Rosalba's BLOG

Giugno - Luglio 2007

Storyboard semiserio tra pettegolezzi,
riflessioni, fatti strani e altro...
Un particolare ringraziamento al webmaster Giancarlo (detto anche l'"Espertone")
che tormento ogni giorno e senza il quale non potreste leggere questo Blog!

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5 Luglio 2007

E' inutile turarsi il naso, è stupido far finta di niente o trincerarsi dietro luoghi comuni o pregiudizi o diffidenze verso tutte le novità che provengono dal mondo che sta dietro il monitor del computer.
Second Life è una realtà che ci sta per sommergere, entrerà nelle nostre case, influenzerà la mentalità e i costumi. E' una rivoluzione sociologica di cui non si può non tener conto.
Nata come un gioco 3D in rete, sulle esperienze maturate da Philip Rosendale nel suo laboratorio di San Francisco basate sulle ricerche nell'ambito della realtà virtuale, Secon Life è diventata ben presto qualcosa di ben diverso da un semplice giochino per computer.
In pochi anni il popolo virtuale di SL è cresciuto e continua a crescere in maniera vertiginosa: oggi gli utenti sono circa 8 milioni in tutto il mondo. Ma quello che rende speciale SL è che la comunità dei residenti non è formata da ragazzini fanatici del computer ma perlopiù da professionisti, artisti, manager, imprenditori, politici, ricercatori, tutti apparentemente alla conquista di una "seconda possibilità di vita".
Il fenomeno è talmente in crescita che un esercito di psicologi ha eletto SL a laboratorio ideale per ricerche sociologiche.
Che cos'è che rende così speciale SL al punto da indurre tante persone impegnate e personaggi famosi a spendere tempo (e soldi) dietro la costruzione di una nuova vita?
Ne abbiamo parlato l'altra sera nella mia trasmissione radiofonica su Radio Flash (che ovviamente va in onda in streaming anche su Second Life nell'isola WI PIE).
Oltre a me e Maurizio c'erano ovviamente l'"espertone" Giancarlo e Luca, i miei compagni di LabGraal. Ho coinvolto anche loro su SL e ora imperversano con i loro Avatar. Stiamo anche progettando un'isola per il LabGraal dove fare concerti, eventi, manifestazioni.
Sarebbe troppo semplicistico attribuire il successo di Second Life ad una sorta di compensazione alle frustrazioni provocate dalla "First Life": in molti casi gli utenti sono persone che possono essere più che soddisfatte del loro standard quotidiano.
Eppure SL intriga e affascina: si entra in una dimensione che ricorda molto il mondo "reale", ma è tutto più bello, sognante, fiabesco. E inoltre non ci sono limiti alla fantasia: ci si sposta volando o teletrasportandosi da un'"isola" all'altra, si possono "creare" ogni sorta di oggetti, vi sono luoghi turistici adatti ad ogni esigenza, è un grande ed infinito shopping per qualsiasi desiderio. Pagando pochi centesimi. Una Lamborghini costa circa 10 dollari, un anello di diamanti 5 dollari. Ovviamente è tutto virtuale, ma i dollari con cui si cambiano i Linden (la moneta in corso su SL) sono veri e vengono prelevati dalle carte di credito degli utenti.
Second Life può fare l'effetto di un nuovo pianeta da esplorare, indagare, colonizzare. Grazie ai tecnici informatici, specializzati in 3D e realtà virtuale, che in questi pochi anni hanno intuito il suo potenziale, è un pianeta in continua espansione e presenta strutture di ogni genere, case, edifici, paesi, isole, panorami mozzafiato. Club, discoteche, pub, ristoranti, eventi, insomma una replica del mondo "reale" in cui ogni servizio è infinitamente più accessibile a chiunque.
Gli Avatar (questo è il nome dato alle identità virtuali) che si incontrano sono personaggi di tutti i tipi e tutte le forme; dopo un po' sembra normale conversare indifferentemente con umani, conigli giganti, robot, dinosauri.
Dietro gli Avatar che incontri ci può essere chiunque: da Bono degli U2 in incognito all'artista che sta allestendo una mostra, dallo psicologo incaricato di studiarti all'antropologo che indaga sugli effetti sociali. O semplicemente, puoi incontrare persone che hanno voglia di divertirsi.
L'altro giorno Sheela, il mio Avatar, si trovava a passeggiare su una spiaggia sconfinata, seguita da un gatto nero che aveva adottato. Dopo poco i gatti neri che la seguivano erano cinque: evidentemente anche cambiando molte vite non si sfugge al proprio destino!
Giudicare affrettatamente Second Life è uno sbaglio enorme: si rischia di prendere solenni cantonate. Esistono infinite valenze e moltissimi livelli di interpretazione. Avrete notato che fin qui ho evitato di esprimermi in maniera positiva o negativa. Il fatto è che non ho ancora capito se devo essere entusiasta per questo nuovo strumento che la tecnologia mette a disposizione o se devo spaventarmi per le trappole che può comportare.
Lungi da me essere diffidente verso le nuove frontiere dell'informatica: mi sono buttata a suo tempo appassionatamente su internet (prendendomi anche solenni "facciate" quando ho creduto di potermi confrontare civilmente con i frequentatori di newsgroups tipo Soc.Culture Italian, succedeva nel 1994), continuerò a considerare web, ADSL, skype e quant'altro una vera manna per ogni ricercatore che si consideri tale. Il piccione viaggiatore non fa per me, è troppo lento e nel frattempo, mentre aspetto che ritorni con le risposte che aspettavo, ho già iniziato un'altra ricerca.
Sono tutt'altro che un'appassionata di videogiochi, e finchè ho creduto che si trattasse di uno di questi, niente mi ha stimolato a provare. Mi faceva orrore l'idea di impegnare il mio tempo a costruire un'altra identità, un'altra vita, mi sembrava una fatica insopportabile: la First Life mi sembrava uno sforzo già più che sufficiente. Quando ho capito che Second Life è tutto fuorché un gioco, mi ci sono accostata con curiosità. Ho sottoposto il mio Avatar a tutte le fasi dei principianti: la turista imbranata, la novellina che viene invitata per un giro sulla Lamborghini, ho inevitabilmente incontrato degli Avatar maschi che mi volevano "iniziare" a SL, ho incontrato dei veri e propri missionari che, sentendomi annoiata, mi martellavano con una sorta di lavaggio del cervello per convincermi che SL è assolutamente fantastica.
Ho fatto un giro nella sede della "mia" radio, ho fatto meditazione in un centro buddista, ho visitato luoghi frequentati da pazzoidi che mi hanno ucciso tutti i gatti, ma i solerti Linden Lab me li hanno subito resuscitati (e non so che fine abbiano fatto fare a chi ha sgarrato).
Gli effetti sono stati molteplici e contrastanti.
Il primo impatto non è stato incoraggiante, anzi direi che è stato piuttosto inquietante. Avevo l'impressione di finire in un meccanismo che si presentava come un bel gioco, gratificante ed attraente, ma che dietro poteva celare qualcosa di oscuro che non riuscivo a capire.
Accantonata per il momento questa sensazione, senza peraltro essermi data delle risposte sulle vere cause, ho provato a considerare tutte le altre componenti, incontrando una serie di valenze.
Al primo impatto SL si presenta come un punto di incontro per utenti di tutto il mondo. Si possono incontrare persone di ogni genere, riunite in club o semplici visitatori. Questa dimensione sembra una evoluzione delle chat di internet, frequentate soprattutto da persone che cercano amicizia, sesso, coppia e cose del genere.
Presto si comprender che questa è solo la punta dell'iceberg: SL ha altri frequentatori, che si mostrano poco in giro, ma che impegnano il loro tempo a "creare" strutture di ogni genere. La maggior parte di costoro lo fa a scopi commerciali e riesce ad arricchirsi.
Un altro tipo di frequentatori, al momento piuttosto esiguo ma in continua crescita, è il mondo dei personaggi: politici, artisti, VIPs e star che hanno individuato in SL lo strumento mediatico del futuro e investono in questo media.
Ma al di sopra di tutto questo c'è la vera Second Life: i Linden Lab, gli imperatori di questo mondo virtuale. I Linden Lab, che poi sono il gruppo formato dal fondatore Rosendale, hanno il potere assoluto, possono fare e disfare qualsiasi cosa. Possono cancellarti e cancellare ogni creatura o struttura esistente in SL. Logico, in fondo: sono i creatori del gioco, è giusto che lo difendano e ne facciano ciò che vogliono. Ma SL non è un gioco, e allora la cosa diventa inquietante. Chi sono i Linden Lab? E chi è Philip Rosendale?
Se consideriamo le regole su cui poggiano le basi del pianeta SL, chi lo ha creato sembrerebbe un filosofo illuminato. Non sono ammessi: intolleranza, molestie sessuali, aggressione, divulgazione di informazioni private, indecenza, disturbo della quiete. Ma allo stesso tempo, in SL non si esclude nessuno: chiunque può trasgredire ad ognuna di queste regole, a patto che lo faccia in apposite isole. Insomma, chi vuole vivere da asociale o delinquente lo può fare, ma solo insieme ad altri come lui. Geniale, no?
I Linden Lab sono onnipresenti ma invisibili; basta una qualsiasi inezia, denunciata nelle sedi idonee, e loro arrivano immediatamente a risolvere il problema, in maniera discreta, senza mettere nessuno alla berlina.
I Linden Lab, sempre loro, stimolano alla creazione di aree di insegnamento, in cui si può usufruire delle strutture di SL per imparare ogni genere di materie. Non è lontano il tempo in cui la scuola, l'università, l'apprendimento in genere, si svolgeranno essenzialmente su SL: questo darà modo di partecipare a forum planetari usufruendo di insegnanti specializzati in ogni disciplina, confrontandosi con allievi di tutti i Paesi del mondo in laboratori virtuali attrezzatissimi.
Anche la solidarietà e la beneficenza sono altamente incoraggiati. Per fare un esempio, chi ha bisogno di soldi e non può spendere, oppure chi vuol vivere in SL gratuitamente, può usufruire di una serie infinita di freebies (beni gratuiti); può trovare denaro sui "money trees", alberi su cui cresce denaro libero, oppure "money free" (denaro libero a disposizione) o "camping chair", una sedia su cui sedersi e aspettare che venga elargito denaro. C'è infatti chi si ingegna a non spendere nemmeno un linden riuscendo a fare le stesse cose degli altri. E c'è sempre qualche residente disposto a regalarti dei linden senza nemmeno che tu li chieda: è successo a me la seconda volta che frequentavo SL. Esistono inoltre numerosissimi gruppi di solidarietà sociale in cui si aiutano gli altri, umani e animali.
Sembrerebbe un mondo ideale, basato sul rispetto reciproco, sulla conoscenza e sulla solidarietà.
Che esistano delle basi filosofiche lo si intuisce anche dal nome con cui vengono definite le identità virtuali dei residenti: Avatar secondo la filosofia induista è l'essere che fa da tramite con la divinità; una incarnazione dell'Assoluto. Non solo: il primo nome che Rosendale voleva dare a SL era Samsara, che nel Buddhismo sta per "l'eterno fluire dell'esistenza" o anche "vacuità", come lo Shan degli antichi druidi.
Aggiungiamo anche che su SL esiste libertà di culto ma i predicatori non sono ben accetti. Un mondi laico, quindi.
Non è difficile arrivare a porsi inquietanti domande dopo aver bazzicato un po' su SL. C'è chi si chiede se passare tempo a perlustrare SL non sia una fuga dalla realtà. Ma quale realtà? Quella virtuale prodotta dal nostro cervello? I meccanismi della First Life sono poi così diversi da quelli su cui si basa SL?
SL è una dimensione virtuale in cui viene simulata la dimensione dello spazio-tempo del mondo "reale" o "primario" in cui viviamo. In SL esiste il tempo, l'alternarsi del giorno e della notte, la gravità e quant'altro caratterizzi l'universo in cui ci siamo trovati ad esistere. SL, come il "mondo primario", è basata sulla rappresentazione tridimensionale vissuta attraverso il piatto schermo del monitor. Ma non dimentichiamo che questa situazione è vissuta anche nel "mondo primario". Secondo la teoria dell'"universo olografico", l'universo è strutturato in forma bidimensionale, perciò piatto come quel che si vede sullo schermo di un monitor, dentro al quale ogni forma vivente si muove nell'illusione di vivere in uno spazio tridimensionale. Secondo questa recente scoperta l'universo sarebbe piatto come un foglio di carta e solo le funzioni del nostro cervello ce lo mostrerebbero in una olografia tridimensionale. Dove sta quindi la differenza?
Il tema della realtà virtuale, di per sé, porta inevitabilmente a porsi delle domande. Quando avremo a disposizione un ponte ologrammi alla Star Trek (tecnologicamente possibile), quale sarà la differenza tra il programma che sperimenteremo sul ponte e il programma a cui ci sottopone il nostro cervello? Il nostro stesso cervello produce ai nostri sensi una realtà virtuale, che non esiste, ma che sembra terribilmente reale. La conclusione di questo discorso è: la vita è solo un sogno. Nella First, nella Second e, se ce ne sono altre, in tutte le Life.
Rimane senza risposta la domanda: chi sono Rosendale e i Linden Lab? Benefattori che vogliono creare un'umanità migliore? Iniziati illuminati appartenenti ad una qualche setta segreta? Cospiratori che cercano di pilotare il mondo per qualche interesse di potere?
Le ipotesi sono moltissime, alcune delle quali piuttosto inquietanti. Tanto per pensarle tutte, se proviamo con la dietrologia più sfrenata possiamo provare ad immaginare una serie di scenari fantascientifici.
1) I Linden Lab sono un gruppo militare che si interfaccia agli utenti di SL con dei robot per sperimentare nuove strategie di guerra. 2) SL è un esperimento del governo americano per la colonizzazione di nuovi pianeti. 3) SL è stata creata da viaggiatori del tempo che intendono pilotare l'umanità per evitare una catastrofe futura. 4) I Linden Lab sono alieni antropologi che studiano i terrestri dai loro pianeti via internet.
E infine l'ipotesi forse più inquietante: gli Avatar, o almeno molti di loro, sono dei defunti? SL è forse il terreno dove gli esseri dell'aldilà comunicano con i vivi?
La comunicazione con gli spiriti è un tema che in passato ha appassionato i ricercatori: lo spiritismo, le sedute medianiche e quant'altro hanno coinvolto moltissime persone che passavano le loro serate a riunirsi per fare sedute tiptologiche, planchette e affini per cercare la comunicazione con l'aldilà.
Poi, con l'avvento di una forma mentis di certe aree dello scientismo, basata su pregiudizi e chiusure mentali, queste ricerche sono diventate scomode e giudicate "poco serie". I medium sono diventati degli psicopatici e se qualcuno si scopre delle facoltà ESP, premonizioni o visioni, sta bene attento a non rivelarle per non essere preso per pazzo.
Se mai esistesse davvero qualche spirito, entità, fantasma o qualcosa del genere, che volesse comunicare con noi dovrebbe cercare altri mezzi. Perché non gli strumenti elettronici? Del resto è già successo che la sperimentazione della comunicazione con l'aldilà sia avvenuta con mezzi elettronici come lo sono il registratore, la radio e altri mezzi tecnologici atti a captare voci e messaggi di questo genere. Eminenti studiosi dei primi del '900, come Konstantin Raudive, Francois Brune e il fisico Alex Schneider hanno dedicato la loro vita a questi studi.
Chi c'è dietro l'Avatar che sta parlando con noi?
Forse lo stesso Raudive, che continua i suoi esperimenti, ma questa volta dall'altra parte?

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