L'IPOTESI GAIA

Un'ipotesi molto sentita da molti ricercatori nel campo dei crop circles è quella relativa alla teoria cosmologica di "Gaia", ipotesi che fornisce un'affascinante spiegazione sulla loro origine e la loro finalità.
Questa teoria, che prende il nome dall'arcaica definizione della Terra secondo gli antichi Greci, comporta che l'universo manifesti una potenzialità vitale e che la vita tenda a manifestarsi in ogni possibile forma in tutto l'universo. In questa prospettiva anche la Terra sarebbe una sorta di creatura vivente su scala planetaria.
Ne sarebbe prova la stabilità ambientale del nostro pianeta, ad esempio la salinità tenuta costante delle acque dei mari e della composizione dell'aria che respiriamo.
La stessa nascita della vita sulla Terra si sarebbe verificata dopo un evento molto simile a quello che accade nella fecondazione delle creature che abitano la sua superficie. Miliardi di anni fa il nostro pianeta, dopo essersi raffreddato a seguito della sua formazione primordiale, era assolutamente sterile. La vita fu portata da una cometa che nell'impatto rilasciò acqua e altri composti che, unendosi agli elementi terrestri, diedero vita alle prime forme viventi.
Secondo la teoria di Gaia, il pianeta vivo, tutte le creature viventi che l'abitano sarebbero la manifestazione della potenzialità vitale insita nell'universo, processo innescato attraverso la mediazione del nostro pianeta. Noi stessi quindi saremmo i figli della Terra, intesa come una vera e propria madre, nei confronti della quale continueremmo a mantere un legame intimo che ci consente di sopravvivere in un ambiente adatto alle esigenze di ciascuna specie. Una entità planetaria in grado di possere una sua specifica coscienza e una precisa volontà. Una "Madre Terra", come viene intesa presso i Popoli nativi di tutto il pianeta, dispensatrice di vita e di conoscenza che avrebbe ispirato molti culti dell'antichità e indicherebbe oggi un modo di vita armonica all'uomo, l'unica creatura tra tutte le altre che danneggia e porta disordine nell'equilibrio ambientale della natura.
Questa teoria, già conosciuta presso i druidi del celtismo proto-europeo, è stata ripresa nell'era moderna dallo scienziato scozzese James Lovelock. Il suo libro "L'ipotesi Gaia", e i testi successivi, hanno gettato le basi per una nuova ecologia.
In questa prospettiva i crop circles sarebbero visti come un mezzo di Gaia per comunicare con l'uomo al fine di trasmettergli messaggi provenienti dal suo nucleo profondo. Messaggi di conoscenza e un invito all'armonia con la natura del pianeta e con le leggi del cosmo.
Ma questi disegni tracciati nella natura sarebbero anche il mezzo attraverso il quale gli uomini possono interfacciarsi con le forze vitali di Gaia per utilizzarle in molteplici scopi, dalla terapeutica all'apprendimento di nuove conoscenze su se stessi e sull'universo. Secondo l'ipotesi Gaia infatti la Terra sarebbe percorsa da meridiani magnetici e punti energetici che fungerebbero da trasmettitori di energia. Su questi centri energetici gli antichi druidi costruirono i grandi templi megalitici dell'antichità. Gli antichi druidi praticavano forme di meditazione e costruivano grandi allineamenti e giganteschi cerchi di pietre per convogliare e utilizzare per i loro scopi l'energia tellurica di Gaia. Possiamo chiederci se anche i moderni crop circles seguano questo schema.


Dal libro
IL MISTERO DEI CERCHI NEL GRANO E LA TRADIZIONE DEI CELTI
a cura di Giancarlo Barbadoro
Triskel Editrice, 2006