Archeologia non Convenzionale

30/04/2002
La mappa del Creatore
http://english.pravda.ru/main/2002/04/30/28149.html
http://www.itogi.ru/paper2002.nsf/Article/Itogi_2002_04_01_10_0237.html
http://tecnologia.tiscali.it/internet/articoli/news/2003/settembre/10/mappa_del_creatore.html

Per quanto possa sembrare impossibile scienziati della Bashkir State University hanno trovato prove indiscutibili di un'antica civiltà altamente sviluppata.
Tutto nasce da una grande pietra ritrovata nel 1999 con incise figure della regione risalenti ad un passato lontanissimo, realizzate con tecnologia sconosciuta. Si tratta di una mappa in rilievo analoga alle moderne mappe militari. La mappa contiene opere civili, circa 12.000 Km di canali, poderose dighe. Non lontano dai canali sono rappresentati ampi spiazzi a forma di diamante di funzione sconosciuta. Particolare non trascurabile la mappa contiene anche alcune iscrizioni, anzi, addirittura molte iscrizioni. In un primo tempo gli scienziati pensavano che si trattasse di antico cinese, si è poi capito che si tratta in realtà di un antico linguaggio geroglifico-sillabico di origine sconosciuta. Gli scienziati non sono riusciti a decifrarlo.
"Più apprendo e più capisco che non so nulla" asserisce il professor Alexander Chuvyrov della Bashkir State University, autore della straordinaria scoperta.
Già nel 1995 il professore ed il suo allievo, il laureato cinese Huan Hun, avevano deciso di studiare l'ipotesi della migrazione di un antico popolo cinese verso la Siberia e gli Urali. In una spedizione in Bashkiria essi ritrovarono molte iscrizioni fatte su roccia in antico linguaggio cinese. Le iscrizioni sono state decifrate e si riferiscono per lo più a transazioni commerciali, matrimoni e morti.
Durante i lavori furono ritrovate, negli archivi del governatorato generale di UFA, delle note risalenti al 1800 che riportavano l'esistenza di circa duecento lastre di pietra, di aspetto inusuale, situate nella zona del villaggio di Chandar nella regione di Nurimanov. Chuvyrov ed i suoi colleghi pensarono che le lastre potessero essere collegate alle migrazioni degli antichi cinesi. Note d'archivio riportavano anche che nel diciassettesimo e diciottesimo secolo spedizioni di scienziati, che investigarono nella zona degli Urali, avevano studiato circa duecento lastroni bianchi recanti iscrizioni e segni di vario tipo. All'inizio del ventesimo secolo l'archeologo A. Schmidt aveva segnalato simili lastroni nella stessa zona.
A seguito di queste indicazioni gli scienziati decisero di iniziare la ricerca. Chuvyrov cominciò le ricerche nel 1998 dopo aver formato una squadra di ricerca. Noleggiò un elicottero ed effettuò un primo sopralluogo nella zona in questione, ma, nonostante tutti i loro sforzi, i ricercatori non riuscirono a trovare le lastre. Chuvyrov pensò addirittura che si trattasse di una favola.
La fortuna arrivò inaspettata. Durante una delle visite al villaggio, l'ex presidente del consiglio degli agricoltori, Vladimir Krainov, comunicò allo scienziato che egli possedeva una strana lastra in giardino. Era il primo Luglio del 1998 e il professore andò a visitare il giardino in questione, seppur molto scettico. Lì trovarono una lastra di pietra molto pesante, tanto che non riuscirono a sollevarla.
Dopo una settimana di lavoro riuscirono a disseppellire la lastra che si rivelò essere di dimensioni del tutto rispettabili, alta 148 cm, larga 106 e spessa 16 per un peso di circa una tonnellata. Il padrone di casa realizzò degli speciali rulli di legno e la lastra, battezzata Dashka in onore della nipote del professore nata il giorno prima, fu trasportata all'università.
Una volta ripulita dalla terra gli scienziati non credevano ai loro occhi, capirono subito che non si trattava di una pietra normale, ma di una vera e propria mappa tridimensionale.
Come poterono identificare il posto? Dapprincipio non capirono che la mappa fosse così antica. Fortunatamente la Bashkiria non è cambiata molto nel corso del tempo, essi riuscirono a riconoscere il rilievo di UFA; il canyon di UFA rappresentò il loro principale riferimento perché vi avevano condotto degli scavi e avevano potuto evidenziare dei particolari presenti nella mappa. Il gruppo formato da russi e cinesi specialisti in cartografia, fisica, matematica, geologia e chimica riuscì a dimostrare che la mappa rappresenta una ampia zona della regione degli Urali con i fiumi Belya, Ufimka e Sutolka. Riuscirono a determinare che la scala della mappa è di 1:1.1 Km.
La struttura geologica della mappa è stata determinata: essa consta di tre strati. La base è di 14 cm di spessore, fatta di dolomite molto dura. Il secondo strato è probabilmente il più interessante, fatto di vetro di diopside. La tecnologia del suo trattamento non è conosciuta. In effetti la mappa è scolpita su questo strato mentre l'ultimo strato di due millimetri di spessore è costituito di porcellana di calcio, che funge da protezione.
Il professor Chuvyrov fa notare che la lastra non può essere stata incisa a mano, è semplicemente impossibile. Analisi fatte ai raggi x confermano che è stata lavorata con qualche tipo di strumento ad alta precisione.
In un primo momento gli scienziati pensarono che la mappa fosse stata realizzata dagli antichi cinesi a causa delle iscrizioni verticali. Non fu possibile però trovare iscrizioni simili sugli antichi documenti cinesi visionati. Inoltre gli antichi cinesi non avevano mai usato la porcellana per ricoprire le loro iscrizioni. A questo punto essi capirono che le iscrizioni sono in un linguaggio geroglifico-sillabico. Il professor Chuvyrov asserisce però di avere decifrato almeno uno dei segni incisi sulla mappa, rappresenterebbe la latitudine dell'attuale città di UFA.
Più viene studiata la mappa e più si ritrovano misteri. Si può vedere un gigantesco sistema di irrigazione oltre ai fiumi, i canali sono larghi 500 metri e le 12 dighe sono larghe da 300 a 500 metri. Come fisico il professor Chuvyrov ritiene che l'uomo d'oggi potrebbe realizzare solo un frazione di queste opere imponenti.
E' stato difficile stabilire per la mappa una data anche soltanto approssimata. Indagini al radiocarbonio dapprima e scansioni cronometriche all'uranio in seguito hanno dato risultati controversi, l'età della lastra resta dunque indefinita. Durante il suo esame sono state ritrovate due conchiglie che risalgono rispettivamente a 120 e 500 milioni di anni. Nominalmente tale età è stata accettata come "ipotesi di lavoro". La mappa è stata probabilmente creata quando il polo magnetico si trovava nell'odierna area di Francesco Giuseppe, il che fu circa 120 milioni di anni fa, asserisce il professor Chuvyrov. "La mappa che noi possiamo vedere è al di là della tradizionale percezione del genere umano ed occorre un lungo tempo ad abituarcisi" asserisce il professore, "all'inizio pensavamo che avesse 3.000 anni, in seguito abbiamo continuamente retrodata la lastra fino a che non abbiamo identificato le conchiglia incastonate in essa. Ma come essere sicuri che fossero vive al momento in cui la mappa fu scolpita? Il creatore della mappa potrebbe averle incluse quando erano già pietrificate."
Quale può essere lo scopo della mappa? Parti del ritrovamento sono già stati analizzati nel Centro di Cartografia Storica del Wisconsin, USA. Gli americani sono rimasti stupiti. Secondo loro la mappa può solo aver avuto un utilizzo: quello di navigazione e può essere stata realizzata solo con prospezioni aeree. Essi ritengono di poter compiere l'analisi della mappa entro il 2010.
Il professor Chuvyrov non ama parlare di UFO o extraterrestri, si limita a chiamare l'autore dalla mappa "il creatore".
E' come se chi viveva e costruiva a quel tempo viaggiasse solo per via aerea. Non ci sono strade sulla mappa. O forse usava vie di navigazione. C'è un'altra versione: che il creatore non vivesse affatto lì ma che avesse semplicemente preparato il terreno drenando le acque. Niente può essere affermato con certezza, perché non ipotizzare che l'autore appartenesse ad una civiltà vissuta in precedenza?
Ulteriori indagini sulla mappa hanno portato un'emozione dopo l'altra. Adesso gli scienziati sono sicuri che la mappa sia solo un frammento di una grande mappa della Terra. Secondo tale ipotesi ci sono probabilmente 348 frammenti di mappa in tutto interrati da qualche parte in zona. Dopo aver analizzato oltre 400 campioni di terreno gli scienziati ritengono che l'intera mappa fosse situata nella gola del monte Sokolinava (La montagna del falco). Durante l'ultima era glaciale sarebbe stata fatta a pezzi.
Se gli scienziati potessero ricostruire il mosaico esso avrebbe le dimensioni di 340x340 metri. Dopo aver studiato gli archivi il professor Chuvyrov ritiene di avere identificato dove 4 di questi frammenti possano giacere, tutti nei dintorni del villaggio di Chandar.
Nel frattempo scienziati del Bashkir hanno inviato informazioni sui loro ritrovamenti a diversi centri scientifici del mondo ed hanno già relazionato sull'argomento in molti congressi internazionali. La Mappa dei Lavori di Ingegneria Civile di una Civiltà Sconosciuta del Sud degli Urali.
La scoperta degli scienziati di Bashkir non ha analoghi. Con un'unica eccezione. Quando la ricerca era al suo culmine una piccola pietra di calcedonio è giunta sul tavolo del professor Chuvyrov, contenente rilievi simili. Probabilmente qualcuno che aveva visto la lastra ha voluto farne una copia. Ma chi, e perché?