una polvere biancastra: cosa ci puoi dire al riguardo?
Paola Salaris: Sì, ho notato che sul terreno dei cerchi c'era questa polvere, mentre andando a verificare fuori dal disegno questa polvere non era presente; era proprio solo all'interno del disegno. Infatti poi abbiamo raccolto dei campioni, sia di spighe, sia della polvere bianca.
Miriam Madau: Hai qualche altra particolarità da segnalarci, rispetto a questa scoperta? …e tu come ti sei sentita?
Paola Salaris: Dal punto di vista diciamo "tecnico" : la cosa che mi ha colpito molto è stata l'arte, cioè l'aspetto più artistico e l'aspetto tecnico, nel senso della precisione con cui questi cerchi erano stati formati, che sembrava quasi che ci fosse stata una forza plasmante, perché se uno prova a piegarle nello stesso modo manualmente di solito le spighe si spezzano. Dal punto di vista delle "percezioni": la sensazione di entrare in un ambito diverso da quello che c'era all'esterno, nel senso come se a un certo punto qualcosa si fosse fermato. Eravamo arrivati lì sul posto anche abbastanza affannati, invece lì c'è stata la sensazione come di lasciar fuori gli affanni.
Questa è una percezione che ricordo, tant'è vero che io sono stata per un po' di tempo seduta lì a godermi anche questa cosa.Una sensazione molto piacevole comunque.
Miriam Madau: Mi avevi accennato che questo fenomeno ti aveva incuriosita e che hai poi cominciato una tua ricerca sul fenomeno dei crop circles.
Paola Salaris: Sì, mi ha incuriosita a tal punto che ho iniziato delle ricerche: intanto a raccogliere documentazioni, constatando che in generale ce n'è poco sull'argomento; ho scoperto così che anche in Italia ne sono comparsi e parlandone con degli amici hanno cominciato ad arrivarmi segnalazioni, anche dalla Sardegna, riferiti quest'ultimi al 2000 e al 2003, di cui ho conservato documentazioni.
Miriam Madau: Mi dicevi che hai materiale di prima mano rispetto al crop circles in questione.
Paola Salaris: Sì, ho scattato personalmente numerose foto che ho dato alla Sezione di Studio sui Fenomeni Forthiani, della E.F. insieme ai campioni prelevati sul posto, in quanto si occupano di studi sull'argomento. La cosa è diventata occasione per aumentare le mie conoscenze e fare ricerca.
Miriam Madau: Hai ancora qualcosa da segnalarci, che ti ricordi in questo momento?
Paola Salaris: Quello che mi piacerebbe è che si parlasse di più del fenomeno perché penso che valga veramente la pena approfondirlo, essendo questo dei cerchi nel grano un fenomeno sicuramente piuttosto insolito.






Le interviste e le foto sono riportate integralmente nel libro
IL MISTERO DEI CERCHI NEL GRANO E LA TRADIZIONE DEI CELTI
della Triskel Editrice, 2003
a cura di:
Giancarlo Barbadoro, Rosalba Nattero, Miriam Madau e Alberto Dovana